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Ciao Giulio,
hai una filosofia molto simile ad alcuni miei colleghi. La mia filosofia è un po’ diversa: diciamo che è piuttosto facile che un tecnico “non del ramo” come me si ritrovi a pensare cose già fatte. E la sintesi dei meccanismi è un qualcosa che porta, negli argomenti trattati da molto tempo, a trovarsi con quasi tutto già fatto. Dico quasi, perché dato per lavoro faccio lo sviluppatore di prototipi, se fosse davvero tutto-tutto fatto a parità di tecnologia sarei già stato licenziato
Comunque ti ringrazio molto per portare la tua esperienza del campo su questo blog. Inoltre, come hai scritto tu, la progettazione senza scadenze è davvero divertente!
Terrò a mente il consiglio di mettere in battuta un lato dei profili dei denti tramite peso del telescopio. Mi preoccupava come soluzione perché ho letto di persone che si sono trovate a perdere la serata a causa di un movimento del tubo, una volta superato un certo angolo. Solo per questo probabilmente insisteró sul buon vecchio meccanismo che ho descritto.Grazie Giulio e Mirco, è importante avere feedback soprattutto in fase preliminare di studio.
Comunque, Giulio, non so se essere contento per aver pensato qualcosa di buono e testato o se essere depresso per “non essere originale”. Nell’immagine che mi hai girato ho visto in sostanza REALIZZATI gli schizzi dei miei ultimi 2 mesi. Ed io, che avevo visto soltanto la classica montatura a forca, pensavo di aver inventato “una nuova figata”. Vabbé.
In realtà, ciò che sto ideando ha importanti differenze rispetto a quello che ho visto.
Prima di tutto, la meccanica. Non userò pulegge e ruote di frizione. Nel campo delle macchine utensili si usava, fino a poco fa, un meccanismo a 4 ingranaggi per ogni riduzione di velocità in cui una molla creava il “gioco zero” tra i denti. Le macchine utensili moderne utilizzano 2 motori e l’elettronica. Io intendo fare la scatola di riduzione a gioco zero realizzando un riduttore 1/86164 gioco zero ed associare un motore che va a 60 rpm. L’ultima ruota ha un tratto di ingranaggio (immaginate una cremagliera curva) che permette qualche ora di inseguimento. Il motore lo accendo poco prima di aver “trovato il bersaglio” con 2 movimenti folli da bloccare. Nei due movimenti folli ci saranno altri 2 meccanismi a gioco zero, micrometrici, in futuro motorizzabili per micro aggiustamenti se avrò tempo di giocare con l’elettronica, per avere sempre ciò che cerco puntato alla perfezione.
Però non ho lo spazio per tenere questa cosa montata. Quindi dovrò fare il tutto smontabile come un transformer per essere messo via. Avrà una configurazione tipo carrello per il trasporto. Manopole bloccheranno i macro componenti tra una configurazione e l’altra.
A lavoro uso normalmente costosissimi cad 3d che non potrò mai permettermi da privato, soprattutto evitando la troppo rischiosa pirateria. Ma tanto anche il mio PC non riuscirebbe mai a farli girare come si deve
Quindi per il CAD 3d valuterò cosa trovo. Conosco un CAD 3d non parametrico gratis, ma non parametrico in meccanica è sinonimo di insulti a nostro signore. Non ricordo neanche quanto “bene” gestisse gli assiemi. Un altro CAD 3D è parametrico, gratis, ma “fa venire i brividi”. Intanto proverò a vedere ciò che mi ha consigliato Giulio.Grazie mille ragazzi! Mi state aprendo un mondo. Inizierò a costruirmi un Newton classico. Ora ho abbastanza elementi per capire come mai nessuno lo aveva fatto prima. Il discorso di Massimo mi è chiaro. Davvero non ci avevo pensato. A questo punto, dato che un telescopio di diametro almeno 300 me lo voglio costruire, credo di dovermi concentrare su due altri punti:
1) bellissimo il link che mi hai girato, Mirco, ma mi sapresti consigliare uno o più testi di riferimento che argomentano il tutto con un certo ordine dalla “base”? Come base culturale ho fatto ingegneria meccanica e non ho problemi con inglese e francese. In altre lingue non sono ad un livello sufficiente per studi tecnici.
2) leggendo altri post mi sono messo a guardare tutte le stampanti 3d più diffuse nel mercato. Sono fortemente combattuto: per pochi soldi (circa 450 euro) ho trovato una stampante abbastanza precisa (+-0.08 mm) ma che stampa solo PLA oppure si trovano altre stampanti che fanno anche ABS ma che hanno tolleranze più basse (+-0.2 mm o peggiori). Il PLA sulla carta non è affatto male, in quanto ha un modulo di young 1,5 volte superiore all’ABS. Inoltre i carichi per questa applicazione sono “quasi statici”, quindi mi preoccupa poco la tendenza alla rottura fragile. Sono più preoccupato che mi si “squaglino” i meccanismi. Altri materiali sono molto interessanti (esempio PLA o nylon caricato carbonio) , ma si passa almeno a 1500 euro di stampante. Per il PLA semplice, sembra che basti stare attenti a non lasciarlo in macchina. Ma voi, in che materiale stampate?Spero funzioni,sto provando a collegare l’immagine tramite postimage
Ciao Giulio,
grazie della spiegazione per le immagini.È esattamente come hai descritto. L’immagine riporta uno specchio circolare piano che aumenta l’ostruzione del primario, ed infine il rinvio sul terziario ellittico.
Appena riesco ti giro l’immagine
Ciao Giulio,
ho visto qualche tuo progetto nel forum, complimenti.Ho qualche difficoltà ad allegare le immagini. Se mi spieghi come allegare le foto faccio una foto allo schizzo su carta di “concept” che ho fatto. La prima spesa che avrò sarà quella di un pc più serio dove fare CAD, anche se non sarà mai come quello che ho a lavoro
Dico da subito che alla luce di quanto ho letto in altri post quello schizzo andrebbe migliorato (non ho tenuto conto del diametro dell’oculare, sono soltanto uscito dal diametro del tubo di 200 mm come parametro di “guida” perché ci stesse il focheggiatore, lasciando ad un secondo momento i dettagli).
Per uno studio di fattibilità andava bene così.Il fatto che ciò che costruirò sarà anche per astrofotografia implica una geometria che non ho ancora definito (nonostante le decine di schizzi) perché ho delle idee parecchio ambiziose riguardo rigidezza, “smontabilità” e peso quindi dovrò lavorarci parecchio. Una idea è addirittura senza un vero tubo, con copertura posticcia per la luce. Ma dovrò lavorarci ancora diversi mesi prima di passare al CAD, soprattutto se alla fine rinuncio alla compattezza del telescopio montato perché rinuncio a farlo a 3 specchi.
Meglio saper prima certe cose che fallire a spesa fatta. Ho maturato in questa giornata la funesta verità sugli specchi piani. Il motivo per cui volevo fare un newton compatto non era tanto quello di abbassare il punto di osservazione (che comunque è stata una interessante scoperta, non li conoscevo) quanto aumentare la rigidezza strutturale complessiva e l’ingombro.
Tutto da rifare!
Mi si presentano poche altre opzioni:
1) accontentarmi di un 300 mm f4 o f5, il che riduce di molto sia il peso che le dimensioni (che la luce ). Magari proprio a causa del peso dimezzato diventa bello spassoso.
2) rinunciare alle piccole dimensioni del telescopio montato e progettare un “normalissimo” 400 mm f4,5 (che riesco a trovare a “buon mercato”) smontabileAvevo già scartato per la difficoltà di fabbricazione (prima dovrei farmi le ossa) o il costo (comprando) le altre 2 opzioni:
3) imparare a costruire un cassegrain – che non ho mai visto di grandi diametri: il che fa pensare, soprattutto per la lastra correttrice che lo chiude
4) imparare a costruire grossi specchi a focale cortissima. È ovvio quanto questo possa essere complessoGrazie mille per le spiegazioni, ora torno a buttare giù altre idee, comparando la 1) e la 2)
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