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12 Giugno 2015 alle 3:32 #6072
Giulio, non credo di aver ben capito… se diminuisco ulteriormente il diametro dei fori la lettura longitudinale diventa ancora più difficile
Inoltre la webcam è un accessorio “a corredo”, le letture sto provando a farle dall’oculare, con la webcam questo tipo di immagine ( da dietro l’oculare ) viene fuori meno nitida e definita.Tanto per rendersi conto, questa è la sequenza delle immagini sulla zona 2 partendo da intra-focale , in cui ( in teoria ) il fuoco per una zona semi-centrale, dovrebbe trovarsi poco dopo il punto della sovrapposizione delle fenditure.
la linea a 45° al centro della fenditura è il capello di Mirco
Tra una immagine e la successiva il carrello longitudinale ha percorso due millimetri !!! ditemi voi se riuscite a capire quale è l’immagine a fuoco, io riesco solo a vedere che le ultime tre sono sfocate…
Io continuo a pensare che mi sta sfuggendo qualcosa…
12 Giugno 2015 alle 13:38 #60741) Io vedo a fuoco, come media, la sesta coppia (perchè in realtà non distinguo quale sia meglio a fuoco fra coppia 5, 6 oppure 7).
Per questo motivo mi sarebbe piaciuto avere al posto del capello di Mirco, un “Ave Maria” …oppure il testo dell” internazionale” scritti in microfilm, da poter riuscire a leggere almeno una parola per poterlo considerare sufficientemente a fuoco.
2) Per quanto riguarda il diametro dei fori, è un mio errore il proporre un diametro minore. In effetti io pensavo che la difficoltà potesse venire dal fatto che un diametro di R/100 potesse comprendere ancora un’area troppo estesa (e con grande pendenza) entro la quale cercare il fuoco della fenditura (o del capello di Mirco).
12 Giugno 2015 alle 14:15 #6080Invece credo che tu abbia ragione ! il punto è proprio questo che hai spiegato:
anche in questo test si parte dal presupposto/approssimazione che il foro da 15 mm scopra un settore sferico, il quale contiene un fuoco ( centro di curvatura ) univoco. In realtà non è così, l’area ha ancora una pendenza diversa dalla sfera, questo spiega perchè ci sono molti punti longitudinali in cui l’immagine sembra a fuoco.In altre parole nelle immagini 5,6,7 c’è sicuramente il centro di curvatura di un sub-settore del foro di 15 mm, mentre i rimanenti sono ancora fuori fuoco ( di poco ).
Spostandoci longitudinalmente non facciamo altro che mettere a fuoco in sequenza tutti i settori interni al foro lasciando di poco fuori fuoco gli altri.(E deve essere necessariamente così per una semplice considerazione sulla continuità della caustica.)
Questo spiega perchè l’immagine non è mai perfettamente definita, anche quando siamo nel centro di curvatura di una parte del foro, c’è la rimanente area a “sporcare” il fuoco.
Bisognerebbe calcolare quanto debba essere grande il foro in un F2.6 affinchè la variazione di curvatura produca effetti trascurabili, sicuramente, come tu dicevi, restringendo il foro il problema si minimizza, l’ho capito solo ora
Oltre a questo, c’è una verifica che si potrebbe fare partendo dall’unico dato certo:
L’unica situazione certa e non ambigua che finora ho visto è nel momento in cui le due immagini si sovrappongono, attraversano cioè l’asse ottico.
Questo evento è misurabile con estrema precisione.Ma questa situazione è esattamente quello che noi si misura durante il test di Foucault.
Quindi pensavo che misurando esattamente tutte le sovrapposizioni delle varie zone, e analizzando le misure con Foucault, i risultati dovrebbero coincidere con il test di foucault-maschera di couder fatto precedentemente.Aggiunto dopo:
questa verifica non è tanto per vedere se i risultati sono simili ( se il criterio è corretto devono esserlo ) ma perchè sarebbe molto più semplice e molto meno soggettivo eseguire il test di Foucault in questo modo .12 Giugno 2015 alle 22:22 #6082Anch’io concordo sulla minore soggettività del caustica sul Foucault.
Rimarrebbe l’osservazione personale di tipo (se vogliamo) pseudo-filosofico, che la minore semplicità del secondo gioca a suo favore finchè uno si accontenta proprio raziocinio di valutazione, rafforzato dallo star test, e non abbia bisogno di dimostrare con un certificato, il valore preciso del lambda ottenuto.
Per converso, ad esempio, ci sono la maggioranza degli “Yankees” che sono ancora meno esigenti, da sempre usando solo il Ronchi, terminando uno specchio con lo star test senza nemmeno sentire il bisogno di conoscerne il lambda.Credo che per le focali sopta F5 l’uso del Ronchi o del Foucault, o meglio di tutti e due, sia sostanzialemnte una scelta che deriva dalla propria esperienza che può essere in grado di dare sicurezza nella semplificazione del proprio lavoro, anche se la qualità dell’ottica non è documentabile che con uno star test.
13 Giugno 2015 alle 10:43 #6085Sarei pienamente d’accordo se dovessi testare un parabolico , ma il mio problema è misurare un iperbolico, lo star test potrò utilizzarlo con il sistema al completo, per ora non mi darebbe indicazioni sul parametro fondamentale che mi interessa, il quale non è il lambda ma la costante conica.
Quello di cui ho bisogno è di misurare il valore della costante conica di questo specchio con la massima precisione, il quale non deve essere necessariamente quello di progetto, c’è un certo margine di tolleranza, l’importante è che la misura sia precisa perché il secondario verrà costruito fondamentalmente su i valori di costante conica e focale del primario.
Il primario + secondario verrà sicuramente testato sul cielo e molto probabilmente sarà finalizzato in quel contesto, credo infatti che sia il banco di prova più affidabile, l’occhio, al contrario dei certificati, non mente mai…
13 Giugno 2015 alle 11:19 #6086Infatti penso che il test della caustica sia un test adeguato alle esigenze molto più restrittive di chi come te sta lavorando uno strumento che non è un semplice Newton.
La mia affermazione infatti era riferita alla costruzione dei newton, dove il test di Foucault col Ronchi ti dicono che il tuo specchio “non è inferiore a Lambda/N”, pur non indicandotene l’N esatto.
INVECE A proposito del test della caustica ho trovato questa interessante discussione su Cloudy nights, (che magari conosci già),
http://www.cloudynights.com/topic/478023-caustic-testers-and-other-testers-info-need/Dove al post n°4 si dice che ci sono dati di calcolo sbagliati nella procedura indicata dall’articolo di Schroader sul libro ATM 1 (che non forse ti avevo passato….ma non ricordo, e che non so se siano i dati dai quali trae ispirazione Lecleire nel testo del test tradotto dal francese), e a questo proposito viene consigliato di utilizzare un software dal titolo SIXTESTS: Windows version (2003-10-15, Win32, 372k) scaricabile da quì:
http://home.earthlink.net/~burrjaw/atm/odyframe.htm13 Giugno 2015 alle 11:37 #6089Qu’ si parla di quell’errore e delle migliorie apportabili al Caustic test:
http://www.prl.res.in/~library/Banerjee_DPK_1227_98_abst.pdf
13 Giugno 2015 alle 11:47 #6091Grazie Giulio avevo letto l’articolo di Jeff Baldwin a cui la discussione fa riferimento ma non la discussione.
Riguardo al software io utilizzo anche per la caustica il Foucault test analysis ( vers. 2006 ) che è configurato per analizzare anche i risultati di questo test.Tra l’altro questa notte ho provato il test della caustica utilizzando la Maschera di Couder
A parte le intuibili difficoltà con quella disposizione per coprire/scoprire i fori , devo dire l’individuazione del fuoco è molto più semplice e precisa.
Dipende sicuramente dal fatto che la zona scopre una area più estesa e quindi un rapporto focale più basso e, nello stesso tempo, i raggi esterni-interni di una zona sono più contenuti rispetto al foro circolare di 15 mm, quindi scoprono un area con meno variazione di curvatura.E’ da vedere come andrebbe reimpostato ( e se può essere utilizzato ) il test della caustica con Maschera di Couder, magari modificando ulteriormente la maschera in questo modo:
Che pensi Giulio ? potrebbe secondo te funzionare ? i settori sono “più stretti” rispetto al foro circolare, nel disegno 3 mm contro 15 mm ( meglio sarebbe 5-6 mm ), quindi un’area a meno variazione di pendenza, mentre l’area riflettente ( misurata con il cad ) è esattamente la stessa.
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cxd .-hb lp .,,,,,,,,,, -nk lhb 4445rgvfQuesta parte di messaggio è del piccolo Daniel che ha voluto assolutamente ” dire la sua”, credo siano i suoi saluti
13 Giugno 2015 alle 15:14 #6092Ah ah ah, secondo me il piccolo Daniel ha ragione…
Ho una domanda visto che del test della caustica non ne so molto:
Tutte le immagini che hai fatto, sono state fatte da posizioni longitudinali diverse, ma tutte prese sull’asse ottico (infatti le 2 fenditure appaiono simmetriche rispetto al centro). Non dovresti invece muoverti si longitudinalmente, ma anche lateralmente in modo tale che solo una delle due immagini della fenditura appaia al centro dell’oculare? poi una volta trovata la posizione di fuoco di una, ti muovi solo lateralmente fin che sia l’altra a trovarsi al centro dell’oculare? così puoi sapere la distanza laterale che separa le due posizioni…
Come hai fatto tu invece l’immagine che più sembra a fuoco non ha la fenditura perfettamente al centro del’oculare e questo probabilmente fa si che non venga perfettamente a fuoco. Dico io eh, che non sono ferratissomo in merito….13 Giugno 2015 alle 15:48 #6094Si Mirco, quello che hai detto è esattamente quello che si deve fare per misurare la distanza tra le due fenditure.
Il problema è che la distanza che vedi tra le due fenditure varia, in quelle immagini, da qualche centesimo fino a due-tre decimi di millimetro (nella serie centrale), io ho ritagliato le immagini, ma il campo dell’oculare è molto più ampio, quindi le fenditure bene o male sono prossime al centro.
Ora, nel momento in cui non riesco a trovare il punto di fuoco longitudinale con una precisione inferiore al millimetro, lo spostamento del carrello laterale di pochi centesimi non potrebbe portare variazioni apprezzabili.
Per questo devo riuscire a ottimizzare il tester e trovare il modo di fare letture precise longitudinali, a quel punto ci si può concentrare su quelle trasversali, che sono di un ordine di grandezza inferiore ma molto più influenti sul calcolo della caustica.
13 Giugno 2015 alle 22:10 #6098Non ho capito bene…
scusa se insisto ma sai come sono fatto, se ho un tarlo per la testa mi viene da fare un sacco di domande.Nella foto sotto ho preso una delle tante immagini che hai postato e ho fatto un cerchietto rosso. È all’incirca su quel puntino che cade il centro dell’oculare?
Un’altra cosa, secondo me diminuire l’estensione radiale delle finestre è controproducente. Dico questo perché come si vede nell’immagine sotto una finestra più piccola crea un cono di luce molto stretto e nell’intorno del puntino rosso, che rappresenta il punto in cui si deve mettere l’oculare ci si deve muovere di molto longitudinalmente per sfuocare l’immagine. Mentre nell’immagine sopra il cono di luce è più accentuato e basta spostarsi di poco per sfocare l’immagine.
Altro pensiero: tanto per avere un’idea potresti calcolare a quale distanza longitudinale rispetto al punto di sovrapposizione delle finestre dovrebbe teoricamente trovarsi i punto di fuoco della caustica così dovresti capire meglio quale tra tutte le immagini fatte dovrebbe essere la più giusta.
13 Giugno 2015 alle 23:35 #60991- si, il centro dell’oculare cade pressapoco li.
2 Giustissimo, il ragionamento ed i grafici non fanno una piega C’è però un ulteriore elemento da considerare: se allarghiamo il foro, aggiungiamo settori di specchio a diversa curvatura, perciò aggiungiamo altri piccoli coni, come quello del tuo secondo grafico, con punti focali diversi, di pochissimo ma diversi, che danno la sensazione dell’immagine sempre a fuoco, nonostante ci si stia spostando longitudinalmente.
3- Ho provato con delle simulazioni ma non c’è un punto definito, c’è un intervallo di valori nel quale la combinazione lettura longitudinale + lettura trasversale verificano la caustica e quindi la conica. Ad ogni incremento longitudinale corrisponde infatti una distanza laterale crescente dall’asse ottico. Quello che verifica la conica è la loro combinazione.
In ogni caso la caustica è coincidente con l’asse ottico solo nel centro dello specchio. per le zone centrali lo scostamento longitudinale è di pochi centesimi fino a qualche decimo ( quello trasversale nelle zone centrali è dell’ordine di millesimi di mm ), mentre per le zone esterne può crescere fino a qualche millimetro , ovviamente nel caso di uno specchio come il mio 300/2.6.14 Giugno 2015 alle 0:15 #61001)È questo che volevo dire nel post precedente. Non deve il centro dell’oculare trovarsi al centro delle due immagini, ma deve trovarsi proprio sopra ad una sola di esse.
Così:
Come se tu stessi usando una sola fenditura per volta. Fai conto di oscurare una delle due finestre e provare a vedere se riesci a trovare l’esatto punto di fuoco di una sola, mantenendola ben al centro dell’oculare. Poi oscuri la finestra e riapri la sua gemella e ti sposti solo lateralmente fino a che anche lei si trova al centro. Come avevi fatto invece, non c’era mai una finestra esattamente al centro dell’oculare (a parte nel punto in cui le due si sovrappongono)…
Fermami se sto dicendo una cavolata…:good:
14 Giugno 2015 alle 1:19 #6101Stai dicendo il giusto ! anzi, rileggendo i “sacri testi”, quella che hai descritto è proprio la procedura esatta, specialmente per le zone centrali dove le fenditure sono quasi sovrapposte, ma anche per le periferiche è meglio agire come hai detto tu !
14 Giugno 2015 alle 1:25 #6102Bene dai, aspetto notizie sulle future prove per vedere se ci abbiamo visto giusto allora…
Alla fine l’avremo vinta su questa caustica, ah ah ah…
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