L’utensile in pece è uno strumento indispensabile per le operazioni di lucidatura e parabolizzazione ed è quindi utile disporre di una guida pratica che cerchi di illustrare come procedere per realizzarlo.
Innanzitutto è bene avere in mente tutti i passaggi necessari alla sua creazione in modo da procedere fluidamente con i lavori, in quanto una volta iniziato il processo, non si avrà molto tempo per recuperare eventuali passaggi dimenticati.
L’utensile è costituito da 2 elementi base, un supporto circolare, solitamente realizzato con del legno multistrato o con del gesso da dentisti e l’impasto in pece.
Prima cosa in assoluto da fare è preparare, un recipiente d’acqua alla temperatura il più possibile vicina a quella dell’aria della stanza in cui si lavora (è opportuno pertanto preparare questo recipiente già il giorno prima in modo da consentirgli di arrivare all’equilibrio termico con l’ambiante).
Altro passaggio preliminare è la realizzazione del supporto che dovrà avere un diametro appropriato a seconda del tipo di lavorazione che si intende effettuare (lavorazione con sub-diametro o pieno diametro) e una rigidità tale da non deformarsi durante la fase di adattamento della patina o durante la lavorazione (utilizzare legno multistrato di spessore adeguato in relazione al diametro dell’utensile).
Poi si dovrà tagliare una striscia di cartone, cartoncino o altro materiale avente una lunghezza un poco più lunga della circonferenza del supporto e un’altezza paria allo spessore del supporto più 3-4 cm. Questa striscia di cartoncino andrà avvolta e fissata bene lungo la circonferenza del supporto in modo da realizzare delle sponde per contenere all’interno la pece al momento della colata.
A questo punto bisogna preparare gli ingredienti per l’impasto:
- Colofonia o pece greca
- olio lino
- cera d’api
- trementina
La colofonia pura, ha un punto di fusione di circa 120-130 °C e risulta essere troppo dura per le lavorazioni ottiche. Ecco che alla Pece greca vengono aggiunti altri ingredienti come olio di lino, cera d’api o trementina per ridurre la temperatura di fusione dell’impasto e renderlo della giusta durezza.
Per quanto riguarda la quantità di colofonia da utilizzare si può fare un conto approssimativo di questo tipo:
Dove:
M è la quantità di colofonia da utilizzare in grammi
D è il dimetro dell’utensile in cm
h è l’altezza media dello strato di pece sopra l’utensile in cm (1-1,5 cm sono la norma)
1,05 è la densità della colofonia in g/cm³
Mentre le quantità di olio di lino e cera d’api dipendono moltissimo dalla temperatura dell’ambiente di lavoro e devono essere tali da rendere l’impasto della giusta durezza. Non esiste una ricetta esatta per queste quantità, si va più che altro per esperienza o per tentativi, anche se una buona base di partenza la si può avere analizzando i dati presenti in questo post: Test di durezza della pece
Non è necessario partire con le quantità assolutamente esatte, in quanto si avrà modo successivamente di modificare l’impasto prima di procedere alla colata sull’utensile.
FUSIONE E COLATA DELLA PECE:
Per procedere in questa fase, è necessario munirsi di un pentolino (abbastanza grande da contenere la pece da fondere), un mescolino per mescolare (un cucchiaio metallico è l’ideale) e una fonte di calore. L’ideale per quest’ultima sarebbe un fornellino elettrico termostatato in quanto la fusione della colofonia fa si che vengano emessi dei vapori che sono infiammabili, e che potrebbero incendiarsi se venissero a contatto con le fiamme di un fornellino a gas (ciò non significa che quelli a gas non devono essere utilizzati, ma che con loro si deve mantenere una maggior attenzione). In ogni caso è consigliato svolgere sempre il lavoro in un ambiente ben areato.
Si comincia versando solamente la colofonia all’interno del pentolino e posizionando lo stesso sopra il fornello mantenuto a fuoco basso. La colofonia comincerà così a fondersi un po’ alla volta. Mescolate frequentemente e fate molta ATTENZIONE che la pece non arrivi mai ad ebollizione altrimenti le sue proprietà si degradano rapidamente. Dalla mia esperienza quasi sempre accade che mentre dei pezzi di pece si devono ancora sciogliere il restante impasto che invece è già fuso cominci a bollire. Se vi accade questo togliete il pentolino dal fuoco e continuate a mescolare con il cucchiaio. Nel frattempo il calore immagazzinato dal fondo della pentola continuerà comunque a far sciogliere il resto della pece. Una volta che il bollore si sarà attenuato potrete nuovamente riposizionare il pentolino sul fornello.
Nella foto seguente si può notare come in questo caso la pece sia arrivata al punto di iniziare a bollire ed è quindi opportuno toglierla dal fornellino.
Mentre in questa si può notare come, dopo aver mescolato per bene, il bollore si sia attenuato. Le piccole bollicine che si vedono sono le bollicine d’aria che erano rimaste intrappolate tra le scaglie di colofonia all’inizio della fusione e che non rappresentano un grosso problema in quanto andranno a scomparire durante il processo .
Quando la pece sarà completamente fusa potrete aggiungere l’olio di lino e la cera d’api precedentemente preparate, mescolando bene per omogeneizzare l’impasto.
A questo punto si deve prelevare un po’ di pece dalla pentola con il cucchiaio e immergerla nel recipiente con l’acqua preparato il giorno prima. Agitare bene per velocizzare il raffreddamento fino a che, una volta raggiunta la temperatura dell’acqua, si potrà testare la durezza dell’impasto ottenuto tramite il test dell’unghia (o altri metodi).
Se dalla prova si riscontra che l’impasto è troppo duro o troppo molle si andranno ad aggiungere all’interno del pentolino ulteriori quantità di olio di lino o cera d’api o qualche goccia di trementina se l’impasto è troppo duro, o altra colofonia se l’impasto è troppo molle.
Una volta che la durezza dell’impasto soddisfa le nostre aspettative si toglierà il pentolino dal fornello e si procederà alla colata della pece sopra l’utensile, non prima di aver mescolato per un paio di minuti il tutto, in modo da uniformare l’impasto e far sparire ogni tipo di bollicina d’aria rimasta intrappolata.
(nel video seguente è mostrata la fase di colata della pece per la realizzazione di 3 utensili sub-diametro. Questi sono appoggiati su una mensola che si trova su una bilancia elettronica per poter assegnare ad ognuno la giusta quantità di materiale)
Ora l’impasto in pece si disporrà uniformemente sopra il supporto, creando una bella superficie piatta priva di bollicine o impurità. In caso contrario far scoppiare subito le bolle più grosse e togliere le eventuali impurità.
La foto seguente si riferisce alla situazione appena successiva al momento della colata. Si vede subito come la superficie sia bella liscia e riflettente conseguenza dell’assenza di bolle o impurità.
Dopo aver lasciato a raffreddare il tutto per 40-50 minuti si può già procedere per far assumere la superficie sferica alla patina.
Per far questo bisogna per prima cosa cautelarsi proteggendo la superficie dello specchio stendendovi per bene sopra un foglio di carta velina, bagnandola leggermente per migliorarne il contatto. A questo punto appoggiare l’utensile sopra lo specchio e porvi sopra dei pesi fino a che la patina in pece si sia perfettamente adattata alla curvatura dello specchio.
Dopo 40-50 minuti dalla colata la pece non si è ancora ben indurita, ma risulta essere ancora molto malleabile e quindi questa operazione risulterà relativamente facile. Se invece si lascia raffreddare l’impasto fino al giorno seguente la pece risulterà molto meno malleabile è sarà necessario ammorbidirla riscaldandola o con un phon o immergendola in acqua tiepida.
L’ultima operazione da fare resta quella di creare i canali sulla superficie della patina assolutamente necessari per un corretto funzionamento dell’utensile, in modo da formare dei tasselli di circa 2-3 cm di lato.
Questi canali possono essere realizzati in vari modi:
si possono creare ad esempio premendovi sopra una barra piatta di metallo, oppure utilizzando uno stagnatore elettrico (o direttamente con la punta, oppure applicando sulla punta un lamierino piegato ad U da utilizzare come “cucchiaino” per incidere la superficie) con cui colare parte della pece per formare la griglia di canali (N.B: Non far MAI coincidere il centro del tassello centrale con il centro dell’utensile), oppure utilizzando una griglia di silicone o plastica sulla quale verrà premuto l’utensile (vedi video sotto).
Per creare la micro sfaccettatura invece, basta interporre una retina o un pezzo di zanzariera tra lo specchio e l’utensile facendo sì che i fili che creano la griglia della zanzariera risultino ruotati più o meno di 45° rispetto alle direzioni dei canali.
La colata dell’impasto può seguire anche altre procedure, come quella ad esempio che crea delle “caramelle” di pece che una volta solidificate dovranno essere incollate sul supporto creando automaticamente i canali tra un tassello e l’altro. Questo modo di procedere è ben descritto nell’articolo scritto da Giulio e che potete trovare al seguente link: Utensile con caramelle di pece
MODIFICA DELLA PATINA
In alcune lavorazioni, soprattutto in quelle con utensili a subdiametro è necessario modificare la forma della patina facendole assumere una forma a stella per ottenere un’azione abrasiva più sfumata verso il bordo.
Nel video seguente è mostrato uno dei molti metodi che si possono utilizzare per ottenere questo risultato generando al contempo anche la micro sfaccettatura.
Questo è stato possibile interponendo tra la patina e lo specchio una sagoma in cartoncino spesso con la forma della stella che si desiderava realizzare e di un pezzo di zanzariera.
L’utensile a questo punto può ritenersi terminato e pronto per le lavorazioni di lucidatura o parabolizzazzione.
N:B: Ricordarsi SEMPRE di eseguire un buon adattamento tra patina e specchio prima di ogni sessione di lavoro.
A seconda del tipo di lavorazione che si intende intraprendere, si può aver la necessità di costruire un set di utensili di diametri diversi, come ad esempio è mostrato nella foto seguente.