Questo articolo è suddiviso in quattro parti, nelle quali è riportata integralmente la discussione condivisa su forum dal 20 Febbraio 2014 al 9 Giugno 2014, con la gloriosa realizzazione completamente manuale da parte di “Massimar”, di uno specchio Newton diametro 300mm di rapporto focale F 3,8 con eccellente qualità di superficie data da asperità picco/valle sul vetro inferiori a un sedicesimo della lunghezza d’onda (Lambda) di 560 nanometri della luce giallo-verde cui l’occhio umano è più sensibile, corrispondenti ad una qualità ottica di almeno Lambda/8 sull’onda riflessa.
Il tutto beninteso nel rispetto dell’importantissimo Criterio di Couder, che sancisce che (..al fine di ottenere la perfetta immagine canonica di diffrazione responsabile della massima qualità e contrasto delle immagini fornite dal telescopio che monterà quello specchio), la superficie riflettente dello specchio deve essere tale che tutti i raggi riflessi convergano all’interno della “tacca di diffrazione” (anche detta Raggio di Airy), che di fatto, per lo specchio in oggetto, è un dischetto di diametro 2,6 millesimi di millimetro (micron) che si trova alla distanza di 2280mm dallo specchio stesso, pari alla lunghezza focale di 1140mm.
L’importanza didattica ed istruttiva della discussione, per chi desidera avere un eccellente esempio pratico di come si porta a termine un buon lavoro ottico, è resa assolutamente unica dalla dovizia di particolari nella descrizione, sia delle azioni correttive preventivate di volta in volta, che nella indicazione dei risultati nel bene e nel male ottenuti, a frutto delle correzioni eseguite per portare a termine la lavorazione di quello specchio superlativo.
Quella importanza didattica e istruttiva, è data dal fatto che tutti i dati numerici riportati, sono il necessario che può essere, da qualsiasi lettore, proficuamente digitato all’interno di qualunque programma per la valutazione dei test di Foucault, al fine di studio, visibilità e sperimentazione inter-attiva delle variazioni della forma della superficie dello specchio, fino al suo compimento.
Parte 1 di 4
Parabolizzazione specchio 300 F 3.8 Apro questa discussione consapevole che ci saranno pochi ( ma fondamentali ) interventi, visto che l’argomento trattato è molto selettivo e dedicato a pochi appassionati autocostruttori, con la speranza che possa contribuire ad aumentare il limitato numero delle informazioni disponibili su questa “pratica”. I dati dello specchio: Diametro effettivo : 297 mm Utensili realizzati con colofonia ( 66 % ) e cera d’api ( 33% ) e i trementina fino al raggiungimento della durezza desiderata. La fase di lucidatura, con ossido di cerio iniziata con utensile a tutto diametro 1/3 COC e proseguita con utensile a sub-diametro 125 mm ( corse passanti per il centro ed estese fino al bordo con specchio sotto e spostamento dell’operatore lento e costante intorno allo specchio ) non è ancora completa, il gradiente di opacità si estende verso il bordo dove una corona circolare di 3 cm è ancora visibilmente opaca: http://s26.postimg.cc/vbkmd2xax/P2200536.jpg primi problemi: un primo Ronchi test di verifica ha evidenziato che la superficie si sta allontanando dalla forma sferica cercata con una marcata tendenza al paraboloide: http://s26.postimg.cc/88u3dwvtl/Picture_893.jpg inoltre un attento esame della qualità della superficie lucida ha evidenziato numerose “microrighe” dove l’estensione è in media di 1 cm ma la larghezza è inferiore alle dimensioni delle pits lasciate dall’ultimo abrasivo (carburo silicio 800 ) per ora le domande sono: 2- da cosa derivano queste microrighe, veramente infinitesime ma visibili guardando il riflesso di una luce molto forte, sul 125 mm precedente non avevo visto nulla del genere… |
Re: Parabolizzazione specchio 300 F 3.8 Certo che non ami vincere facile: parabolizzare un F3,8………:) |
Re: Parabolizzazione specchio 300 F 3.8 l’utensile a sub-diametro è stata una direttiva di astrotecnico, sembra che per le focali corte sia più indicato anche per il raggiungimento della sfera. |
Re: Parabolizzazione specchio 300 F 3.8 Qualche pensiero a “ruota libera”: 1) Direi che il fatto principale sia che il Ronchi sulla curvatura generale indica la presenza di un buco centrale. Il che mi farebbe tornare all’utensile pieno diametro almeno fino a che la lucidatura non abbia raggiunto il bordo. Tutt’al più (vista la focale così corta) “accorciando” la lunghezza delle corse (sempre però centrali) a 1/4 o 1/5, o comunque meno di 1/3 diametro. E verificando strada facendo quel che accade. Ti direi di lavorare tranquillo, perchè con la lucidatura a suon di pece e ossido di cerio, è assai difficile che tu possa cambiare la focale se non di qualche millimetro o frazione. 2) Il fatto che la lucidatura non abbia ancora raggiunto il bordo, è normale poichè applicando qualsiasi corsa di lucidatura, il centro specchio, contrariamente alla periferia, rimane continuamente coperto da un utensile a pieno diametro, o comunque maggiormente coperto da uno a diametro ridotto, e in tutti i casi, maggiormente abraso. 3) La causa delle microrighe invece non è così facile da individuare: a loro esigua lunghezza rispetto alle corse applicate, fa pensare che esse possano essere generate dalla rotazione dell’utensile…ma ahimè non solo: Le cause possono essere molte, dal leggero debordo di pece su un punto periferico dell’utensile; da qualche canale di drenaggio tappato nella sua rigatura superficiale (che fra l’altro deve sempre essere asimmetrica). Una delle regole base della lucidatura (ovviamente con utensile a pieno diametro) per evitare pure fenomeni come le righe e le zone, e per riprendere un buco centrale, è di fare una compressione ad ogni inizio di sessione di lavoro, in modo da uniformare la superficie di contatto specchio-pece dell’utensile. La cura (peraltro sperimentale e non sicura) può essere il controllo dei canali, e il ritaglio della pece fuori supporto diretto dell’utensile, e in ultima chance una leggera pennellata di cera d’api sulla pece stessa, fatta con un pennello foderato di uno straccetto di cotone (altrimenti le setole potrebbero metterne troppa, variando la consistenza del contatto). Questo nell’intento di rinnovarne la superficie di contatto, nella speranza di intrappolare qualche deleteria asperità inglobata chissà dove. Quello che scrivo è ciò che farei io, ed è pertanto da prendere con le pinze perchè la mia esperienza non è mai scesa a lavorazioni al di sotto della focale 5. |
Re: Parabolizzazione specchio 300 F 3.8 Giulio prima di tutto grazie… A volte mi capita di udire dei “sibili” per niente rassicuranti durante le passate, il che, unito con le tue riflessioni mi farebbe supporre che forse è meglio rifare completamente la patina che potrebbe nascondere qualche magagna. Mi chiedo inoltre, se ritorno al pieno diametro con passate corte, forzerei l’approfondimento del centro, che è già profondo di suo… a meno che la depressione centrale non restituisca un contatto maggiore alla zona intermedia che consumandosi tenderebbe ad uniformare la curvatura con il centro. ( forse sto facendo confusione ? ) il dubbio iniziale riguardava proprio questo aspetto, nel senso che raggiunta la sfera bisognerà scavare il centro un bel po’, (secondo la formula r^2/R il tiraggio è di 10 mm), quindi è proprio necessario eliminare il buco centrale quando poi una volta eliminato bisognerà rifarlo ? |
Re: Parabolizzazione specchio 300 F 3.8 Quote:
Si, la durezza della pece c’entra sempre un poco. Ma in questo caso, più che quella ( oppure CON quella) riterrei determinante l’impossibilità, con un utensile sub diametro, di fare un “pressaggio” come si deve, in modo da uniformare le superfici pece-specchio (e con esse l’abrasione che ne deriva), prima di iniziare ogni sessione di lavoro. Quote:
I sibili sono segno di abrasione molto forte con troppo poca acqua, ma di solito non generano righe, tutt’al più potrebbero generare scalinate “vibrate”, perchè fisicamente sono una sequela di “impuntamenti e scatti in avanti” dell’utensile, per ogni secondo (a seconda della frequenza tonale del sibilo). Quote:
Per eliminare il buco (che è segno di un raggio troppo corto della zona centrale) con corse 1/3 coc, i “sacri testi” suggeriscono tenere specchio sopra e utensile sotto per qualche seccata, seguendo assiduamente l’evoluzione con Ronchi….Per la precisione indicano il recupero di 1 mm di tiraggio errato (rilevato ovviamente con Foucault) ogni mezz’ora di lavoro. Quote:
I rischio che corri è che, sulla strada della eliminazione del buco centrale, potresti imbatterti in una “malaugurata” :eek:condizione di buona o buonissima parabola… (che si ottiene quando, rispetto a una calotta sferica, il centro ed anche il bordo sono leggermente scavati, mentre la zona che sta al 70% del diametro ha il medesimo raggio della sfera)…Ma :spaf:quella buona parabola potrebbe arrivarti anche troppo presto, quando non hai ancora finito di lucidare il bordo :spaf:. |
Re: Parabolizzazione specchio 300 F 3.8 Giulio che dire, chiaro dettagliato ed esaustivo come sempre… Ok si va con il tutto diametro 1/3 ( ed anche meno ) COC fino al recupero della sfera e lucidatura estesa anche al bordo. Poi suppongo si inizierà lo scavo, alla ricerca della parabola con il supporto di Foucault. Posterò gli aggioramenti, per ora ancora grazie :ok: |
Re: Parabolizzazione specchio 300 F 3.8 Bene massimar: allora hai scoperto, a tue spese :(, i problemi che possono venire dall’uso degli utensili subdiametro. |
Re: Parabolizzazione specchio 300 F 3.8 astrotecnico, grazie per la disponibilità. L’adattamento delle patine è buono, la pece è uniformemente liscia e consumata dal cerio ed ha assunto la tipica colorazione sin dalle prime sessioni in tutta la sua estensione, solo la durezza è leggermente superiore a quella ottimale, ma c’è anche da considerare che lavoro in un ambiente in cui la temperatura è sui 15°, forse converrebbe scaldare un po’ l’ambiente e verificare il grado di durezza. |
Re: Parabolizzazione specchio 300 F 3.8 Continuano a generarsi le “microrighe”, indipendentemente dall’utensile usato ( sub o pieno diametro ). Considerate che questa immagine è fortemente ingrandita, oculare da 5 mm + zoom webcam, i “crateri” che si vedono sono le pits residue dell’800. http://s26.postimg.cc/utd2e4ie1/Picture_903.jpg
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Re: Parabolizzazione specchio 300 F 3.8 Sicuro di non avere qualche grano di carborundum, superstite delle fasi precedenti di lavorazione, che si infila tra specchio e utensile? Magari il piano dove appoggi gli utensili non è del tutto pulito. ……. |
Re: Parabolizzazione specchio 300 F 3.8 Si Deabis, è possibile… anche se sono stato molto attento alla pulizia durante il passaggio dagli abrasivi alla pece, non è da escludere. In effetti qualche grano di abrasivo incastonato nella pece lascerebbe una traccia inferiore delle dimensioni di scavo rispetto a quelle che farebbe se interposto fra i vetri. la cosa che mi lascia perplesso è che le righe sono dei solchi netti, continui e regolari, non sembra carborundum. Proverò con un nuovo supporto, vediamo che succede… |
Re: Parabolizzazione specchio 300 F 3.8 Propenderei anch’io per qualche grano di 800 finito nella pece. Penserei anche che appunto essendo solchi netti e continui si avvalora questa tesi, perchè il chicco maledetto fa del danno senza sbricioarsi craterizzando lo specchio, come farebbe se non avesse il supporto della pece che lo tiene fermo dove si trova mpantanato. E’ una bella scocciatura. |
Re: Parabolizzazione specchio 300 F 3.8 Si Giuliot, una bella scocciatura, anche perché non ho idea di come eliminarlo senza rifare la pece … In ogni caso, dopo un po’ dovrebbe smetterla di fare danni, anche se più lentamente dovrebbero consumarsi anche loro ( il chicco o i chicchi maledetti ). |
Re: Parabolizzazione specchio 300 F 3.8 Hmm …Ho paura che se sono chicchi di abrasivo quello o quelli rimangano bloccati li a fare danno “random”. Una possibile eliminazione sarebbe colandogli sopra altra pece, ma poi non ti converrà riutilizzarla come si fa di solito. |
Re: Parabolizzazione specchio 300 F 3.8 manca qualcosa … a questo punto non ci dovrebbe essere anche la buona notizia ?!? :confused: scherzi a parte , pensi che colandoci sopra altra pece riuscirebbe a fondersi con lo strato superiore che è liscio e “pavimentato” dal cerio ? |
Re: Parabolizzazione specchio 300 F 3.8 Per questo la pece calda attacca bene su qualsiasi cosa. Ma il lavoro da fare sarebbe comunque molto vicino a quello per rifare la patina di sana pianta. Se lo rifai, prendi anche in considerazione di fare l’autopsia al posto di lavoro e agli indumenti o grembiuli che eventualmente usi, che sarebbero da cambiare anche quelli. Un amico di un forum francese aveva avuto rogne simili nel passaggio dall’abrasivo alla pece, e nonostante la pulizia, ha poi scoperto che l’abrasivo ce l’aveva fra i capelli che si era toccato in precedenza…. :D |
Re: Parabolizzazione specchio 300 F 3.8 :D incredibile … Provo con la colata aggiuntiva, almeno si risparmia sul fatto di doverla staccare dal vetro, che è un’altra bella scocciatura.. prima cerco di verificare quale delle due è affetta dalla contaminazione, la probabilità che lo siano tutte e due è bassa (escludendo il solito Murphy ), dopodiché si rigenera lo strato superiore, |
Re: Parabolizzazione specchio 300 F 3.8 massimar le righe sono al 99 % causate da un granulo di abrasivo incastonato nella pece. E’ una cosa purtroppo a me nota. L’effetto di un granulo incastrato nella pece è quello di una rigatura tipo tagliavetro ….. Proprio come le tue righe ! |
Re: Parabolizzazione specchio 300 F 3.8 Confermo la diagnosi fatta da tutti voi: abrasivo tra la pece. |
Re: Parabolizzazione specchio 300 F 3.8 Aggiungo due domande, approfittando del fatto che dovrò rifare la pece. 2- leggendo un’altra discussione, Giuliot parlava dell’ossido di cerio dalla colorazione rosa, cosa che ho riscontrato in più fonti, mentre il mio é di colore bianco ( che più bianco non si può ). Esistono forse forniture diverse di ossido di cerio, se si c’è differenza ? |
Re: Parabolizzazione specchio 300 F 3.8 Anche il mio è bianco |
Re: Parabolizzazione specchio 300 F 3.8 Quote:
Utilizzando la pece greca (alias colofonia), che è una resina parecchio più dura rispetto alla (molto migliore) pece nera, diventa obbligatorio fondere in aggiunta della cera d’api in proporzioni notevoli di peso, per abbassarne la temperatura di rammollimento attorno ai 50-60°C (pure trementina si può aggiungere… ma in quantità minime tipo un ditale). Quando uso il termine gergale (e improprio) “dura”, intendo riferita alla temperatura ambiente, poichè la colofonia rammollisce a temperature che vanno intorno (se non oltre i 100° C) assolutamente inutili per le lavorazioni ottiche, per le quali è richiesto che la pece sia abbastanza cedevole, ma non troppo, in modo che a temperatura non molto superiore a quella ambiente (aumentata dall’attrito della lavorazione) possa inglobare l’ossido di cerio, e deformarsi con un comportamento PASSIVO, seguendo e assecondando cedevolmente le deformazioni dello specchio in lavorazione. Una pece troppo dura rischia di assumere un comportamento ATTIVO assolutamente indesiderabile. Per quanto riguarda la “durezza”, direi che è utile (e può fare da guida) il figura seguente, dove si vedono le diverse gradazioni….E si nota che nessuna pece ottica ha temperatura di rammollimento superiore ai 90°C. Io, siccome lavoro di grattamento vetri prevalentemente d’inverno, uso e riciclo la #55 che è la più “molle”..ma d’estate lo sarebbe troppo. http://s30.postimg.cc/j7ncoogo1/Pece_Gugolz.jpg Un ultimo avvertimento è di scaldare la pentola della pece su un fornettello elettrico a piastra metallica. Mai usare fiamme o resistenze elettriche scoperte. I vapori della pece sono altamente infiammabili, e se si incendia sono fiamme alte più di due metri. Per quanto riguarda l’ossido di Cerio, anch’io ne ho di bianchissimo e pure di roseo/beige. Poi ho anche dell’ossido di zirconio, bianchissimo anche lui, che è più abrasivo del cerio, ma a me piace poco usarlo perchè è… “ingrato”….Nel senso che il cerio esprime la sua gratitudine quando fa un buon lavoro, emettendo una schiumetta fra i quadri della pece…cosa che non fa lo zirconio, che come “nobile” probabilmente, ritiene di non doversi abbassare a comunicare con un manovale grattavetri:rolleyes: Mi sono dilungato di nuovo come un Evangelista :spaf: |
Re: Parabolizzazione specchio 300 F 3.8 Assolutamente non ti sei dilungato, tutte le informazioni che con tanta generosità intellettuale esponi, sono sempre delle risorse preziose per chi come me sta cercando di capire ed imparare. Non dimentichiamoci che, a parte astrotecnico, del quale tutti conosciamo ed apprezziamo la preparazione e la disponibilità , ci sei solo tu e ( forse ) pochissimi altri in grado di fornire elementi di conoscenza ed approfondimento su questo argomento, nonostante siamo nel forum che vanta l’eccellenza degli astrofili italiani, quindi che dire se non ancora una volta grazie e “dilungati” quanto vuoi !!! :) |
Re: Parabolizzazione specchio 300 F 3.8 Ha…ho notato che sulla immagine della pece c’è un errore di stampa al riguardo della (mia) pece grado #55…la quale, così com’è scritto, :eek: avrebbe un punto di rammollimento superiore a quallo di fusione.:spaf: |
Re: Parabolizzazione specchio 300 F 3.8 Per quello che riguarda la pece è ovviamente meglio quella specifica per ottica tipo la Gulgoz, perchè si tratta di un prodotto fatto appositamente per questo impiego. Naturalmente va scelta nella gradazione adatta secondo la temperatura di utlizzo e quindi, di riflesso, anche la stagione, salvo che non si operi in un ambiente climatizzato, come in genere si tende a fare a livello professionale. |
Re: Parabolizzazione specchio 300 F 3.8 @ astrotecnico ho trovato la Gulgoz nel sito statunitense GotGrit.com , (che sicuramente conoscerai ), il sito è affidabile ? |
Re: Parabolizzazione specchio 300 F 3.8 ….Mah… io ho scoperto questo fornitore, che però è nuovo e di affidabilità tutta da provare: http://www.optiques-astro-moindrot.c…_de_verre.html Non sarebbe male perchè non c’è di mezzo la dogana… Si si, direi la #55 |
Re: Parabolizzazione specchio 300 F 3.8 Completata la lucidatura, scomparse le microrighe e raggiunta la sfera. in ogni caso questa è la situazione al Ronchi test: http://s26.postimg.cc/4s0ear2mx/ron_101.jpg a me sembra che ci sia un primo problema al bordo dove si sta formando una sorta di “collinetta”, in quanto vedo che la tendenza curvatura a ridosso del bordo è prima crescente e subito dopo decresce . Non so se la mia interpretazione è giusta… Mi chiedevo inoltre se sia il caso di iniziare da adesso le misure con Foucault, anche se sono ancora lontano dalla parabola richiesta. p.s. la “macchia” scura al cento in alto visibile sull’immagine del test è il fermo del supporto. |
Re: Parabolizzazione specchio 300 F 3.8 Quote:
Patina di pece: Io rifarei la patina. Ma la rifarei a modo mio, con i soliti miei quadretti di pece 20x20x10mm, da incollare uno ad uno (scaldando la base di ogni quadretto con la fiamma di una candela, e poremendiolo poi sull’utensile) con la solita avvertenza di posizionare asimmetricamente il primo quadretto (mettendo cioè il centro dell’utensile all’incirca coincidente col centro dell’area di “UN QUADRANTE del quadretto” …Non so se mi spego in m odo comprensibile). Collinetta: Direi niente di preoccupante però. Foucault: In pratica questa operazione si fa eseguendo un test di Foucault a specchio nudo (cioè senza anteporvi la maschera di Couder), e misurando quanto è la differenza di tiraggio fra la messa a fuoco del centro specchio, e la messa a fuoco della corona periferica. Se la sfera fosse perfetta, lo specchio diverrebbe completamente grigio dal cento al bordo in modo uniforme e sitantaneo, il tuo tiraggio sarebbe zero. La quantità di tiraggio per una determinata parabola si calcola con la seguente formula: Tiraggio[mm]= [r]aggio specchio^2 / [R]aggio di curvatura (che è il doppio della lunghezza focale). Il tuo specchio 300F3.8 ha un raggio specchio [r]=150 e un Raggio di curvatura [R]= 300*3.8*2=2280mm Il tuo Tiraggio massimo è quindi di (150^2)/2280 = 22500/2280 = 9.86mm |
Re: Parabolizzazione specchio 300 F 3.8 Hem….:fis: Stando sempre in tema, ma per metterti sul gusto del Foucault, ti mostro la figura del foglio excel seguente, con qualche commento: http://s18.postimg.cc/3oli04wx5/1_6.jpg Nel foglio ho simulato la “fine lavoro” del tuo specchio. (cliccandoci su per ingrandire, con magari anche qualche ingrandimento ulteriore col CTR+), vedrai che: Avresti ottenuto uno specchio con un lambda di 7,1 (casella F27), il cui valore numerico esprime (vedi grafico a sfondo verde) il rapporto fra la lunghezza d’onda di 560 nm (luce verde; casella H5) e la distanza in nanometri fra le due parabole limite, rossa e verde, che comprendono al loro interno la spezzata che identifica le pendenze delle 5 zone della tua parabola. Avresti ottenuto che i raggi riflessi dal tuo specchio convergessero (vedi grafico su fondo arancio, “aberrazione trasversale al fuoco reltiva ar raggio si Airy”) i tutti nella tacca di diffrazione del tuo specchio (diametro 2.6 micron) per ottenere un contrasto pazzesco, Tutto ciò mentre il grafico (degli incontentabili) a sfondo azzurro, ti dice dove sono le punte dove dovresti ancora togliere del vetro, e l’ordinata (bisogna però cambiare la scala del grafico) ti dice che spessore di vetro in nanometri dovresti togliere per migliorare ancora. Da ultimo, il grafico a tromba su sfondo giallo, ti mostra l’andazzo delle tue zone rispetto alle tolleranze dello specchio, le quali sono lasche a sinistra (al centro specchio, cioè in zona 1) e diventano invece molto ristrette all’estrema destra, al bordo specchio. Con uno specchio così (ed è solo questione di tempo), avresti in telescopio con un contrasto superiore di grandissima lunga, alla media degli specchi commerciali. E tutto questo è anche il mio augurio…ovviamente. P.S: Questo foglio mi piace perchè lo capisco bene (avendo in precedenza iniziato facendo i conti a mano come sul libro di Texereau) . Ma, “Onore al merito”, l’ha inventato il noto Pierre Strock. (io l’ho solo studiato bene e tradotto realizzandone versioni con numeri di zone diversi, fino a 8). p.ps: il tiraggio totale di questa ipotesi di specchio sarebbe (I13-E13)= 8.3mm, che è in accordo anche se prudenzialmente un poco meno del valore che dà la formula teorica indicata nel mio post precedente in 9.86mm |
Re: Parabolizzazione specchio 300 F 3.8 Ciao Giulio, il distacco della patina non è parziale ma totale: http://s26.postimg.cc/7osivora1/P4040583.jpg per fare la patina utilizzando il tuo metodo a quadrotti, bisognerebbe usare la Gulgoz, non credo che con la colofonia si raggiungano dei buoni risultati, perlomeno io ho fatto un tentativo… con pessimi risultati. Questo weekend lo dedico alla parabolizzazione con Foucault , credo sia la cosa migliore. A proposito, va bene la maschera a 5 zone ( Carlin) o bisogna aumentarle ? In realtà sono già oltre la sfera ( l’avevo raggiunta qualche giorno fa ), c’è un inizio di parabola già visibile dal Ronchi, anche se ancora molto lontana dalla forma finale. :spaf:Ho visto ora il tuo intervento successivo… ora lo leggo. |
Re: Parabolizzazione specchio 300 F 3.8 – Se il disco di pece è intero, il problema sarebbe solo di incollarla bene. Non saprei però consigliarti il metodo. Astrotecnico credo possa suggerire una soluzione valida. – Io credo che 5 zone per un 300 vada bene, se no l’ultima zona periferica , che è fra le più importanti, diventa piccola e difficile da leggere, perchè disturbata dal riflesso bastardo del cianfrino, oltre alle frange di diffrazione. -Meglio se sei già verso la parabola…hai meno lavoro da fare. |
Re: Parabolizzazione specchio 300 F 3.8 Si, ho già avuto modo di vedere ed apprezzare il tuo foglio di calcolo per l’analisi di Foucault, utilissimo e completo ! Mi sorprende la differenza dei valori di tiraggio rispetto alla formula, 1.3 mm non sono pochi ! p.s. l’immagine che hai postato , non si ingrandisce , mi rimane solo l’anteprima :( |
Re: Parabolizzazione specchio 300 F 3.8 Leggo che non ti si ingrandisce l’immagine. E’ strano !! Nel mio PC si ingrandisce cliccandoci sù, ed anche dopo, con alcuni CTRL +. Quote:
Non sono ferratissimo nella teoria, e vado ” a orecchio”, ma mi pare che quel valore di 1,3mm della aberrazione di sfericità, corrisponda alla lunghezza della linea di asse ottico che contenendo il fuoco dei raggi centrali e di quelli periferici, funge un po’ da tolleranza. In pratica, il punto centrale di quella lineetta (che sta quindi a 0.65mm da un estremo), corrisponderebbe al fuoco perfetto. Ma credo che potrei pure tranquillamente essere in errore !! |
Re: Parabolizzazione specchio 300 F 3.8 ora si è aperta ingrandita, mah… non ho capito nel tuo foglio di calcolo, con quale metodo per il raggio centrale della zona ( Texerau, Carlin, Couder ) va calcolata la maschera. |
Re: Parabolizzazione specchio 300 F 3.8 Il calcolo della maschera di couder è solo suggerito nel riquadro in basso a destra del foglio. Tanto che i dati (…quelli o altri) devono essere inseriti manualmente nelle caselle E8-I8 del foglio. Non credo che ci sia una grande differenza di filosofia per fare quel calcolo perchè per qualsiasi misura Hmedio di qualunque finestra, vi sarà comunque un valore di aberrazione univoco calcolato con la formula della parabola Hm^2/R. Unica accortezza è fare in modo che le finestre diventino strette progressivamente man mano che si va verso il perimetro esterno specchio, dove ci sono tolleranze più ristrette perchè la curva svasa più in fretta, e quindi con finestre larghe si correrebbe il rischio di non poter vedere con certezza la uniforme tinta scura chje caratterizza il punto focale di quella zona. |
Re: Parabolizzazione specchio 300 F 3.8 Aggiornamento: Effettuate circa 10 sessioni da 15 min. con utensile a sub-diametro, alternando passate a W e passate COC per approfondire il centro. la focale si è ulteriormente ridotta dopo l’ultima misurazione fatta a inizio lucidatura, ora siamo a 1120 mm per un rapporto focale di 3.77 ! Come si vede il bordo è da sistemare, ma trattandosi di un bordo rialzato non dovrebbe essere particolarmente impegnativo. Test Ronchi: http://s26.postimg.cc/ysu60ngux/Picture_939.jpg Letture Al test Foucault con maschera di Couder a 5 zone zona 1: 0.95 Report test Foucault: http://s26.postimg.cc/5n0b66a6x/image.jpg http://s26.postimg.cc/6dxmpp1y1/image.jpg
Credo che ci sia da lavorare la zona periferica, ( bordo compreso ) che sembra sia quella con più problemi. |
Re: Parabolizzazione specchio 300 F 3.8 Un ritocco in zona 3-4, e zona 5 e il lambda ti schizza a valori da sogno….(tu hai già finito bene la lucidatura?…Chiedo questo perchè il rischio è di azzeccare uno di quei lambda astronomici con lo specchio ancora non perfettamente lucido):spaf: Dal grafico di Millier-La croix vedo che al centro lo specchio non è più assolutamente da toccare, e invece bisogna ancora “trascinare dentro” la “tromba della tolleranza”, la zona 3-4 e la 5, che al momento non riflettono i loro raggi dentro la tacca di diffrazione di Airy. Questo “rientro nei ranghi” delle zone 3-4 e 5 di fornirebbe un contrasto strepitoso. |
Re: Parabolizzazione specchio 300 F 3.8 Si Giulio, la lucidatura è completa. Ho confrontato i risultati anche con il tuo foglio di calcolo, portano alle stesse conclusioni , anche se mi dice che c’è ancora un bel po’ di vetro da asportare. ( ho dovuto cambiare i valori dei raggi esterni delle zone che, di poco, differivano dai quelli consigliati ) |