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15 Agosto 2016 alle 9:10 #8150
Non avevo mai pensato che la realizzazione di un convesso ottico che implica azioni esattamente contrarie alla regola comune, fosse l’equivalente del gioco a carte che a Milano si chiama “Ciapa no”
16 Agosto 2016 alle 23:40 #8156Grandissimo Massimo…
E intanto uno dei due vetri è fatto…
Ora si che viene il bello…31 Agosto 2016 alle 14:47 #8244Si Mirco, il “bello” è decisamente arrivato lavorare il convesso è veramente difficile…
Comunque siamo abbastanza vicini, a circa 1/2 di lambda dall’iperbole finale.
Durante le prime fasi ho commesso un grave errore che mi ha regalato un generoso bordo ribattuto, un errore più che altro di valutazione, sbagliavo il modo di “ragionare” .Ragionavo infatti sulla forma, cercando di valutare i settori sovra o sotto coretti, crescenti o decrescenti, come abitualmente sono portato a fare ma… quando si lavora con le frange di Newton riferite ad una superficie campione, si deve abbandonare l’idea della forma e ragionare sulla distanza ( fisica ) tra le due superfici, le frange di Newton vanno lette così e tutto diventa più semplice ( almeno in teoria ).
Il danno era comunque fatto, ed ora sto pian piano riducendo l’estensione del bordo ribattuto.
questa la situazione al momento:Il Ronchi chiaramente, è quello fatto “da dietro”.
Fortunatamente, visto che prevenire è meglio che curare, il diametro dello specchio è di 10 mm “abbondante” rispetto al secondario di progetto, 115 mm effettivi contro i 105 mm utili, il che significa che parte del bordo non rifletterà mai la luce ma sarà sempre coperto dal paraluce ( per il CPL previsto ).Questa è la superficie utile dello specchio, quindi basterà ancora estendere la correzione per altri 1 o 2 mm verso il bordo, mentre si finisce di raggiungere l’iperbole definitiva, il che non richiederà un grande lavoro. ( almeno spero )
Riguardo le frange, indicano una deviazione massima di circa 1/2 di lambda. Tracciando un diametro si interseca una sola frangia (scura ).
Quello che è “indefinibile” sono i piccoli dossi lungo una stessa frangia, potrebbero essere irregolarità del convesso ma anche del calibro, molto probabilmente sono le irregolarità delle due superfici che in alcuni punti si sommano ed in altre si annullano.
Infatti l’analisi non è riferita ad una superficie teorica e quindi perfetta, ma ad un calibro che, dall’analisi di Foucault indicava una deviazione massima di 1/8 di lambda.
Supponendo in alcuni punti una analoga deviazione anche del convesso, si avrebbe sommando le due deviazioni in senso opposto, ad un errore di 1/4 di lambda, il che grossomodo corrisponde alla dimensione dei piccoli dossi visibili sulle frange.
Diventa quindi difficile capire come intervenire nel “locale” , se è abbastanza facile valutare l’andamento generale della singola frangia, e capire dove c’è da togliere vetro e dove no, diventa complicato cercare di “smussare” le irregolarità delle frange, che si riferiscono a deviazioni su piccole aree, troppo piccole per cercare di intervenire direttamente.
Un aiuto viene dal Ronchi , alcune di queste irregolarità sono visibili e si potranno correggere , ma in generale, una frangia di Newton completamente dritta senza “dossi”non significa che la superficie è perfetta, ma solo che sono stati replicati in modo perfetto tutti gli errori della superficie del calibro.
1 Settembre 2016 alle 13:57 #8249Piccoli interventi di affinamento della superficie, le “bozze” sembrano diminuire sia sul Ronchi che sulle frange di Newton. Rimane da regolarizzare ancora un po’ la forma e recuperare un altro mm di bordo ribattuto.
p.s. le immagini sono “diaframmate” alla superficie utile di progetto.
3 Settembre 2016 alle 19:44 #8254Ci siamo quasi… secondo l’interferometro “casereccio”
l’immagine a destra è diaframmata alla superficie utile.
5 Settembre 2016 alle 9:27 #8259Bel lavoro!
Il fatto che le frange siano curve di mezzo lambda penserei che dovrebbe essere segno che la superficie (a parte il bordo) è già in questo momento alla tolleranza desiderata.Quanto ai piccoli dossi, credo che quella che hai pensato sia la diagnosi giusta. D’altro canto perso che anche in questo caso, è il tuo occhio molto attento ed allenato che li nota.
Ma li vede compiendo “una valutazione più profonda e localizzata all’interno di quella maggiormente estesa e specifica del Ronchi”; Cioè mi spiego; agendo in modo (certamente corretto) equivalente alla valutazione delle “mezze tacche” fra le divisioni del tester di Foucault.Altra ottima soluzione “biblica” (nel senso dei consigli dei libri di ottica) è quella dell’aver scelto un secondario un poco più grande in modo da poterne eventualmente diaframmare il bordo, che in questo caso è ancora più difficile da realizzare rispetto allo specchio piano.
5 Settembre 2016 alle 11:12 #8261Grazie Giulio !
Si, infatti, il bordo è difficilissimo da lavorare nell’iperbole convessa,( sulla sfera no, viene “naturalmente” )Questo lo si sapeva dalla partenza essendo riportato da molti autori, è vero anche che ho contribuito a renderlo ancora più difficile con alcuni miei errori, da cui i 5 millimetri di zona ribattuta, ma proprio in previsione di questo e del ricordo di quanto ho penato sul bordo del mio primo 125 mm ( gli specchi più sono piccoli e più sono terribili ), ho preferito tenermi largo.
Ora sistemare il bordo sarebbe pura “accademia”, si potrebbe anche fare ma alla fine non serve.
Ieri , nonostante il cielo velato, ho montato gli specchi sul “prototipo” :
una buona ora per cercare di collimare i tre specchi ( ho assemblato anche il diagonale piano per avere una più comoda configurazione Nasmyth, a presto le foto ) senza comunque riuscire ad avere un allineamento perfetto, un’altra buona ora per cercare di mettere il secondario alla giusta distanza dal primario, (basta un mm di differenza su questo valore per alterare sensibilmente la qualità dell’immagine), alla fine anche con gli specchi senza alluminature, le stelle più luminose si vedono, Vega mi ha permesso di fare pure un discreto star test e di migliorare la collimazione.
Sono molto soddisfatto della puntiformità delle stelle all’oculare, non sembrano esserci aberrazioni, bellissimo il fatto che da una parte all’altra del campo visivo, l’immagine della stella rimane tale e quale, effettivamente la coma non sembra esserci.
Un test più attendibile potrà essere fatto dopo l’alluminatura almeno del primario, la luce riflessa al momento è troppo poca e potrebbero nascondersi dei “baffi” troppo deboli per essere visti.
Perciò prima di lavorare ulteriormente il secondario aspetto una serata più limpida o l’alluminatura del primario per fare uno star test insieme ad un Ronchi di tutto il sistema
5 Settembre 2016 alle 19:50 #8262Come riesco bene a contraddire me stesso !
Un’altra piccola correzione, ora però mi fermo giuro !6 Settembre 2016 alle 14:40 #8268Complimentissimi Massimo…gran bel lavoro…
6 Settembre 2016 alle 19:20 #8269Grazie Mirco.
Anche la “collinetta” al centro della frangia la lascio com’è… in quella zona non c’è riflessione e sul calibro era stato misurato solo il ROC del centro, all’inizio ed alla fine dell’iperbole, ma la prima zona della maschera di couder partiva dal raggio 15 mm, quindi il diametro fino a 30 mm è “sconosciuto”, magari è proprio sul calibro il difetto…7 Settembre 2016 alle 9:40 #8272Bellissimo lavoro! Posso ben immaginare la tua soddisfazione!
Al grado di lucido che hai raggiunto non credo che migliorerebbe la riflettività bagnare gli specchi, e penso che comunque, da questo momento in poi ti verranno grandi soddisfazioni non cedendo alla volontà di fare ritocchini in zone pericolose.
Per esperienza di john Dobson, eventuali imperfezioni residue sono di difficile percepimento in visuale già nelle sue rudimentali realizzazioni…Figurati con la cura e l’attenzione che ci hai investito tu!
(John nel noto filmato, come test di Foucault bagna lo specchio e lo guarda in modo radente per identificare “scalini” sulla superficie; e poi fa uno star test finale sul riflesso del sole sulla suerficie curva di un isolatore di line elettrica ad alta tensione).
7 Settembre 2016 alle 11:09 #8273Thanks Giulio !
Credo che qualche ritocco andrà comunque fatto sulla base di due nuovi elementi:1 -Dopo aver posizionato con precisione gli specchi alla giusta distanza, ho misurato il backfocus ed era di 9 mm più corto di quello di progetto ( il telescopio prototipo è controllato con precisione al mm in tutte le sue misure ).
Può sembrare una cosa da niente, ma ho comunque indagato per vedere da cosa potesse dipendere questa anomalia.Giocando con il software, l’unica possibilità che ha questo sistema RC in questa disposizione, di formare il fuoco 9 mm prima del previsto, tenendo come punto fermo il ROC centrale del secondario di cui sono più che sicuro, è che il primario abbia una focale ( e quindi un ROC al centro ) di quasi 1 mm inferiore a quella inserita sui calcoli. Questa cosa ci può stare, in quanto io ho sempre misurato il ROC del primario forato in prossimità del foro, mai al centro com’è ovvio visto che il centro non c’è …
Sostituendo il nuovo valore del ROC del primario, tutto combacia con precisione al millimetro anche allontanando/avvicinando gli specchi e misurando il nuovo backfocus.
Questo però necessiterebbe di una costante conica leggermente superiore del secondario:-5,39 al posto di -5.36. Quanto questa differenza incide sulla qualità ? non lo so, secondo le simulazioni al software di pochissimo, lo spot centrale ha le stesse dimensioni ( o appena superiori ) del disco di Airy invece di essere completamente all’interno.
2-ieri ho potuto fare uno star test con la dovuta calma e telescopio collimato: l’immagine sembra buona con gli anelli di diffrazione che sembrano pressoché uguali come intensità e distribuzione in intra/extra focale.
L’unico difetto che sono riuscito a riscontrare è una maggiore estensione dell’ombra del secondario in intrafocale. Non di molto, ma comunque percettibile.
Questo dovrebbe significare un residuo di sferica, giusto ? il che sembrerebbe in accordo con la richiesta di una costante conica ancora insufficiente da parte del software.Ho provato anche con il reticolo di Ronchi al posto dell’oculare, le linee sembrano perfettamente dritte, ma c’è da dire che la grande spaziatura di 2 linee/mm del mio reticolo, no può dare indicazioni precise, non sarebbe comunque in grado di rilevare un difetto di questa entità.
Che si fa in questo caso ?
7 Settembre 2016 alle 20:36 #8282A quello stato di avanzamento credo sia consigliabile prendere un certo tempo per ragionarci sopra. Io confessso che sarei in grande difficoltà a decidere finchè non ho ben capito.
7 Settembre 2016 alle 22:02 #8284Si, credo anche io che sia la cosa migliore
13 Settembre 2016 alle 13:02 #8313Allora, numerose prove di star test in queste sere, con varie prove di collimazione e distanze tra gli specchi alla ricerca dell’assetto ideale , tutte con lo stesso esito, quindi posso essere abbastanza certo.
Star test con oculare da 10 mm ( 225x, il massimo che ho potuto con gli specchi non alluminati ):
-su Vega, nel miglior fuoco si vede in modo netto il piccolissimo cerchietto del disco di Airy, contornato da una piccola zona a luminosità diffusa concentrica ed irregolare a seconda della turbolenza, che a volte si restringe diventando più definita e si sovrappone al centro ed altre sembra allargarsi e distanziarsi, non avevo mai visto l’immagine di una stella in questo modo, non so che significa.. ( magari sono io ad essere astigmatico ) oltretutto non vedo spikes
-allontanandosi dal fuoco i cerchi di diffrazione sono poco visibili, tuttavia il seeing non sembra influenzare più di tanto l’immagine come invece avviene nel fuoco, permettendo una osservazione più attenta.
I cerchi sono regolari e uniformemente definiti nel passaggio da intra ad extra-focale, quindi mi sento di escludere problemi di rugosità e astigmatismo.-Difficile se non impossibile valutare la differenza di luminosità dei cerchi, quindi la concentrazione di energia che potrebbe evidenziare eventuali problemi zonali, gli specchi non alluminati riflettono pochissima luce e non riesco in questa valutazione.
-L’ombra del secondario ( paraluce ) appare più estesa in intrafocale , ho potuto valutare attentamente e sono abbastanza sicuro dell’entità di questa differenza, la quale indica un residuo di sferica, in questo caso una sottocorrezione .
Quanto vale questa sferica ? nella tabella sottostante, l’immagine che più si avvicina a quello che vedo io durante lo star-test è rappresentata nella seconda riga della tabella B, relativa a strumenti ostruiti.
C’è da considerare che la mia configurazione ha una ostruzione superiore al 33% riportata in tabella, l’ombra del secondario a me appare più grande sia in intra che in extra-focale, ma ritengo che la differenza tra le due figure sia più simile alla seconda riga rispetto alle altre.
Fin qui tutto bene, la complicazione nasce dal fatto che allontanando o avvicinando gli specchi, introducendo quindi una ulteriore sferica che dovrebbe sommarsi o compensare quella esistente, la figura non sembra cambiare di molto, ma rimane pressochè costante nella differenza di estensione dell’ombra.
Non so come interpretare questa cosa, è vero che lo spostamento tra gli specchi è stato al massimo di un paio di mm, ma dovrebbero essere sufficienti ad alterare la risultante qualità complessiva del sistema.
Allora mi sono chiesto: sarebbe possibile che un contributo di sferica venga dal diagonale piano ( un semplice GSO da 63 mm ) ?
“fai una prova senza il digaonale” direte voi … è che non volevo disassemblare ( anche se parzialmente ) il prototipo, riadattare il focheggiatore con un nuovo supporto, ricercare nuovamente il centro del tubo, collimazione, ecc, ecc…
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