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  • in risposta a: Nota #11264
    Giulio Tiberini
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      Meraviglia!
      In giro per il Kenia con il Gippone Toyota, tutte le sere eravamo rossi di terra come incipriati.

      in risposta a: Nota #11260
      Giulio Tiberini
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        Ciao Frank
        Vedo con piacere che hai fatto un bellissimo lavoro di fine meccanica al servizio di un dobson “tout terrains” con robustezza direi militare.

        Il vantaggio di avere un tornio e di saperlo usare bene si vede nei particolari del tuo lavoro.

        Veramente complimenti.

        Domanda: Come ti sei trovato con l’uso del Turbo Cad XT5?
        Io faccio molta fatica avendo lavorato dai primi anni ’80 in stabilimento con i vari Autocad, ora sando l’XT5 free mi vengono istintivi comandi che hanno magari la stessa sintassi, ma procedimenti diversi. E il guaio è che non usandolo tutti i giorni, ad ogni ripresa ci metto tempo a nuovamente ambientarmi…..Causa anche l’età che avanza ed è già arrivata a superare i 70

        P.S. I deserti sono la mia passione. Quali località desertiche (o quali zone), si vedono nello sfondo delle tue immagini non certo italiane?

        in risposta a: Mi presento #11218
        Giulio Tiberini
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          Sul Roddier le mie conoscenze sono solo teoriche, e credo che il suo possibile utilizzo parallelo ad altri test in fase di “grattamento” possa essere un’ottima cosa. Infatti l’uso incrociato di più test complementari è fonte di sicurezze non diversamente ottenibili.

          in risposta a: Mi presento #11214
          Giulio Tiberini
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            Ciao ragazzi,—– Ho dedicato questo ultimo periodo a ripassarmi tutte le fasi di lavorazione e il grattavetro ha fatto la parte del leone!
            Il mio obiettivo è produrre diametri tra 30 e 50cm con focali variabili da f4 a f5 conoscendo tutte le difficoltà del caso ,mi sono dato un tempo di 2 anni anche se il modo che ho di ragionare e che ho sempre avuo è ”mai finito d’imparare”
            Il pensiero che ho in questo momento è il sistema di controllo , la persona che conosco utilizza il focault con relativa maschera di coudè ho sentito però che il null test è più immediato e più preciso .
            Ho già chiesto per dotarmi di uno specchio piano per utilizzare il sistema di controllo in autocollimazione .
            Ditemi cosa ne pensate
            Credò imparerò molto qui
            Grazie
            Marco

            Ciao Marco e benvenuto anche da parte mia.
            Per quanto riguarda le mie conoscenze da grattatore non professionista, seppure sorretto da passione e studio di roba straniera per i fatti miei (vista l’assenza di libri italiani dovuta anche alla scarsità di interessati che l’argomento incontra in Italia) sono sicuro che il metodo di controllo in autocollimazione sia quello che va per la maggiore a livello professionale, e ben adeguato al range di diametri e di frapporti focali che hai in mente.

            Metodo che conosco in modo solo “accademico” , non avendolo mai applicato per via della proibitiva spesa per attrezzarsi con uno specchio piano lambda/16 di diametro almeno pari al massimo diametro che si desidera produrre. Spesa che comprende un banco di prova, ed è giustificabile se è previsto un suo ammortamento da spalmare su un certo numero di specchi da porre in vendita.

            (la planarità a 1/16 di lambda è necessaria per chi prevede di lavorare specchi con rapporti focali non inferiori F4, visto che il rapporto focale fa parte della formula che determina la tolleranza della misurazione autocollimata).

            Americani come Parker dicono che la sensibilità del metodo è eccellente pur utilizzando “poveri” reticoli di Ronchi da 5 linee millimetro, che a noi italiani abituati alle 10 linee, fanno quantomeno stranezza.

            Il test di Foucault secondo me (che sono uno strenuo suo sostenitore) nonostante la sua oggettività intrinseca (data dal dover giudicare a occhio se due ombre sono di uguale intensità) è un aiuto impagabile, ed è l’unico test “quantitativo”, cioè che permette di conoscere “quanti nanometri” di vetro devo togliere, oppure ho ho esagerato a togliere, e sarebbe consigliabile se si vuole raggiuingere buna certa qualità.
            Capisco anche che artigiani lo schivino perchè ormai si sono fatti “l’Occhio” alle correzioni col Ronchi…Ma è inutile che vadano in giro a raccontare storie, perchè a occhio nessuno è in grado di giudicare dei nanometri, che sono quelli che ti dice il Foucault (pur soggettivamente), e sono pure quelli che fanno i lambda/due cifre.

            Cosa che il Ronchi o l’autocollimazione non dicono, fornendo solo una immagine del luogo dell’eventuale difetto, che con le sue curvature suggerisce la qualità dell’ottica, ma che non aiuta con dei numeri a capire quanto esso è profondo e quanto di conseguenza debbano essere lunghe nel tempo le azioni di grattamento idonee a correggerlo.

            Mentre il test di Roddier non lo si può utilizzare in fase di realizzazione dello specchio, perchè applicabile solo all’ottica terminata e non permette di verdere quel che accade sul profilo parabolico della superficie in lavorazione.

            Tutti i nuovi impegni rappresentano delle nuove “salite” che sono un poco più faticose all’inizio, ma il trucco per riuscire è quello di non fare da subito delle invenzioni semplificative, ma fidarsi delle tecniche in uso, solo apprese bene le quali si portanno fare sicuramente ottime personalizzazioni.

            …Tante chiacchiere, ma spero che quì ti troverai bene.
            Ciao
            Giulio

            in risposta a: Ciao a tutti! #11200
            Giulio Tiberini
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              Ciao Carlo e benvenuto anche da parte mia.
              Con tutte quelle signore letture, parti sicuramente “vaccinato” e avvantaggiato ;-) ;-)

              in risposta a: fornitori vetro ed abrasivi italiani #11193
              Giulio Tiberini
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                • Offline

                Attento Luigi che un disco di marmo, o di qualsiasi altro materiale dotato di struttura cristallina, presenterebbe una superficie di durezza non uniforme, e nella lavorazione, le venature più dure che si trovano in tutti i materiali naturali, provocano delle “costole” in rilievo, che rendono difficilissimo realizzare per abrasione la precisione di 68,75 milionesimi di millimetro (nanometri), che caratterizza la qualità minima di uno specchio cosiddetto a lambda/4.

                I metalli hanno una struttura meno variegata dei materiali narurali. Sono più puri del marmo, e infatti sono stati utilizzati prima del 1858, quando Foucault dimostrò che gli specchi parabolici potevano essere fabbricati in vetro, con le modalità che ancora oggi noi astrofili autocostruttori adottiamo.

                Il vetro infatti è l’unico materiale amorfo utile, cioè privo di struttura cristallina tanto da essere considerato un liquido con viscosità infinita alla temperatura ambiente. Quando non è temprato, ma è ben ricotto, risulta uniforme nel suo volume, e questa è la premessa che garantisce la possibilità, con una buona lavorazione, di ottenere la migliore qualità ottica.

                A proposito al grado di lucido che è necessario raggiungere nella lavorazione, puoi leggere anche solo il breve capoverso “pratico” dal titolo “BREVE PARENTESI SUL GRADO DI LUCIDO RICHIESTO PER UN OBIETTIVO OTTICO”, nell’articolo al seguente link

                Specchio Newton Ø250F5; Diario di realizzazione (4)

                in risposta a: poetica #11186
                Giulio Tiberini
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                  :good: Bel pensiero. Molto intimo di persona assai religiosa. :good:

                  in risposta a: costruzione di un piccolo newton #11182
                  Giulio Tiberini
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                    L’unica via abbordabile economicamente rimane l’acquisto di due dischi fino a 300mm di diametro, in vetro normale (calciosodico) spessore 19mm, presso vetrerie industriali, cioè quelle che forniscono vetri per piani calpestabili ed altri usi in edilizia.
                    Gli ultimi due dischi li pagai 100 euro complessivi, tagliati e cianfrinati sui 4 spigoli circonferenziali, lasciando il restante bordo di taglio grezzo.

                    in risposta a: fornitori vetro ed abrasivi italiani #11175
                    Giulio Tiberini
                    Moderatore
                      • Offline

                      Interessante. Grazie!! :good:
                      Il problema però, almeno ai tempo dell’acquisto del blank del mio 250, era che i calciosodici per utensili venivano forniti solo a fronte dell’acquisto di un blank. :cry:

                      in risposta a: costruzione di un piccolo newton #11174
                      Giulio Tiberini
                      Moderatore
                        • Offline

                        Molto bene. Grazie

                        in risposta a: Un cordiale saluto a tutti voi #11169
                        Giulio Tiberini
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                          Ciao Alessandro. Benvenuto. :yahoo:
                          Cercheremo di aiutarti certamente, nell’ambito della nostre conoscenze non professonali…ma “quasi”.
                          Se ti va, intanto potresti raccontarci qualcosa del tuo RC da “rianimare”. :mail:

                          I nuovi problemi sono sempre stimolanti per il lavoro di gruppo ! :yes:

                          in risposta a: Strutturare un Dobson #11166
                          Giulio Tiberini
                          Moderatore
                            • Offline

                            Ciao Stefano.
                            Sono anch’io in vacanza senza computer. Guardando il disegno cad si potrá subito scoprire se ho sbagliato ad agganciare una linea di quotatura.
                            Credo infatti sia più facile che l’errore sia mio, artigianale, rispetto al responso professionale di Atmos.

                            in risposta a: Strutturare un Dobson #11158
                            Giulio Tiberini
                            Moderatore
                              • Offline

                              Uno zoom 8-24 è una buona scelta perchè sarà utile anche in un eventuale futuro quando potrai avere magari un telescopio a valigetta 250F5 da viaggio.

                              Il focheggiatore bello ma troppo caro.

                              Siccome i crayford sono semplicissimi, robusti, e da una vita sul mercato, credo non ci possa essere molta tecnologia di differenza..se non i costi di produzione del paesi produttori..quindi viva i GSO crayford low profile Cinesi a costi di circa 160 euro.
                              Il mio alto 90mm è un Intes Crayfotd (russo) da 2″ e base piatta, che nel 2002 pagai 125 euro.
                              Oggi ci sono di molte marche, anche low profile alti la metá del mio. con demoltiplica 1:10 (che il mio non ha, e della quale non ho mai sentito l’esigenza).

                              La corsa del mio è di 40mm, e con il traliccio tagliato per portare a fuoco l’oculare che richiede il maggior inserimento del fok, vanno a fuoco anche altri 10vecchi oculari di marche diverse, compresi i tre che uso sempre, che sono Explore scientific da 14, da 8,8 e 4,7mm e 82 gradi, e che sono fra loro parafocali (cioè li cambi senza bisogno di rimettere a fuoco)., Più 2 curiosi ex microscopio, con reticolo, che richiedono un barilotto più lungo per stare più indietro.

                              Il consiglio sugli oculari e poi di prenderli della sressa serie e parafocali.

                              Anche gli altri focheggiatori elicoidali (avanzamento a vite passo 3 a due oppure tre princìpi, per avanzamento di 6 oppure 9mm al giro), da 31,7mm peso 40 grammi, che ho fatto tornire su mio disegno dal pieno in nylon nero, per i piccoli telescopi da viaggio, hanno corsa di 40mm.

                              in risposta a: Strutturare un Dobson #11152
                              Giulio Tiberini
                              Moderatore
                                • Offline

                                Tieni conto però che io non sono un
                                esperto…ma esolo un curioso che ha fatto poche volte le “strade” delle quali descrivo le impressioni di transito. :unsure:

                                Per cui sono uno che normalmente viene surclassato tecnicamente da coloro che ho accompagnato per quei brevi iniziali tratti di strada che conosco, perchè giá percorsi. Ed è questa la cosa che mi piace di più. :good:

                                in risposta a: Strutturare un Dobson #11151
                                Giulio Tiberini
                                Moderatore
                                  • Offline

                                  Benissimo e senza fretta!

                                  Vedrai che con la tua “stoffa” tecnica che ormai conosciamo, sará un telescopio eccezionale. :yahoo:

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