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Ciao Luigi, a volte succede… soluzione: immersione in acqua tiepida, si dovrebbero staccare quasi subito !
Mah… io proverei ugualmente a chiedere al costruttore, in quanto l’ottimizzazione delle ottiche RC è legata a parametri costruttivi che solo il progettista conosce con esattezza.
Ad esempio un piccolo spostamento anche di uno-due mm dalla distanza corretta tra il primario e secondario può causare, oltre che una variazione della focale complessiva di alcuni cm, una aberrazione sferica ( altrimenti inesistente ) che porterebbe a pensare che le ottiche siano difettose.
I parametri fondamentali da conoscere x ottimizzare tutto il sistema sono:
-distanza tra gli specchi (la si può comunque ricavare conoscendo F primario, F complessivo e Back-focus )
-back-focus
-Cpl
-La focale del primario può essere misurata direttamente come si farebbe con uno specchio parabolico, in quanto lo scostamento dell’iperbole del primario dalla parabola di riferimento è veramente piccolo . Generalmente il fuoco del primario è esterno al tubo ottico e può essere misurato con facilità anche senza togliere lo specchio dal telescopio. Al limite, se non si vuole fare una misurazione fuori asse, sarebbe conveniente rimuovere tutto il supporto del secondario prima di effettuare il test.
– La focale del secondario invece non può essere misurata direttamente ed inoltre il valore della costante conica iperbolica è di un ordine di grandezza superiore al primario e la differenza sul piano focale ( negativo ) si fa sentire eccome ! Tuttavia ai fini dell’ottimizzazione del sistema e del calcolo del paraluce, i valori del secondario possono anche rimanere sconosciuti ( partendo dal presupposto che l’ottica sia corretta ), sono sufficienti i valori del back-focus e della distanza tra gli specchi, a quel punto esiste solo una iperbole del secondario che verifica questa determinata configurazione e quindi i rispettivi parametri vengono dedotti per via analitica, anche se difficilmente avremo bisogno di utilizzarli, solo nel caso in cui ci dovessimo accorgere che il sistema risultante non appare corretto.Di nuovo benvenuto Antonino, è un vero piacere fare la tua conoscenza, ho visto (purtroppo solo in internet ) il Parco Astronomico Lilio, una bellissima struttura e strumentazione, complimenti !
Ciao Antonino e benvenuto !
per calcolare diametro e lunghezza del paraluce occorre conoscere altri dati relativi allo schema ottico:
-lunghezza focale del primario
-Backfocus
-CPL (campo di piena luce )questi dati, insieme a diametro e focale complessiva, possono essere utilizzati con un qualunque software di optical design, ad esempio ATMOS disponibile nella versione demo (free) nella nostra pagina download
Dopo aver installato il software si può accedere alle configurazioni preimpostate del Cassegrain ed immettere i dati relativi, a quel punto Atmos potrà calcolare tutti i dati mancanti per una configurazione RC:
-diametro e focale secondario
-distanza tra gli specchi
-costanti coniche degli specchi
-paraluce primario
-paraluce secondarioPuoi quindi provare installando il software oppure, se preferisci, ci invii i dati mancanti e calcoliamo il paraluce
ho fatto un errore di valutazione e me ne scuso… Nell’ultima immagine del Ronchi, per essere nelle “vicinanze” della parabola di un 300/1700, il reticolo utilizzato dovrebbe avere 5 linee/mm e non 4 linee/mm come da me erroneamente detto.
Nell’immagine che segue si può vedere la differenza di visualizzazione della parabola di un 300/1700 con un reticolo da 4 l/m ( a sinistra ) ed uno con 5 l/m ( a destra )
Luigi, quello che scrivi è secondo me un’ulteriore conferma sul problema dell’adattamento.
Avendo decentrato l’utensile sei andato a lavorare le zone che prima erano parzialmente raggiunte, hai approfondito la zona a 3/4 del diametro ed infatti il raccordo con la zona mediana ora è più continuo ed uniforme.Io non dico che gli accorgimenti che adotti non siano giusti, dico che ( anzi lo dice il Ronchi ) non sono stati sufficienti a garantire il mantenimento della forma della pece in tutte le sessioni, l’adattamento è necessario in ogni sessione, la sua verifica viene proprio dall’analisi dei risultati della lavorazione, l’unico modo per essere certi della bontà dell’adattamento con l’utensile a pieno diametro è quando la tecnica ( eseguita correttamente ) produce il risultato atteso.
La buona notizia è che ora non hai una sfera ma una discreta parabola , manca ancora da sistemare un po’ di rugosità al centro che finora è stato interessato dalla lavorazione solo in parte.
io farei delle misure con Focault, non penso che sei molto lontano dalla parabola definitiva se il reticolo che hai usato è intorno alle 4 linee/mm ci sei molto vicino e, se la lucidatura è completa, la sfera a questo punto nemmeno serve…Luigi, io credo che il problema sia proprio l’adattamento: la depressione a metà diametro si è approfondita ulteriormente, mentre il centro ed il bordo sono rimasti invariati. Il Ronchi ci dice che c’è una zona che sta lavorando più delle altre e questo con la passata 1/3 D non dovrebbe succedere.
Allungare le corse potrebbe aiutare in quanto verrebbe estesa l’azione dell’utensile che ora sembra confinata intorno alla zona a 1/2 D.
Ma la domanda secondo me è un’altra: se le corse a 1/3D non portano al risultato voluto perchè l’applicazione di un’altra tecnica dovrebbe farlo ?
Io penso che sia meglio trovare la causa che sta determinando questa anomalia, la tecnica non può essere perchè come sappiamo le corse 1/3 D portano alla sfera, ma solo se tutto il resto del setup è ok.La temperatura esterna di 11 gradi mi fa pensare che, a parte la superficie a contatto, la pece sia troppo dura per uniformarsi allo specchio, non è in grado di deformarsi per adattarsi all’evoluzione della forma della superficie, oltretutto nel passaggio da un ambiente più caldo a uno più freddo una variazione nella forma sicuramente c’è, magari impercettibile a occhio ma percettibilissima dall’ossido di cerio.
Io continuerei con le corse centrali 1/3D fino alla sfera, sopra o sotto secondo me fa poca differenza. Piuttosto bisognerebbe capire come mai la periferia ha un andamento tendenzialmente diverso dal centro che invece è sferico.
Quasi sempre la causa è un adattamento non ottimale della patina di pece, nel quale il centro ha un contatto migliore rispetto alla periferia.
Proverei perciò anche ad inserire delle micro-scanalature nei quadrotti di pece, le quali sicuramente aiutano sia nelle operazioni di adattamento patina-specchio che nell’efficacia delle corse.Da verificare anche se con l’abbassamento delle temperature di questi giorni la patina non risulti troppo dura.
Ottimo lavoro Luigi, l’immagine del ronchi è ok !
Tranquillo non c’è nessun astigmatismo, il centro è sferico, poi c’è una piccola depressione a metà diametro e una zona periferica decrescente, ma niente che vada fuori dell’ordinario, aspetti e correzioni normalissime da fare durante la lucidatura per arrivare alla sfera.
nel complesso la figura è buona, forse c’è una leggera rugosità nella parte periferica che dovrebbe scomparire con il termine della lucidatura la quale, presumo, ancora non è completa.
C’è anche una piccola differenza di luminosità tra il settore destro e sinistro che fa sembrare le bande opposte di spessore diverso. ma questo dipende dalla non perfetta simmetria della fenditura davanti alla sorgente luminosa.
Se la sorgente luminosa è un led, allora parte della fenditura intercetta il punto più luminoso del led, in pratica la fenditura non è perfettamente al centro del led, ma sono dettagli, la sostanza non cambia, è un buon lavoro !
Si effettivamente Stefano fa proprio delle belle immagini e, nell’attesa che ci sveli i suoi “segreti”, posso dirti che, riguardando meglio le tue immagini credo che un problema di esposizione ci sia, in quanto lo sfondo che è molto meno luminoso della sorgente, appare invece corretto come esposizione. Questo succede perchè il dispositivo usato fa una media della luminosità della scena e calcola la relativa esposizione ma, così facendo, di conseguenza sovraespone una piccola zona di maggiore luminosità che è proprio quella che ci interessa. Perciò una prima ottimizzazione consiste nel cambiare ( ove possibile ) il settaggio dell’esposizione automatica con quella manuale inserendo valori più bassi, fino a che il resto della scena inquadrata sia abbastanza sottoesposta, quasi “oscurata”.
Ciao Luigi, prova se puoi, a fare delle foto diminuendo contrasto ed esposizione, ma in ogni caso verifica prima che la fenditura davanti alla sorgente luminosa sia abbastanza sottile , altrimenti può succedere che le linee del Ronchi non mostrino il loro reale aspetto , ma vengano alterate dalla ampiezza eccessiva della fenditura.
Se quello che vedi ad occhio è paragonabile alla foto( la forte intensità luminosa che rende le linee scure piuttosto sbiadite) , allora è probabile che la fenditura sia troppo larga, in caso contrario è preferibile “giocare” con i parametri della camera di ripresa per avere immagini meno sature è più definite.
Comunque, da quello che posso vedere la superficie mi sembra a buon punto , tuttavia la mia sensazione non è di un buco centrale ( anzi, il centro mi sembra sferico ) ma di una corona circolare più profonda localizzata ad 1/2 del raggio, ma ripeto, servirebbero delle immagini meno sature per valutare meglio.
P.S. parto dal presupposto che le immagini siano in INTRA-focale
Ciao Luigi e benvenuto nel Grattavetro! Sarà un piacere, oltre che interessante, conoscerti e seguire le ultime fasi di questa tua lavorazione.
io ho adottato una soluzione “artistica”
oppure c’è il supporto di Mirco:
non riesco a trovare un link funzionante per Foucault Test Analysis.
si lo so, è una ricerca piuttosto lunga e complessa
https://www.grattavetro.it/download/
oppure direttamente:
https://www.grattavetro.it/wp-content/uploads/2015/11/fouc20b.zipper utilizzare ronwin2.0 , che secondo me è ottimo, su win10, devi scambiare nelle impostazioni della lingua, il punto con la virgola per le separazioni dei numeri decimali. A quel punto il software funziona.
Puoi usare FigureXp ed anche il foglio di calcolo di Giulio, ma per Foucault io preferisco usare Foucault Test Analysis ( che oltretutto simula anche il ronchi dalle letture del foucault ) non perchè il foglio di calcolo di Giulio non vada bene, anzi, forse è anche migliore ma secondo me è troppo “aperto”, ti permette infatti di controllare qualsiasi parametro, anche quelli che per chi non è esperto di questo test, sarebbe meglio non doverci mettere mano e lasciarli in “automatico”. Lo vedo più per i “puristi” del test di Foucault.
In ogni caso, seguendo le indicazioni di Giulio che sicuramente non mancheranno, vedrai che non sarà così spaventoso…
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