Risposte nei forum create

Stai visualizzando 15 post - dal 61 a 75 (di 518 totali)
  • Autore
    Post
  • in risposta a: Mi presento… #11705
    Massimo MarconiMassimo Marconi
    Moderatore
      • Offline

      Ciao Massimo, benvenuto ! :bye:
      Complimenti, belle ed interessanti le tue realizzazioni, sarà un piacere leggerti :good: !

      in risposta a: Costruire un Cassegrain #11699
      Massimo MarconiMassimo Marconi
      Moderatore
        • Offline

        Ma no, le dimensioni dei tasselli non contano, non devono essere uguali, casomai non devono essere più “bassi” o più “alti” rispetto alla superficie di contatto.

        Nella media per eseguire una buona lucidatura quanto tempo si impiega di solito?

        è meglio se non te lo dico :-)

        in risposta a: Costruire un Cassegrain #11697
        Massimo MarconiMassimo Marconi
        Moderatore
          • Offline

          Ciao Luca, da una foto è quasi impossibile dire se l’adattamento è buono, considera che una differenza di contatto patina/specchio di un decimo di mm centro/bordo non è un buon adattamento. Un paio di modi per verificarlo:
          A- Si deve osservare il consumo dei quadrotti ( la superficie diventa bianca a contatto con il cerio ), se dopo una sessione il consumo è uniforme e la colorazione tende a schiarirsi su tutta la superficie allora è ok, altrimenti puoi vedere quali sono le zone che non sono a contatto perchè mantengono la colorazione originale.

          B- se lo specchio è lucido e trasparente sul retro, puoi provare a mettere lo specchio sopra e utensile sotto, dopo aver messo la miscela acqua + cerio con un pennellino sui quadrotti. I quadrotti a contatto non creano bollicine di aria se non ai bordi del quadrotto stesso, mentre quelli che sono poco a contatto, formano una bolla d’aria centrale che si muove quando muovi lo specchio ( come le bolle d’aria delle livelle ).

          per rispondere alle tue domande:
          1-Non sono indispensabili ma aiutano a distribuire l’abrasivo uniformemente, evitano surriscaldamenti della patina durante le corse, aiutano a migliorare la scorrevolezza riducendo l’attrito e quindi la forza necessaria per muovere l’utensile sullo specchio.
          2-Troppa acqua riduce l’efficacia, troppo abrasivo anche… La densità della miscela deve essere simile ad una crema molto fluida. La miscela giusta si trova facilmente, la si prepara a parte in una barattolino, se è troppo densa si aggiunge acqua, se poco si aggiunge abrasivo. Utilizzando un pennello per metterla sul vetro o sulla patina, deve essere simile alla miscela con acqua dei colori “acquerello”.
          3-solo in alcuni casi particolari e quando c’è una esigenza di lavorazione che lo richiede, normalmente è sufficiente il peso stesso dell’utensile. Anzi, bisogna fare attenzione a non esercitare pressione sul bordo durante le corse. Se proprio c’è bisogno di un po’ di pressione aggiuntiva, allora va applicata sempre al centro e con moderazione.

          in risposta a: Costruire un Cassegrain #11692
          Massimo MarconiMassimo Marconi
          Moderatore
            • Offline

            Capitoli che se non conosci il francese, potresti tradurre in italiano usando “Google Traduttore”, scegliendo la lingua origine francese, da tradurre in quella italiana, e poi cliccando su “Documento”, in modo da indicare uno per volta i capitoli PDF scaricati in francese.

            Oppure, molto più semplicemente, puoi trovare le stesse cose qui sul Grattavetro, con traduzione di testi e video dal Francese a cura di Giulio Tiberini :-) :good:

            (Giulio ne ha scritti talmente tanti di testi tecnici e divulgativi, e non solo qui sul Grattavetro, che diventa difficile ricordarli tutti anche per l’autore… :yes: )

            Luca scusami, la quadrettatura mi era sfuggita, ha ragione Giulio… in effetti è troppo piccola ed anche i solchi devono essere più larghi e profondi per permettere alla patina di cedere e di adattarsi alla forma, altrimenti come dicevo prima, rimane rigida anche con applicazione di un peso elevato, sorry…

            in risposta a: Costruire un Cassegrain #11689
            Massimo MarconiMassimo Marconi
            Moderatore
              • Offline

              Si, il colore della patina adesso mi piace, :good: dovrebbe andar bene e sono d’accordo con Mirco, proverei con l’acqua calda. Se la consistenza/durezza è corretta la patina a freddo non si deforma nemmeno se ci sali sopra con tutti e due i piedi ( io l’ho fatto svariate volte :-) ) però basta scaldarla un pochino e si riesce ad avere un buon adattamento. Quello che ti è successo è normalissimo, al punto che io, nemmeno ci provo più a dargli la forma subito dopo colata della fusione, specialmente su un utensile di 30-40 cm.
              E’ difficile cogliere il momento giusto e la maggior parte delle volte è fatica sprecata perché la temperatura della patina si raffredda velocemente sulle zone a contatto, e quindi non si riesce a farle cedere di quel che serve, tanto poi il vero adattamento patina/specchio lo ottieni con la patina tiepida .
              Una volta raggiunto un Mix soddifacente, non c’è bisogno di aggiungere altro anche se viene fuso nuovamente.
              Oltre l’olio, come dice Mirco, la rete ed anche lo specchio possono essere bagnati con acqua saponata per evitare qualsiasi incollaggio.

              in risposta a: Costruire un Cassegrain #11683
              Massimo MarconiMassimo Marconi
              Moderatore
                • Offline

                Grazie Luca :good:
                La temperatura che avrai nel tuo ambiente di lavoro è ottimale, credo che puoi provare con le quantità 65-35 per pece e cera d’api, sempre con le quantità minime di trementina e olio di lino.
                Comunque io farei una prova prima di colare la fusione sull’utensile.
                La “prova dell’unghia” è molto immediata, si può fare anche su un piccolo campione della fusione senza dover per forza costruire prima l’utensile.
                Basta riuscire a lasciare il solco dell’unghia sulla patina, facendo un po’ di pressione per alcuni secondi.
                Si deve vedere il solco generato ma allo stesso tempo la superficie della patina non si deve deformare o cedere sotto la pressione.
                Se oltre all’impronta dell’unghia, c’è un cedimento è ovviamente troppo morbida, va ridotto il quantitativo di trementina ed in seconda battuta, quello della cera d’api ( oppure si aggiunge più colofonia )
                Se invece ci si spezza l’unghia, ma del solco nemmeno a parlarne :-) allora si aggiunge trementina e c’era d’api.

                L’olio di lino aumenta e uniforma la scorrevolezza su tutta la patina senza limitare troppo l’attrito che è necessario, ma va usato con cautela.

                in risposta a: Costruire un Cassegrain #11681
                Massimo MarconiMassimo Marconi
                Moderatore
                  • Offline

                  Ciao Luca, bentornato ! Riguardo alla carta abrasiva al posto del Carburo di silicio non saprei che dire, non l’ho mai usata ma le perplessità che diceva Giulio qualche post fa sono un po’ anche le mie… :unsure:
                  Per la patina di pece invece, credo che noterai subito la mancanza della cera d’api in quanto l’attrito che si svilupperà a contatto con il vetro sarà con ogni probabilità eccessivo.
                  Il giusto Mix di componenti è una ricetta delicata, che funziona in un determinato range di temperature.

                  Però ti capisco, anche io ho sempre avuto un approccio un po’ “sovversivo”, per non dire ” talebano” alle tecniche consolidate di lavorazione, in qualche caso mi ha portato ad intuire nuove strade che poi si sono rivelate efficaci, ma nella maggior parte delle situazioni, avrei fatto meglio a dare ascolto ai testi che tutti conosciamo :yes:

                  Perciò il mio consiglio è di provare ( in inverno ) una patina con c’era d’api (35-40 %), colofonia (60-65%) , trementina (poca, meno di un cucchiaio ) e anche olio di lino ( un tappino scarso della confezione ), vedrai che lavora molto meglio ed in tempi più rapidi !

                  in risposta a: Specchio primario a menisco 600 F2.2 #11677
                  Massimo MarconiMassimo Marconi
                  Moderatore
                    • Offline

                    Ciao Mirco, ho rivisto quella discussione… che peccato, dispiace anche adesso, era davvero un gran bel lavoro !
                    Riguardo a Plop, quello che non capisco è quale spessore dovrei considerare per il calcolo. Facendo finta che il menisco sia un blank piano, per avere spessore quasi uniforme dovrei impostare un raggio di curvatura di qualche decina di metri. Altrimenti, inserendo il vero raggio di curvatura + spessore, Plop “pensa” che mi rimangono solo 1,5 millimetri di spessore al centro … :yes:

                    in risposta a: Specchio primario a menisco 600 F2.2 #11672
                    Massimo MarconiMassimo Marconi
                    Moderatore
                      • Offline

                      Grazie Giulio
                      Però penso che la cella andrà rivista, forse servirà l’alluminio di adeguato spessore al posto del legno, specialmente sulle barre che sostengono i triangoli, altrimenti non si può caricare peso sull’utensile durante la lavorazione perché flettono alle estremità, di poco ma per il momento conviene andarci “leggeri” senza appoggiarsi troppo sull’utensile… non lo so, è meglio dare più spessore al multistrato o andare direttamente sull’alluminio ?

                      Il menisco comunque è uscito dal forno abbastanza malconcio :cry: ( otticamente parlando ) , non nego che prima di iniziare avevo pensato “che bello si inizia direttamente a regolarizzare la sfera con patina e cerio” B-) ma l’illusione è durata pochissimo.
                      Astigmatismi e tante zone fuori figura con un “p/v” stimato di poco inferiore al millimetro.
                      Però, mi sono divertito a “mappare” lo specchio durante la lavorazione con l’80, quando in alcuni punti l’utensile si “impuntava” nel momento che toccava le zone più alte ed in altre scivolava via…

                      Questa era la situazione durante le prime passate con l’80, perciò ho dovuto prima restituire simmetria alla figura, lavorando il centro con le zone mediane, cercando di non modificare la profondità complessiva se non dello stretto necessario.

                      Ora lo specchio è sferico ( relativamente all’abrasivo 80 ) con una buona simmetria fino a 4 cm dal bordo. A questo punto si può estendere la lavorazione per arrivare a regolarizzare il bordo e quindi tutto il menisco.

                      Quando al menisco, mi sento di affermare che in meccanica qualsiasi disco di qualsiasi materiale stampato o afflosciato a “scodella” mentenendo lo stesso spessore uniforme originale, si irrigidisce.

                      Ma infatti! è quello che penso anche io… Qui ci vorrebbe Mirco che ci regala un bel calcolo sulle deformazioni di un menisco, così vediamo se abbiamo ragione e di quanto :yes: B-)

                      in risposta a: Specchio primario a menisco 600 F2.2 #11668
                      Massimo MarconiMassimo Marconi
                      Moderatore
                        • Offline

                        Giulio, In attesa di capire bene come progettare/costruire quello che suggerisci :mail: , ho costruito una cella “al volo”, molto provvisoria, quanto basta per appoggiarci il menisco ed iniziare a vedere su cosa e come si dovrà lavorare.

                        Come pensavo dopo aver dato un’occhiata, semplicemente specchiandomi sul vetro, nonostante il rammollimento su stampo, la superficie è ben lontana dall’essere una sfera. A prima vista sembra una sfera, magari come “oggetto d’arredamento” potrebbe anche passare per sferico, ma per quello che serve a noi siamo ben lontano.

                        Volevo costruirmi un utensile adatto, ma per caso ho visto che l’utensile che avevo del 300 mm ha quasi la stessa curvatura del menisco. Appoggiando l’utensile sul menisco il bordo rimane sollevato di circa 1 mm.
                        Ma anche il menisco dava l’impressione di avere una curvatura più accentuata al centro e meno al bordo, come se la zona centrale fosse riuscita ad abbassarsi per gravità allo stampo durante il rammollimento, meglio di quanto avesse fatto il bordo.

                        Perciò ho pensato che la sfera andava comunque uniformata iniziando dall’abrasivo 80, meglio con un utensile un po’ più “curvo”, in modo che le varie curvature zonali del menisco si sarebbero presto uniformate con quella dell’utensile, il quale si sarebbe consumato a partire dal centro e non dai bordi, senza comunque alterare la freccia complessiva ( o quasi ).

                        Nell’immagine, la “cella” improvvisata e provvisoria, su semplice multistrato dopo aver comunque sentito che ne pensava Plop. A destra la superficie dopo 2 seccate con l’80.

                        Si vede infatti che una corona di circa 4 centimetri al bordo, è rimasta lucida perché non viene raggiunta dalla lavorazione. Il centro viene”sfiorato” dall’utensile mentre la zona mediana-esterna è quella che ha più bisogno di essere lavorata e che subisce maggiormente l’azione dell’utensile.
                        Dopo altre tre sessioni, l’utensile si è adattato al menisco per poco più della metà del diametro, ma la progressione sembra essere abbastanza veloce. Infatti dalla prima seccata alla sesta, la superficie di contatto tra i due vetri è passata dai 50-60 mm iniziali ai 160 mm dell’ultima.

                        in risposta a: Specchio primario a menisco 600 F2.2 #11665
                        Massimo MarconiMassimo Marconi
                        Moderatore
                          • Offline

                          Grazie Mirco, infatti il primo problema è uno di quelli dove il tuo parere e quello di Giulio potrebbe essere illuminante.
                          Detta in modo semplice: dove caspita lo appoggiamo lo specchio per la lavorazione ?” :scratch:
                          Detta in modo meno semplice: la cella “standard”, quella progettata con Plop, può essere valida anche per una superficie di appoggio curva ? con quali criteri si può valutare dove e come intervenire per modificare/ottimizzare una cella standard per ospitare uno specchio a menisco ( oltretutto sottile ) ?
                          Avevo anche pensato di fare una base in gesso, ricavando lo stampo direttamente sul menisco, ma questo, ammesso che sia efficace, sposterebbe solo il problema della cella a fine lavorazione. Quindi intanto ho iniziato a costruire una normalissima cella, come se lo specchio fosse piano, poi.. vediamo che succede, qualcosa ci inventeremo :-)

                          in risposta a: Progetto newton compatto astrofotografia #11528
                          Massimo MarconiMassimo Marconi
                          Moderatore
                            • Offline

                            Si, come diceva Giulio è uno schema con fuoco Nasmith, solitamente applicato a configurazioni Cassegrain che permettono ostruzioni del secondario più contenute e dimensioni complessive più compatte.
                            In questo caso, il valore dell’ostruzione è dato dalla posizione del secondario piano che, tuttavia dovrà tener conto di altri due aspetti per determinare la dimensione effettiva dell’ostruzione e del secondario stesso:
                            1-CPL, ovvero il campo di piena luce, e cioè l’area sul piano focale intorno all’asse ottico completamente “illuminato” dalla riflessione. Trattandosi di uno strumento fotografico, il CPL dovrà presumibilmente avere le dimensioni del sensore che si intende utilizzare, per evitare “vignettature” allontanandosi dall’asse ottico.
                            Ad esempio, per un CPL di 15 mm il secondario nel disegno, in quella posizione, dovrà avere un diametro di 186 mm
                            2- PARALUCE: purtroppo una configurazione che posiziona un terziario che “guarda” direttamente verso l’oggetto inquadrato, allo stesso modo del primario, porta luce e riflessioni indesiderate direttamente dentro il campo visivo, perciò va previsto un sistema di paraluce per tutti gli specchi che permettano le riflessioni solo per il fascio ottico del primario. Questo comporterà un ulteriore aumento dell’ostruzione effettiva.

                            in risposta a: Progetto newton compatto astrofotografia #11518
                            Massimo MarconiMassimo Marconi
                            Moderatore
                              • Offline

                              Ciao e benvenuto ! Sicuramente il problema della costruzione dello specchio piano è abbastanza complesso, al punto che non vedo la convenienza di eseguire una simile lavorazione se non per puro scopo “didattico”, cioè per evolvere ed affinare la propria conoscenza nella realizzazione di ottiche a riflessione.
                              Paradossalmente, lavorare lo specchio piano può essere anche più difficile del parabolico, le misure della superficie vanno fatte per interferometria ed occorre una collaudata tecnica di lavorazione.
                              Io credo che finché si resta su misure non eccessive, conviene comprarlo per due motivi:

                              1-la spesa economica è sicuramente inferiore allo sforzo costruttivo del “fai da te”
                              2-Acquistare ( almeno ) uno specchio piano garantito sulla correzione della superficie, significa avere un “calibro” per poter poi realizzare autonomamente altri specchi piani che verranno testati sullo stesso calibro fino al raggiungimento della stessa correzione ottica.

                              Se poi la decisione è comunque quella di tentare ugualmente, se ne può parlare, siamo qui per questo ! :yes:

                              Io rifletterei anche sulla configurazione a tre specchi, che porta inevitabilmente a non semplicissimi problemi di collimazione. ( ne so qualcosa… :yes: )
                              Inoltre, Per abbassare l’altezza dell’oculare in un Newton, personalmente valuterei anche la configurazione “low riding”, con solo due specchi, come ottimamente descritta in un progetto di Giulio.

                              in risposta a: correzione vecchio specchio Konus #11300
                              Massimo MarconiMassimo Marconi
                              Moderatore
                                • Offline

                                Complimenti davvero, un lavoro eccellente! se Riesci a fare un rochi dell’intera superficie possiamo valuare anche la qualita’ riduardo rugosita’ e stato generale della superficie, potendo escludere cosi’ anche eventuali problemi non visibili al foucault come errori locali ed anche capire l’entita’ del possibile bordo ribattuto.

                                in risposta a: correzione vecchio specchio Konus #11292
                                Massimo MarconiMassimo Marconi
                                Moderatore
                                  • Offline

                                  Ottimo lavoro Fabio… ci siamo quasi, manca pochissimo ! :good:

                                Stai visualizzando 15 post - dal 61 a 75 (di 518 totali)