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Oggi 5/8/19 reso nuovamente visibili tutte le immagini a corredo di questa discussione (cambio indirizzo da postimg.cc a postimg.cc)
Oggi 5/8/19 ho reso nuovamente visibili tutte le immagini a corredo di questa discussione (cambio indirizzo da postimg.cc a postimg.cc)
Questa aggiunta è dovuta al fatto che, ho notato, che lo specchio diametro 600F3,8, non ancora terminato nel documento di cui al link presente nel primo post di questa discussione, ha avuto un seguito ed un termine con tanto di tests, che mi pare interessante leggere:
Dopo parecchio tempo di fermo per metabolizzazione delle diverse difficoltà oggettive incontrate, nonostante l’opera di astrofili tecnici di tutto rispetto, è avvenuta la ripresa della parabolizzazione fino al termine dello specchio, con i relativi tests
http://www.astrosurf.com/magnitude78/telescopes/T600_site_V2/miroir_fin.html
Ahimè però si tratta di tests di Foucault…che purtroppo per suo principio fisico fondante, non è adeguato a focali corte su specchi di grande diametro:
Un test “della caustica” probabilmente sarebbe stato meno soggettivo (siccome “la caustica” è UNA unica barra verticale luminosa che presenta l’assenza netta di linee di diffrazione, è più facile da identificare rispetto alle ombre “piatte” da eguagliare e valutare su DUE finestre della maschera di Couder, col test di Foucault).
Ma principalmente il “caustic test” è nato proprio per sostituire il Foucault nel realizzare specchi di rapporto focale corto e grande diametro, perchè il centro di curvatura delle zone delle focali corte e di grande diametro, cade sull’asse ottico solo per la prima zona (centro specchio); mentre per tutte le altre zone il centro di curvatura cade sulla curva “della caustica”, che ha la forma di un padiglione di tromba, e che va sempre più allontanandosi dall’asse ottico, quanto più il diametro specchio è maggiore di 300mm, allontanandosi quindi via via sempre più dai dati errati forniti dal Foucault, man mano che si misurano i tiraggi delle zone via via verso il bordo specchio, dove le tolleranze sono sempre le più ristrette.
L’asse ottico è invece il luogo preso come riferimento dal test di Foucault, in quanto su rapporti focali uguali o superiori a F5, la discrepanza fra curva caustica e asse ottico è piccolissima e trascurabile.
Qualche Info sul test della caustica si trova quì: https://www.grattavetro.it/test-della-caustica/
Ho idea che uno specchio grande e molto “Fast”,realizzato col Foucault, darà sempre allo star test il dubbio che ci sia qualcosa che non va nelle zone oltre il 70%, e che ci si debba accontentare.
A parte tutto, è assai interessante per qualsiasi “grattavetro”, scaricare il file di excel dal titolo “carnet des retouches”, con link a fondo pagina della parabolizzazione finale.
Quel foglio di Excel descrive ciascuno dei numerosi ritocchi messi in atto, specificando azione, tipo di utensile sub diametro, e tempi di lavorazione, oltre a presentare i risultati dei successivi test di Foucault.
Come sempre in magnitude78 si trovano cose molto istruttive e interessanti sulle quali meditare.
Vedrai che i vantaggi di un dobson di tipo tradizionale (intendo modello obsession) sono enormi quanto a docilità di movimento senza inpuntamenti e scatti; come a tenuta di collimazione e a una ragolazione della insensibilità ad una disceta gamma di variazione di pesi al cambio oculare/accessori, data dalla possibilitá di allontanare reciprocamente i 2 tasselli di teflon di scorrimento delle mezzelune.
Il fatto è che per un F6, che è “lungo”, occorrerebbe una cassa del primario più “alta” per avere maggior margine di bilanciamento col traliccio lungo; il che è controproducente rispetto alla quota di altitudine cui verrà a trovarsi l’oculare , che sale a circa un metro e 80. Io per il mio 300F6″ alleggerito (dove per bilanciare l’impossibile gli sperimentai il freno a disco), lo trasformai poi in low-riding per avere l’oculare comodo agli 1,75 metri del mio occhio.
Ma in una costruzione non alleggerita aiuta molto (…ma senza potenti mezzi tecnologici è difficile) trovare il miglior compromesso fra l’aumento dell’altezza cassa del primario; altezza finale oculare dal suolo; e diametro mezzelune.
Aumentando il diametro delle mezzelune aumenta l’altezza del tele, ma si ha il beneficio della equilibrata dato dallo spostamento della culatta del telescopio, che dovrebbe tendere a raggiungere un aumento del peso della parte specchio primario, esattamente come aumenta il coseno dell’angolo di inclinazione del puntamento..Questa del coseno è la regola che elimina ogni contrappeso aggiuntivo….e senza tecnologia non è facile il calcolo..se non per sperimentazione e approssimazione.
Scusa il ritardo Stefano (Sono all’estero).
La soluzione con Solidworks è sicuramente il massimo della comodità. E avendone la possibilità e la conoscenza, conviene certamente utilizzarla.Quanto al diametro delle mezzelune, un metodo sarebbe quello di proporzionale ai dati degli altri telescopi presi in considerazione dal libro di Kriege.
Ricordo che nel libro c’è una tabella che parte dal diametro 15″ in sù..ma sono fuori casa e non ricordo le proporzioniSe può esserti utile per calcolare il peso del traliccio in tubi di alluminio, puoi scaricare il catalogo PDF alluminio con i pesi a metro, dal sito di questo mio fornitore.
https://www.comefimetalli.it/Se ti può interessare per farti una idea: La mia cassa del secondario del 360, completa di cercatori e oculare, pesa parecchio…cioè circa 5 kg.
I quali richiedono una parte equilibrante di 25kg, dei quali 20 sono bilanciati dalla equilibratura e i 5 restanti da 5 da contrappesi (uno dei quali appeso dietro la cassa del primario, è il faro da campo che ho convertito in alimentatore 6 – 12 volt delle mie ventole).Si alleggerisce la cassa del secondario, se per unire i due dischi di legno della sua struttura, si usa del quadro di legno SAMBA 30x30mm (che si trova nei brico), che pesa 350 grammi al metro.
La mia è pesante perchè per farla ho riciclato come distanziali 4 pezzi di tubo di alluminio Ø25×1,5mm, avanzo del traliccio, unendoli con barra filettata M6 e dadi ciechi.Ciao Stefano.
Buona Pasqua!!….Sono felice di rileggerti!Visto che il tuo è un 300F6 mentre il mio più grande è equivalente come costruzione perchè il 300F6 ha una focale di 1800mm uguale a quella del mio 360×5, posso come alternativa, solo darti delle misure del mio per vedere se i calcoli che farai dell’altezza dal suolo e dell’equlibratura vengono accettabili.
Purtroppo il momento meccanico risultante per ogni elemento componente il bilanciamento della leva del dobson è molto variabile in base alla lunghezza focale, che è quella che determina la lunghezza del braccio delle forze peso; e il peso stesso degli elementi costruttivi, che dipende dal tipo di materiale e al suo spessore scelto o disponibile.
Quindi per il calcolo dell’equilibrio io non conosco un metodo diverso dall’individuare un fulcro ipotetico, fare il calcolo secondo quello, e poi aggiustare i calcoli a ritroso trovando il punto di equilibrio che si ritiene ottimale.Attenzione però che nei calcoli occorrerebbe anche comprendere il focheggiatore; il cercatore ottico e quello Telrad o meglio il leggero quickfinder, il telo….(non affannandosi però più di troppo perchè la correzione la si può fare con dei contrappesi).
Visto che il rapporto diametro specchio 360mm del mio 360F5 (calcolato proporzionalmente alla tabella del libro di Kriege) mi dava 380 di profondità della cassa primario (e vista la mia esperienza diretta di installazione e collaudo, dentro la struttura del mio 360F5, del mio specchio 300F6 come il tuo, prima di costruirgli la struttura di tipo light, senza problemi di messa a fuoco), proverei a partire con i calcoli ipotizzando una profondità della cassa del primario di poco meno del mio…. cioè ad esempio 350 o 360mm, facendo conto che il fulcro di rotazione cade alla mezzeria della parte alta della cassa.
Tutto ciò se non hai ancora costruito la cassa del secondario…(perchè andrebbe larga come la cassa del primario per comodità di un traliccio rettilineo. E una cassa larga 350mm ti renderebbe un poco più basso e magari più comodo l’altezza dal suolo dell’oculare).
Calcola anche che per esempio nel mio 360, la distanza dal suolo della cassa del primario è di 130mm…(quindi il fulcro delle mie mezzelune diametro 520, so trova anch’esso a 520mm dal suolo).
Sulla base di quella profondità che sceglierai, dovresti provare a calcolare e sommare i prodotti della forza peso di ogni elemento agente su ciascuno dei due lati del fulcro, moltiplicata per il suo braccio, per trovare quale sia il totale da una parte e dall’altra, e per confronto correggere la posizione del fulcro allungando o accorciando la profondità della cassa del primario, calcolando a ritroso quale sia il suo valore equivalente all’altro lato della leva, per trovare l’equilibrio.
(Non so se con le mie ciance sono riuscito bene a confonderti le idee)
Conosco un poco la tecnologia del vuoto perchè mi occupai della costruzione di grandi trasformatori elettrici in media tensione, e trasformatori in alta frequenza per generatori di saldatura a induzione di tubi d’acciaio. Tutti impregnati sotto vuoto in resine epossidiche i primi e siliconiche i secondi per eliminare e soffiature nelle colate isolanti.
Ma il vuoto richiesto non era così spinto, ed era ottenibile già con le comuni pompe ad anello di olio.
Conosco anche le pompe molecolari che funzionano a “Pioggia”, molecolare sfruttando l’asportazione per urto delle poche molecole rimaste dal vuoto in olio, necessarie a realizzare vuoti molto spinti.Interessante il plateau rotante su cui è installato lo specchio!
Non mi intendo molto di autoclavi a vuoto per il deposito dell’alluminatura.
Puoi descrivere come funziona quella fotografata?Concordo. E’ troppo rischioso toccare quella zona.
Un consiglio che mi viene in mente, per poter valutare meglio il problema del bordo, è di annerire il cianfrino anche solo con un pennarello indelebile, che attenui un poco il suo riflesso fastidioso e disturbante, oppure di coprirlo con le finestre esterne della maschera di Couder ben a contatto con lo specchio.
Altro suggerimento è di vedere col tuo software il diagramma Millier-La croix che in pratica è come si posizionano le spezzate che rappresentano le tue zone, nei confronti alla “tromba” delle tolleranze di lavorazione (che sono lasche al centro ma strettissime al bordo).
Infine se vuoi leggi quì una situazione sempre interessante:
https://dobsoniani.forumfree.it/?t=68985880Bravo Fabio!
Direi che hai una bella “mano” leggera ed efficace, perchè hai fatto un buon lavoro di non facile, cauta progressione positiva, migliorando moltissimo il rapporto P/V. Quindi con soli 32 nanometri di errore, anche il bord rabattus non penso sarà di grande disturbo allo star test.Ciao Fabio.
Il tuo procedimento di asportazione dell’alluminatura è impeccabile.Tanto per farmi una idea rispetto ai miei lavori sugli F5: Uno specchio 250 F4,8 ha una freccia misurabile al centro di 3,32mm contro i 3,18 di un F5, e una “svasatura” di parabolizzazione che al bordo differisce dalla sfera di 2,25 micron contro gli 1,99 di un F5, quindi 251 nanometri (un quarto di micron).
Credo che dovessi io fare il lavoro, per rendermi conto dell’andamento, farei dapprima la verifica col test di Foucault della reale lunghezza focale che attualmente ha il tuo specchio; Test che inoltre fornisce la indicazione dell’ampiezza della zona da ricondurre alla parabola, e indica pure la quantità in nanometri dell’errore esistente.
Suppongo che, non avendo io alcuna esperienza nell’uso di utensili sub-diametro, e visto lo stato attuale dello specchio già troppo deformato (che se non ho capito male soffre già di un eccesso di svasatura che richiede di lavorare una zona abbastanza estesa, non per aggiungere o modificare la profondità della lavorazione, ma per tornare indietro verso la sfera…. ma possibilmente per fermarsi ” a metà strada”, cioè alla parabola) tenterei usare un utensile a pieno diametro.
Se dovessi usare un sub-diametro, non cambierebbe il procedimento per la verifica del tempo di lavoro da applicare nelle correzioni, rispetto al pieno diametro.
In pratica come primo intervento (guidato dalla tecnica descritta da Massimo), farei solo due giri di tavolo senza esercitare pressione sull’utensile e ossido di cerio ben cremoso. Per poi ripetere il Foucault allo scopo di vedere materialmente la differenza in nanometri risultante dalla modalità di lavorazione applicata nella zona interessata.
Sentiamo anche qual’è l’approccio che consiglierebbe Massimo.
Ciao Fabio. Sei il benvenuto!
La conoscenza del lavoro del Texereau e i tuoi successi precedenti sono già una garanzia di successo. Ma sicuramente migliora lavorando con la compagnia e il confronto col Forum.
Spero che ti possa trovare bene quì. -
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