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20 Settembre 2016 alle 12:13 #8452
Bene, mi rimangio tutto quello che ho detto fino ad ora…
Se si guarda l’intero campo corretto la tolleranza nella distanza tra primario e secondario diventa moooolto più spinta di quanto non sembrava se si guardavano solamente le aberrazioni assiali.
Quindi, ad occhio mi pare di capire che sicuramente bisogna tenersi ben al di sotto del millimetro di scarto rispetto alla misura ideale, pena una rapida diminuzione delle prestazioni del sistema…Mi sembrava proprio strano infatti, che potesse esserci un margine così ampio nella tolleranza di posizionamento longitudinale del secondario…
20 Settembre 2016 alle 21:56 #8455LUNA TEST
Ieri sera un bel cielo limpido, incurante degli specchi ancora da alluminare , ho montato la mia fedele e scarsissima webcam dietro l’oculare, per condividere con voi la “prima luna” e vedere se si può fare qualche valutazione.
Oculare da 35 mm ( credo ) autocostruito con un campo apparente bello largo per campo reale risultante di 0,7 gradi, il video va a “scatti” perché la webcam lavora solo a 15 fotogrammi/sec.
c’è un calo di luminosità ai bordi, una vignettatura che non dovrebbe esserci, siamo intorno ai 20 mm sul piano focale, forse ho sbagliato qualcosa nel posizionamento dei paraluce, ma questo si rimedia facilmente.
A parte la qualità del video, ma è normale con questa webcam da quattro soldi, mi sembra che l’immagine sia a fuoco per l’estensione della luna al centro del campo, un inizio di sfocatura si nota in prossimità del bordo, in accordo con il presunto campo corretto di 0,5 gradi… non so se siete d’accordo.
Qualche ingrandimento in più.
Oculare da 10 mm (225 x ), uno schifosissimo Vixen NPL che ha il brutto difetto di avere un campo curvo, cosa che a me da tremendamente fastidio, si nota infatti un “allargamento” dell’immagine ai bordi.
oculare da 15 mm con aggiunta di una “barlow” autocostruita, piccolo zoom della webcam per centrare l’immagine dovremmo essere intorno ad una focale equivalente di 6-7 mm per l’oculare. ( 350 x circa )
questo è quello che vedo all’oculare, in realtà con l’occhio si vede meglio e di più di quanto cattura una webcam, ( e sarà ancora meglio con gli specchi alluminati ), ma per rendere l’idea va bene…
A questo punto, per non farci mancare niente, ci “vestiamo” da astroimager e facciamo quello che andrebbe fatto, sommiamo e allineiamo i signoli frame, condiamo il tutto con un po’ di Photoshop, ruotiamo l’immagine ed ecco servita la Luna calante.
21 Settembre 2016 alle 0:01 #8464Beh mi pare che i risultati siano ottimi viste le condizioni sperimentali della situazione!
24 Settembre 2016 alle 15:55 #8495mi sono accorto ora che ho messo la luna “specchiata” ! con tutte queste riflessioni non ho ancora capito qual’è l’immagine che vedo rispetto al reale, devo provarlo sul terrestre
Ragazzi, secondo voi, come va sostenuto il secondario ? silicone sul retro ? angolari per appoggio sulla parte riflettente, e quanti ? a 120°, 90°… oppure altre soluzioni ?
un’altra domanda: tutto il mio supporto del secondario, comprensivo di paraluce, è un blocco “chiuso”, nel senso che non ci sono aperture ( otre ovviamente a quella per la riflessione ) e non ho previsto alcun sistema per l’equilibrio termico /strato limite, e da quanto ho visto in giro, anche i telescopi commerciali sono fatti così…
come mai per il secondario il problema non si pone ?
24 Settembre 2016 alle 23:17 #8502Non saprei consigliarti.
Il ragionamento che posso fare (e che è lui stesso è “bifronte”), è che il tubo che contiene il secondario, lo ripara dal contatto con aria umida, e quindi, aiutato anche dallo schermo esterno al traliccio, non sembrerebbero possibili appannamenti. A meno che, l’assenza di un foro di sfiato nella parte alta del riparo del secondario, possa essere la causa di un ristagno che potrebbe forse disturbare, e a meno che la lunga esposizione al freddo, non trasferisca questo al secondario per conduzione attraverso il supporto, in quel caso le tre palline di silicone potrebbero essere d’aiuto isolando il vetro.Ma mi rendo conto che ho detto “tutto e il suo contrario” (….come le infallibili previsioni del tempo di Saluzzo, che tradotte dal piemontese recitano:
“Se il Monviso ha il cappello, o farà brutto o farà bello; Ma
se il Monviso non ha niente del tutto, o farà bello o farà brutto”).30 Settembre 2016 alle 2:36 #8570Continuo a non capire
Lo star test mi dice sempre che ho un residuo di sferica di 1/4 di Lambda.
Tuttavia le stelle sembrano puntiformi e vanno a fuoco che è una meraviglia, ma quando passo da extrafocale ad intre, l’ombra del secondario è nettamente più grande: sferica di sottocorrezione del sistema, non ci piove ! ( significa che il secondario è sovracorretto )Allora ho provato a ritoccare il secondario, cercando di portarlo alla forma del calibro con più precisione.
Ora le frange sono ancora più dritte di prima, a questo punto la differenza con il calibro è minore di 1/4 di lambda.Eseguito di nuovo lo star test la sferica non solo non è diminuita, ma sembra addirittura aumentata…
Ho provato nuovamente con il reticolo di Ronchi al posto dell’oculare: con un po’ di fantasia si intravede in intra-focale le bande vicino al bordo che tendono ad allargare di pochissimo, un’inezia, ma è possibile che me lo sono immaginato, la luminosità e veramente bassissima.
A questo punto secondo me c’è un’unica spiegazione possibile: il calibro non è sufficientemente corretto !
Com’è possibile, visto che il test di Foucault indicava una correzione a lambda/9 ?
Già… il test di Foucault, su di uno specchio a F3 che guarda caso è sovracorretto nella zona periferica, casomai ci fossero ancora dubbi sulla validità di questo test con le corte focali.
Quindi si potrebbero fare due cose:
1-ri-figurare il calibro con il test della caustica ( non ci penso neanche ! )
2-forzare sul convesso una sottocorrezione del bordo di lambda/4, tenendo il calibro come riferimento.penso che sia da tentare in questo modo, significa dover aumentare la curvatura del bordo ( per ridurre la correzione, si deve accorciare il raggio, l’iperbole sovracorretta è più “piatta” al bordo )fino a far arrivare la parte terminale della frangia vicino al prolungamento della frangia successiva, pressappoco in questo modo:
23 Ottobre 2016 alle 17:56 #8770In questi giorni ho ripreso a lavorare il secondario, con una serie di utensili sia a corona circolare che a sub-diametro.
Voglio capire bene come deve essere costruita la figura, i pro e contro delle tecniche e sopratutto l’esatta interpretazione delle frange di Newton per decidere quali/dove/come/quanti interventi di correzioni vadano fatti in funzione della figura interferometrica.
Finora gli interventi di correzione, anche se hanno portato al risultato, non sono stati fatti con la consapevolezza di ciò che stavo facendo , ma più che altro andando per tentativi.
DA qui , i numerosi miei errori tra cui il bordo ribattuto e lo star test non ottimale.
Ora sto studiando la faccenda con criterio e devo dire che ci sarebbe da scrivere un bel po’, il “mondo del convesso” è tutta un’altra storia rispetto al concavo, ma se affrontata con i metodi giusti può essere pianificata e portata a termine senza eccessive difficoltà, anche per costanti coniche “esagerate”.
La differenza principale è nell’impostazione mentale, è un problema più psicologico che di tecnica, ma una volta cambiato il modo di pensare diventa tutto più naturale.
Un piccolo esempio: nel concavo utilizziamo passate corte per prevenire il bordo ribattuto, nel convesso le passate corte lo generano ! ed il perché è abbastanza ovvio, solo che per arrivarci bisogna pensare in modo “convesso”
Quindi ho portato indietro la figura iperbolica di un paio di step di K, ho iniziato a sistemare il bordo ribattuto ( anche se non serve perchè è nascosto dal paraluce )ed ora sto nuovamente costruendo l’approccio al K di progetto, anche per verificare che le metodologie che ho elaborato siano corrette.
Voglio arrivare ad uno star test corretto , per fare questo bisognerà avere una iperbole che differisca dal calibro di un determinato valore (lambda/4) senza modificare i punti centrali e finali dell’iperbole.
Occorrono quindi delle tecniche affidabili e precise, insieme alla esatta interpretazione delle frange di Newton, ma di questo avremo sicuramente modo di parlarne nel Blog. Per ora ecco lo stato del lavoro, con il bordo ribattuto che sta pian pianino rientrando con l’applicazione della tecnica adeguata, senza ovviamente perdere di vista la figura iperbolica.
24 Dicembre 2016 alle 23:43 #9193“regalino” di Natale per il secondario: gli ho tolto quel brutto bordo ribattuto, anche se era ininfluente perché esterno all’area di riflessione utile.
Più che altro è stata una mia personale verifica alla efficacia delle tecniche con sub-diametro sul convesso. C’è da dire che fare queste correzioni è tutt’altro che semplice, il bordo di un iperbolico così deformato ( k<-5 ) si gestisce con difficoltà ed in generale più lo specchio è piccolo più è difficile lavorarlo, perciò credo sia sempre preferibile utilizzare un vetro "oversized" per il secondario infischiandosene del bordo, ma se proprio si vuole correggere un bordo ribattuto, meglio farlo quando si è ancora lontani dall'iperbole finale. Ora devo finire di riportare la superficie alla forma corretta, al momento la deviazione massima dal calibro è di circa 1/2 lambda, quindi mancano ancora pochi e piccoli ritocchi che, a differenza del mio primo tentativo , saranno eseguiti con cognizione di causa, senza dover andare per tentativi o improvvisazioni sul da farsi. Perciò , questa volta nessun salto nel buio , ma solo applicazione dell'esperienza maturata, come era nelle intenzioni per questo secondo tentativo.
25 Dicembre 2016 alle 11:23 #9195Bravo Massimo! La sperimentazione è sempre attraente ma molto, molto impegnativa.
Ha ragione Murphy quando afferma che un esperto è colui che “ha già commesso tutti gli errori possibili in una ambito ristretto di conoscenza”, perchè (in assenza di precursori divulganti), senza quegli errori non è possibile imparare da sè la strada giusta.
Questo perchè l’atteggiamento comune di chi quella strada la conosce già, di solito è di custodirne gelosamente ed egoisticamente il segreto. Atteggiamento che è l’esatto opposto del principio di condivisione e divulgazione di “strade” già ben sperimentate, che sta nello spirito di gruppo di noi Grattavetro.
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