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Per quanto riguardano le tensioni all’interno del blank, l’articolo che ti ha postato Giulio è validissimo…
Queste sono le prove che avevo fatto sul mio blank una volta uscito dal forno:
Per ottenere le immagini delle tensioni interne, ho messo il blank davanti allo schermo completamente bianco della TV di casa (va bene TV, schermo del PC, ecc… ma non lo schermo delle vecchie TV a tubo catodico)
Lo schermo completamente bianco l’ho ottenuto mandando un video di un paio di minuti trovato su youtube.
Dopo di che basta guardare attraverso degli occhialini per i film 3D, che ti danno anche al cinema, per vedere gli stati di tensione nel vetro. Devi capire qual è il verso giusto in cui mettere gli occhiali però.
Mi spiego meglio.
se guardi la prima immagine ti accorgerai subito che lo schermo sullo sfondo (quello della TV) è bianco e si intravedono solo su 4 posizioni a 90° una dalle altre le tensioni interne, ma questa non è la posizione corretta dove posizionare gli occhiali.
Se inizi a ruotare gli occhiali, vedrai sempre lo schermo bianco e quelle 4 zone colorate girare assieme ad essi, fino a che non arrivi in un punto, in cui lo schermo della TV passa improvvisamente da bianco a nero, come nell’immagine sottostante.
Ecco questa è la posizione corretta con cui osservare le tensioni.
Nel caso specifico, come vedi c’è una specie di croce scura al centro, che penso sia dovuto a qualche fenomeno che non dipende dal blank perché rimane identica, nella stessa posizione, anche se ruoto il blank.
Quello che è di interesse invece, è quella zona circolare blu-azzurra che si estende fino a 3/4 del diametro (tensioni costanti o non presenti in questa zona) la quale poi, sfuma prima attraverso il bianco fino ad arrivare al giallino. Questo mi indica, che quella variazione cromatica, è dovuta a delle tensioni interne, però ad essere sinceri, non saprei valutarne l’entità. Può essere benissimo che le tensioni siano piccole ed entro un limite ben più che accettabile.
Per ottenere le immagini che hai visto, ho dovuto posizionare gli occhiali al rovescio, ovvero con le stanghette rivolte verso l’avanti, perché se li mettevo “dritti”, ovvero con le stanghette rivolte verso l’osservatore vedevo sempre un’immagine di questo tipo:
e non riuscivo mai a trovare la posizione per cui lo schermo dietro risultasse nero.A presto e buon lavoro…ciaooo
Ciao Marco,
ho appena letto che hai fatto anche delle simulazioni agli elementi finiti, della struttura del blank che vorresti ottenere…Mostreresti qualche risultato?
O i risultati delle varie configurazioni che hai testato (se ne hai provate più di una)?
grazie, sarebbe davvero molto interessante…Ciao a tutti…
Si, la stampante 3D io la consiglierei sicuramente, penso sia il miglior acquisto che ho fatto negli ultimi anni…Per carità, bisogna saperla settare bene, saper utilizzare programmi CAD per la modellazione 3D e avere un minimo di critica ingeneristica per poter creare dei componenti leggeri ma allo stesso tempo resistenti, però per il resto è davvero utilissima…io ci stampo di tutto..Per dare un’idea dei prezzi, basti pensare che per pezzo il cui tempo di stampa era di circa 5-6 ore, il preventivo fattomi on-line da una ditta era di circa 300-350 Euro, mentre la mia stampante l’ho pagata in totale 205 euro. E’ arrivata in kit e l’ho dovuta montare interamente, però non è stato un problema e ad oggi ne sono pienamente soddisfatto…
Ciao Stefano,
molto bello il lavoro che stai portando avanti…seguo con interesse…
buon lavoro…Ciao a tutti,
ho visto solo ora questa discussione…
No Marco, a livello amatoriale è assolutamente impossibile riuscire a costruire un telescopio a specchi multipli che funzioni (specifico che funzioni, perchè che non funzioni ci si riesce benissimo…ah ah ah.. ).
Le tolleranze di lavorazione, sia di raggio di curvatura, sia di costante conica sono troppo spinte per un costruttore amatoriale, per non parlare poi delle tolleranze strettissime di posizionamento degli specchi, per far si che riescano a lavorare all’unisono.
Se ti può interessare ti suggerisco questo articolo, in cui sono indicate diverse tolleranze di lavorazione per il GMT (Giant Magellan Telescope, 24 metri di diametro!!!):
http://www.gmto.org/Resources/GMT_5494-8.pdfMassimo: mooooolto bello quel documento sull’ E-ELT, non l’avevo ancora letto.
Comunque sia il primario dell’E-ELT è formato da tutta una serie di esagoni ogni uno lavorato in modo da formare alla fine un unico ellissoide con K=-0.996. Quindi son proprio sagomati, ogni uno, con la propria specifica forma di concio di ellissoide, non sono piani. Poi si ci sono altri 4 specchi, di cui un secondario e un terziario conici, per eliminare gran parte delle aberrazioni ottiche, un quarto specchio piano su cui interviene l’ottica adattiva e un quinto che manda verso il fuoco Nasmyth il fascio ottico.
Un’altra cosa impressionante è che il primario ha un F#=0.93, il che si traduce in una freccia del primario di più di 2.5 metri!!!!!!!!!!!!! Per non parlare delle dimensioni, delle massi in gioco, delle forze relative al vento prodotte da un dome così grande, e del fatto che sarà costruito in una zona molto sismica…Uh, WOW bellissimo…
No, la freccia viene di 5.075mm…
La formula (approssimata) da usare è:
r^2/(4*Focale) oppure r^2/(2*Raggio di curvatura)
dove Raggio di curvatura = 2*FocaleSi, questo può essere un modo corretto di fare, infatti sia i cilindretti di gesso nello stampo, sia i dischetti forati nel secondo esempio che ti ho riportato, sono tutti esattamente posizionati nei 18 punti di appoggio suggeriti da Gui plop. Poi le nervature le ho disegnate partendo da questi punti fissi.
Nessuno ti vieta però di fare diversamente e di utilizzare uno schema a esagoni, quadrati, triangoli, poi sarai tu a dover capire dove posizionare al meglio i punti di appoggio…
Insomma le vie percorribili sono molte, sta a te scegliere quella che ritieni più giusta e anche più semplice da fare (che non è un aspetto da sottovalutare)…a beh, non c’è dubbio, poter parlare con qualcuno che maneggia e fonde vetro tutto il giorno non può che esserti di grande aiuto.
Anche se non sono del settore specchi astronomici la loro esperienza sarà sicuramente in grado di fornirti preziosissime indicazioni…Ah, ok, ho capito cosa intendevi…
eh, ci possono essere molti modi per far questo, come vedi nelle foto sopra, lo stampo in gesso ha tutta una serie di cavità rettilinee dentro le quali si formeranno le nervature, che poi convergono tutte nei “nodi”, dove ci sono quei cilindretti fini e lunghi di gesso. In questa maniera avrei ottenuto un blank con un retro simile a questo:
dentro a quei fori cilindrici sarei poi andato a innestarmi con un qualche tipo di perno uscente dalla cella del primario.Oppure come avevo fatto qui:
in cui avevo previsto nel retro, tutta una serie di dischetti forati, nel cui foro avevo incollato degli inserti in plastica filettati, sui quali poi mi andavo ad ancorare con le viti che avevo previsto sui triangoli della cella del primarioma presumo ci siano mille modi ancora, ti puoi davvero sbizzarrire con la fantasia…
Allora, premetto che non ho capito bene cosa intendi con: “creare il retro in modo da avere gli appoggi al supporto”, però vabbhè…
Per quanto riguarda la vetrofusione, ho dapprima realizzato lo stampo in gesso, e poi l’ho caricato con graniglia di vetro, che con la temperatura si è fusa.
Ma qui dovrei aprire tutto un capitolo sulle difficoltà che ho incontrato, dalla non perfetta fusione delle scaglie a causa della temperatura non adeguatamente alta, al tempo di mantenimento della temperatura che è tutto un dire, alle bollicine d’aria che rimangono intrappolate nel fuso, alla resistenza dello stampo, alle cricche che si generano in raffreddamento ecc…
Proprio a causa di tutti questi e altri problemi, che ancora non sarei in grado di evitare con certezza, alla fine mi ero indirizzato verso il processo di rammollimento più che in quello di fusione pura.Ecco un paio di foto della prima prova che avevo fatto (un sacco di ore di lavoro, per un risultato negativo. Ma il gioco è così e bisogna accettarlo… ):
P.S: io invece abito in provincia di Vicenza, e mi sono laureato anche io in ingegneria meccanica, a Padova però…
Ciao Marco, un benvenuto anche da parte mia…
ingegneria meccanica, bene, dove?
Allora la realizzazione di un blank di vetro per vetrofusione non è per nulla semplice e te lo dico perchè ho fatto un bel po’ di prove, andate tutte più o meno male, una volta per un motivo una volta per un altro…Comunque sia, questo mi ha permesso di fare esperienza e capire che, ovviamente, come in tutte le cose, servono le attrezzature e i macchinari giusti, altrimenti al risultato non ci arriverai mai…
Detto questo sono molto curioso di leggere e capire come intendi realizzare il tuo progetto, a cui se vorrai, potrò in qualche maniera, cercare di darti delle dritte per quel poco di esperienza che ho maturato.nel frattempo se vuoi leggi qua:
anche se non ho riportato tutto quello che ho sperimentato, qualcosina c’è…Ciao Nicola, un caloroso benvenuto anche da parte mia…
Un 250mm mi sembra un’ottima scelta come prima lavorazione, con un buon compromesso tra “facilità” di realizzazione e soddisfazione poi nell’osservazione…
a presto…ciaoCiao Stefano, un calorosissimo benvenuto da parte mia, qui nel forum…
Neanche io quando ho iniziato a grattare possedevo un telescopio, e anche ad oggi l’unico che ho, è quello che mi sono costruito, e penso sia stato un grosso incentivo per me questo, visto che se intendevo osservare qualcosa, dovevo per forza di cose terminare il lavoro…
Comunque ritornando a noi, ti dico che ambedue le tipologie che hai citato, il 300f/5 o il 200f5-6 sono fattibili come prima esperienza. Chiaramente con il 200 più semplice e veloce da costruire rispetto al 300, cosa che potresti sfruttare a tuo vantaggio per imparare a gestire le varie fasi di lavorazione, per poi cimentarti con già un bagaglio di conoscenze, nella realizzazione di un progetto più impegnativo.
Però, come ti dicevo anche il 300 f/5 puoi riuscire a farlo benissimo, anche perchè dalla presentazione che hai fatto, mi sembra di capire che non sei uno che si arrende tanto facilmente…Poi bisogna vedere anche cosa preferiresti osservare, se planetario o deep sky, e la qualità del luogo da dove abitualmente osserveresti…
Si, anche io ho “smanettato” parecchio con il programmino POLSIM, più che altro per cominciare a rendermi conto delle dinamiche in gioco, e degli effetti dei vari settaggi sulla lavorazione. Ma come dici anche tu poi, la padronanza vera e propria di gestione della macchina, la acquisisci solamente con l’uso effettivo della stessa…
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