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Sorry come dicevo il rinco avanza velocemente, ho caricato solo l’anteprima.
Ecco i link:
https://i.postimg.cc/wvysJqd3/MG-6265.jpg
https://i.postimg.cc/852fm214/MG-6728.jpgCiao Giulio thanks, dal peso raggiunto direi che sono proprio un filo sotto il “military grade”, quasi quasi aggiungo un paio di Kg di piombo così rientro e posso farne vanto ahaahahah.
Le lavorazioni sono l’ultimo dei problemi nel senso che lavoravo nel settore meccanico e diventa exciting quando si deve inventare per superare i limiti di un’attrezzatura amatoriale se poi si pensa che avevo a disposizione praticamente tutto ed ora me la devo cavare con quel che ci sta negli otto metri quadri di garage adibiti a laboratorio…………
Talmente exciting che il mese scorso stavo facendo una modifica alla fresatrice e ho fatto il botto, aspetto la control board di ricambio porc.*****. Sono un poco arrugginito.
Riflessione: avevo tutto a disposizione e non avevo tempo che per lavorare, ora sono padrone del mio tempo ma mi manca l’attrezzatura. Preferisco il tempo.Sfondi una porta aperta Giulio, arrivo pure io da autocad e xt5 è un ripiego, mi pare sia quello più simile ad autocad ed è free. In questa versione, uso ancora quella con la vecchia grafica,
non è abilitata la funzione mirror e altre, le oltre 80 ore derivano anche da questo.
Il mese scorso era in offerta la versione base 3D a 149 euro sono stato tentato ma aspetto il prossimo disegno impegnativo. Ci sarebbe anche la versione base 2D per 49 euro che sarebbe più che sufficiente per giocare. Si la discontinuità è un bel fastidio e anche se più giovane di Te, gli anni si fanno sentire.
Quindi sei quasi coetaneo di Enzo il Super Astrofisico.
Ci tenevo a segnalare il circolo di Enzo, la nostra passione deve evolvere nella conoscenza limitarsi ad osservare o fotografare a fini estetici come tanti fanno è un limite che va
superato e quando lo si supera è molto gratificante.Passo la gran parte del mio tempo in SudAfrica, le due foto postate sono la prima sulla costa dell’Eastern Cape che non è proprio desertica in senso di clima e la seconda ad un valico di confine tra SudAfrica e Lesotho e nemmeno quella è climaticamente desertica anzi era la terza volta che ci provavo e la volta precedente ho dovuto rinunciare perché si affondava nel fango.
Le due foto rendevano bene l’idea delle difficoltà a cui è sotoposto il tele, un caso perché qui
i deserti non mancano e sono pure la mia passione, ci si cade dentro appena si lascia la costa, se
si sta verso la west cost si arriva fino in Angola in ambiente e clima desertico passando per la Namibia che considero nella mia esperienza il meglio in assoluto.
Fotograficamente una meraviglia, non solo in senso astrofoto che non pratico. La sensazione di solitudine contrapposta a quella della moltitudine a cui siamo abituati fa girare la testa.
Giusto due jpg namibiane che rendono l’idea.Cool
Thanks Massimo, spero proprio che possa essere di spunto a qualcuno.
Per le Frank’s knobs bisogna ringraziare Max, da buon pigro avrei lasciato quelle schifezze
senza la sua stroncatura.
Avessi potuto lavorare lo specchio sarei rimasto sull’idea iniziale del 180 mm e anche il peso
sarebbe diventato più gestibile, but this is……..Cool
Ciao Giulio, visto che capolavoro il 18″!!!! Quando ci si vende bene si arriva ad osare tanto.
Inutile criticare il costruttore, chi non vuole vedere e sentire continuerà a cantarne le meraviglie.
Sto facendo un pensierino sull’intervenire radicalmente e sostituire tutti i pezzi “Problematici” ripensandoli, anche se non credo di guadagnare nulla in efficienza, così è perfettamente utilizzabile. Avendo un garage ormai pieno dell’attrezzatura necessaria, che non disponevo quando ho sistemato il tele, posso mettere nella lista anche questo sarebbe comunque una soddisfazione personale.
Concordo con il discorso d’esempio della ventola che così non serve a nulla e invece di mettere il pin avrei dovuto toglierla, poi qui tra dentro e fuori raramente ci sono più di due o tre gradi di differenza e di solito è più caldo fuori. Il tutto va comunque visto in un quadro di di “vil moneta” che a mio parere è quel che interessa il costruttore e null’altro, la cura posta nell’oggetto è così poca e furbesca che non si può pensare ad altro.
Se introduciamo l’estetica ci si avventura in un terreno minato, pur essendo pienamente d’accordo con il tuo pensiero riguardo la bellezza di un oggetto meccanico nello specifico va introdotto anche un altro elemento di valutazione, ” tutto quel che non serve al fine, è uno spreco “. Questo concetto va inteso in senso largo, non solo di quel che si vede. Ad esempio se progetto un congegno la cui vita si esaurirà tra dieci anni e questo ne dura venti ho probabilmente commesso un errore di progettazione sprecando risorse. Sto generalizzando se si entra nello specifico non ne usciamo più.
Innegabile però che il tocco di stile qualifica comunque qualsiasi oggetto anche il più semplice e meccanicamente perfetto, com’è un’arma da fuoco c’è spazio per il “Tocco”.
Da meccanico non ho alcuna esitazione nel preferire il metallo al legno ma mantengo un grande rispetto per questo materiale e ti posso garantire che anche in un telescopio, poste le dovute condizioni di utilizzo, trova posto anche in elementi più critici della semplice cassa di contenimento. Nel post su Northek non ho fatto nomi ma qui uno lo posso fare, oltretutto mi pare che abbia dismesso la produzione. Il dobson di paragone da 16″ citato nel tread, che ho in Italia, è un Ariete costruito come si deve con perizia e professionalità, ( mi riferisco in particolare all’utilizzo del legno ). Il traliccio è sostituito da quattro aste in legno a forma di “v” di adeguato spessore e non fanno per nulla rimpiangere un traliccio in alluminio, tanto meno quello del 18″.
Con 16 anni sulle spalle se qualcosa si doveva torcere, crepare o altro l’avrebbe fatto invece qui è ancora tutto come nuovo, l’anno scorso ero in Italia e ho controllato le quattro aste di circa 1,6 m che supportano il secondario proprio nel timore di trovarle imbarcate dopo 4 anni di inutilizzo e invece perfettamente diritte, anche la vernice è rimasta “Intonsa”.
Non è il legno da temere ma i costruttori improvvisati.
Che non sfugga che sto parlando di dobson e solo di quelli.
Nell’ultra compatto che prima o poi dovrei cominciare, cercherò di ridurre al minimo l’uso del legno per il semplice fatto che non ho sufficiente esperienza per un impiego di questo tipo.
In un compatto la collassabilità è essenziale e in legno non avrei la minima idea di come fare.
Confesso che nel secondo post faccio fatica a capire dove vuoi arrivare but don’t warry, se si introduce l’arte, anche solo come paragone, mi estraneo e mi limito a leggere. Per un adepto alla setta dei galileiani, quale sono, digerisco male tutto quel background che normalmente si accredita ad un opera d’arte.
Mi limito ad apprezzarne la bellezza, quando la capisco. Il più delle volte è solo un effetto “pelle”.
Cool.Sera Giovani, sto ancora rimuginando su quanto avete scritto.
Qualche considerazione ” mi scappa “, forse pensando sempre al 40” ci siamo lasciati influenzare.
Mettiamola a questo modo, con la vostra esperienza di grattugiatori dovreste riuscire a tracciare una linea che definisce la convenienza sull’utilizzo del sistema di piegare il blank mantenendo uno spessore che non ricada nei problemi di cui sopra. Ovviamente riferendosi non a diametri estremi.
Quindi: spessore, risparmio di tempo di svuotamento e convenienza economica. In relazione ai diversi diametri.
Altro dubbio che mi rimbalza in testa è sulle nervature, indipendentemente dallo spessore dello specchio ho l’impressione che si creino un sacco di problemi di tensioni durante l’acclimatamento muovendosi lo specchio come se non fosse di spessore uniforme e che non si risolvano nemmeno una volta in temperatura.
La mia è solo una valutazione intuitiva non suffragata da alcun dato, mi sfugge qualche cosa ???
Thanks.
Cool.Giorno Ragazzi.
Massimo, riguardo lo specchio leggo con interesse il post di Mirco mentre per il cavalletto son sicuro che non occorre alcuna specifica capacità per valutare la soluzione proposta e qualsiasi domanda può farmi vedere quel che non ho visto. Il post è molto ridimensionato rispetto a quello
che volevo ma mi pare che essendo l’oggetto un poco fuori tema rischiavo solo di annoiare e ho
preferito un “Racconto” più per immagini che per disegni.
Mi sfugge se è un problema comune quello a cui ho tentato di dare soluzione oppure è solo una mia “fissazione”.
Grazie Mirco, tornando allo specchio mi pare che i problemi del soggetto in particolare siano parecchi ma questo esula dal discorso, direi che tutti riconosciamo la portata del lavoro a Fabio e non intendo assolutamente mettere in discussione il suo progetto, poi non so chi abbia potuto guardarci dentro e fare delle valutazioni. Io mi attengo a quanto descritto da lui e non ho ragione di dubitarne alla fine la visione perdona molto e la raccolta di luce fa la differenza.
Riguardo alla cella invece non mi riferivo alla realizzazione ma proprio alla progettazione e lavorazione dello stesso in quella direzione. Quel che pensavo è che se il rapporto spessore diametro e così critico perché non progettare una cella che lascia deformare lo specchio sotto il proprio peso e lo mantenga deformato, se lavorato nella cella questo sarà automaticamente corretto.
Sarà da vedere quanto sia possibile mantenere questa deformazione con il cambio di inclinazione.Stai facendo un lavorone complimenti, la curiosità mi spinge e anche se non vorrei chiederti di anticipare nulla, non resisto: hai già sufficienti dati per una curva empirica dimetro/spessore minimo?
Sarebbe poi interessante una relazione spessore-diametro-temperatura.
Anche, riferendomi alle due immagini, una curva di risparmio di peso tra disco a spessore e disco nervato.
Meglio che mi fermo.Thanks
CoolCiao Massimo, ero quasi certo che non fosse sfuggita un’impresa di quella portata.
Ho fatto una ricerca nel forum e non trovando nulla, probabilmente ho usato i termini sbagliati, sono entrato in tema dall’inizio. Concordo pienamente sulla valutazione che un simile lavorone è cosa personale e va inquadrata come tale, quel che mi interessa è parlare dell’idea di piegare il disco di vetro per alleggerire lo svuotamento e che ha come conseguenza un appoggio tondo. Quel che mi sfugge sono le complicazioni, se ve ne sono. Mi pare, da neofita, che implica problemi sia nella lavorazione che nella cella dove deve poi stare o sbaglio?
Giusto una cosa che mi ha lasciato molto perplesso, probabilmente perché qui non manca mai, un colpo di vento mentre si sta all’oculare in cima alla scala avrebbe conseguenze drammatiche.Grazie, prenditi tutto il tempo che occorre, già il fatto che ti interessa è per me fonte di soddisfazione. Nel caso non esitare a fare domande è sempre un piacere discutere gli aspetti tecnici. Non ho pubblicato disegni perché mi pare un lavoro un poco oltre il normale fai da te, sono comunque disponibile ad aiutare chiunque voglia cimentarsi.
Bene Massimo, scontato ma così è fugato ogni dubbio.
Provo a pungolare Max, sono sicuro che segue il forum ma so anche che è molto preso.Fai con calma Giulio no rush. Buona vacanza.
Auguri a tutti.Ciao Giulio, thanks sono ben contento di essermi deciso ad interloquire oltre che a leggere solamente e spero così di apprendere molto altro.
Al di la di quel che appare sono particolarmente pigro e il panto è, forse era pare che Max si sia deciso, finalmente, la soluzione ad un vuoto del mercato. Le finiture non guastano ma sono sempre un di più e se il tuo funzionava vuol dire che lo scopo era raggiunto.Ho visto il sito del Dobson “Originale” e ne faccio tesoro.
Intendo modificare il progetto non perché voglio migliorarlo, nel caso sarei presuntuoso, ma perché il target è differente e devo piegare il tutto sulle mie necessità l’idea del trasportabile che pare banale è quella buona per il mio scopo. Qui ho la fortuna di disporre di un dark sky eccellente ma è nulla a confronto di quando mi reco in zone desertiche e completamente al buio. Il problema nasce dallo spazio disponibile nel 4×4 che pur essendo abbondante viene saturato dal necessario per sopravvivere 8/10 giorni. Quindi mi occorre che sia compatto ma senza eccessivi compromessi sulla stabilità da qui la scelta di un 8″ ancora gestibile come ingombro.
Poi che dire, mi piace pasticciare, fare, rifare e a volte con risultati peggiori di quelli di partenza.Apprezzo l’offerta del disegno e provvedo al messaggio, uso doublecad xt5 free version e mi pare legga i dwg. Per le quote mi arrangio non preoccuparti, la mia estrazione “Meccanica” mi impedisce il copia incolla finirei nel girone dei dannati magari con un risultato migliore del quotato ma sempre dannato sarei ahahahahah.
Ancora una cosa, Giuseppe parlava del suo Dobson in progress mi permetto di segnalare la mia avventura con il dobson da 18″ ( http://www.northek.it/forum2/index.cfm?page=topic&topicID=837 ) che ho trattato nel forum Northek, in particolare il test di flessione del supporto fok e fok che nonostante il brend (fok) si è dimostrato una ciofeca.
Il test è di facilissima esecuzione al costo di pochi spiccioli e non mente, può essere usato anche in fase di costruzione evitando interventi successivi che sono sempre difficili. Avere un lamba 15 con un fok che piega magari di 1 mm sarebbe un bel mal di testa.Anche se conosco la risposta preferisco chiedere: spero non siano inopportune le segnalazioni al forum Northek che rimane comunque un forum commerciale anche se ad un livello decisamente superiore al normale.
Cool
Grazie Giuseppe e complimenti per lo specchio.
Fai con calma, dettagliare in maniera precisa e univoca non è facile e richiede tempo.
Tranquillo credo che nessuno si aspetti l’ottava meraviglia ma una macchina che funziona, che poi è quello che importa, abbellirla e renderla accattivante è una scelta personale e non cambia quei
grafici che hai postato.
Quando ho costruito il “panto” grande mi ero appena trasferito e il garage pareva una landa desolata.
Forse appare professionale perché sono un buon fotografo, hahahaha.
Tornando alla “Macchina” il risultato è quello che conta e se vi è stata o meno la botta di c. c’è un unico sistema per saperlo e si chiama ripetitività. Per questo è importante che fissi per bene tutto quello che hai fatto in senso di procedura così che altri possano provare a ripetere la lavorazione nel modo il più fedele possibile alla tua. Potresti riprovare tu e toglierti ogni dubbio.
In ogni caso qui la fortuna mi pare centri poco, da quanto ho capito hai lavorato duro e fatto esperienza impiegando parecchio tempo e risorse per arrivare a quel risultato e questo non si
può chiamare fortuna.
Se la macchina facesse tutto da sola la lavorazione perderebbe di interesse, al di la del piacere di fare con le proprie mani partendo da zero che è un punto fisso, poter disporre di una macchina
economica che agevola il lavoro permette di aprire a tanti esperimenti altrimenti impossibili.
Pensiamo solo al discorso della temperatura, trattato in alcuni tread sul sito Northek e spesso
sottovalutato dagli utilizzatori e sopratutto dai produttori.
Se si accorciano i tempi di produzione si possono fare tante prove con differenti spessori e sistemi di acclimatamento dello specchio.
Senza dimenticare che in casi tipo il mio sarebbe l’unica possibilità.
Inutile negare, ci piace giocare e non ci piace vincere facile.
CoolSera Ragazzi, grazie per la calorosa accoglienza.
Mirco al momento sopravvivo in Sudafrica e di telescopi, ahimè, ne ho più di quanti posso usarne, è un problema su cui sto lavorando ma senza risultati, continuano ad aumentare.
Ho dato uno sguardo in rete per le macchine e ogni spunto è buono ma sono rimasto impressionato dai grafici pubblicati da Giuseppe, un risultato che va oltre le aspettative. Per questo sono molto curioso di vedere la sua macchina. Il problema della lucidatura “random” non è solo per gli specchi anche in altre applicazioni si riscontra e dopo averlo affrontato per anni, nel mio fu lavoro, senza mai averlo completamente risolto mi lascia molto molto incuriosito.Massimo grazie della stima ma così mi fai arrossire, sia chiaro che sono qui per imparare. Naturalmente condividerò tutto quello che riuscirò a mettere insieme così come posto sul forum Northek.
Riguardo il Dobson ultra portatile grazie all’esperienza di Giulio parto con le idee abbastanza chiare ma sono in ritardo rispetto ai tempi previsti per iniziare. Ho un elenco piuttosto lungo di
cose da fare, non solo “astronomiche”, che non capisco come mai invece di accorciarsi si allunga.
Naturalmente avere le idee chiare aiuta ma non è garanzia di un buon risultato, occorre validarle.Cool
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