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1 Luglio 2015 alle 22:32 #6300
Ho messo a disposizione di Massimo il 600 mm da banco che ci è stato consegnato due o tre mesi fa da Norman.
Il banco ottico (che non chiamerei cosi, ma piuttosto banco per verifica funzionalità e qualità) è concepito per testare le ottiche montate nei tubi ottici. Attualmente siamo in itinere con i vari pezzi , dietro la consulenza di Norman, ottico di provata esperienza e abilità in ottiche molto veloci (f2,6-f3).
Naturalemente noi usiamo specchi certificati, e la nostra esigenza è quella di verificare:
1) che lo specchio corrisponda a quanto dichiarato;
2) che il montaggio non sia causa di qualche difetto (pinzature, deformazioni, ecc);
3) che i parametri BFL ecc. siano conformi a quanto dichiarato, ordinato e ricevuto;
4) per giocare e fare diversi test relativi alla rugosità ecc.Questo naturalmente è fattibile con tutto il sistema montato e finito, stiamo scegliendo i vari accessori necessari (anch’essi ovviamente certificati), per poi completare con i sistemi di ripresa e registrazione delle immagini per ogni test.
Non è dunque un banco per il controllo della lavorazione (come quello di Norman).
Il sistema di controllo si basa sul metodo double pass null in cui gli errori, ovviamente, raddoppiano. Non usiamo l’interferometro per convinzioni piu’ che fondate sulla sua inefficienza a certe correzioni. I test li eseguiamo sempre a set ottico completo, cioè non testiamo solo un primario ma tutto il set montato con la relativa ostruzione e il relativo secondario.
Un laboratorio molto qualificato che emette test certificati in autocollimazione su specchi piani, è Optical Surfaces in UK, i test condotti in quel laboratorio dotato di sistemi metrologici professionali hanno sempre dato risultati molto vicini a quelli dichiarati dal fornitore (che è poi quello che interessa a noi), il fatto che poi uno specchio sia PtoV 1/8 e non 1/10 o RMS 1/28 e non 1/35 ha una rilevanza molto marginale. Basta infatti sostituire alcuni elementi al banco per cambiare i valori, inoltre il Double Pass Null si presta ottimamente ai controlli, ma non ha il pregio di riprodurre bene i valori finali se non si rispettano alla lettera tutti gli elementi di partenza (cosa molto più realistica col metodo di Hartmann usato da Airy Lab).
Siamo un pochino in ritardo con il procedimento ma delle consegne urgenti ci hanno messo in difficoltà. Comunque questo per dire solamente come l’approccio di un costruttore sia diverso da quello di un progettista ottico, il quale deve dimenticare gli elementi di interferenza meccanica , e qui potremmo parlare per ore su questo tema. Tanto per dare un esempio stupido, un cliente che ha ritirato un dk 230 f 12 (primario f 2,6) ha contestato il prodotto adducendo un difetto ottico non ben chiaro. Lo strumento aveva superato tutti i test, comunque abbiamo immediatamente sostituito il set ottico con uno nuovo (disponiamo di molti set a scaffale per ciascun schema ottico, tranne i nuovi modelli) e il cliente il giorno dopo ci informava che il telescopio era perfetto e assolutamente esente da difetti (cliente pignolo, meticoloso e amico, non uno stupidotto che non sa nemmeno cos’è lo schema che ha acquistato….)
Sospettosi di questo fatto abbiamo pensato subito ad un problema meccanico, da noi individuato nel serraggio troppo duro del barilotto secondario. Oggi Norman ci invia tutti i test del set ottico, che noi abbiamo spedito a lui per un controllo al banco, così come garantito dall’accordo commerciale. Effettivamente le immagini di tutti i test e la relazione tecnica confermano l’assoluta assenza di problemi di questo set, ergo un normale supporto secondario troppo serrato ha creato i suoi problemi. Questo ci è servito per programmare il progetto di un barilotto secondario esente da questo genere di problematica (della serie non si finisce mai di imparare).
Ma potrei parlarvi di un numero infinito di casi in cui ci giugono telescopi non funzionanti, a cui viene additata una scarsa qualità ottica, mentre nella realtà è la meccanica di contorno completamente sbagliata.
Ciao
Massimo2 Luglio 2015 alle 11:32 #6302Molto bella e “intrigante” questa escursione nel mondo professionale, uno sguardo da una finestra per me inusuale, che offre una prospettiva di ben altro livello rispetto a quello amatoriale, ed è giusto che sia così, in fondo l’amatore deve “far felice” solo se stesso, appagamento che per quanto mi riguarda, è raggiungibile non tanto dalla constatazione del risultato finale, ma attraverso tutto il percorso conoscitivo e di esperienze che ha portato ad ottenerlo.
E’ il motivo per il quale ho scelto di “imbarcarmi” in questa avventura dell’ottica Cassegrain, consapevole che i limiti di questa impresa saranno proprio nelle problematiche che tu evidenziavi.
Credo infatti che l’ottica di qualità sia alla portata anche a livello amatoriale, tuttavia una buona ottica rischia di rimanere un’opera fine a se stessa, in quanto non sarà mai in grado di esprimere il suo potenziale se tutto il resto del telescopio non è all’altezza.
Nel mio caso in particolare, mi sto rendendo conto di quanto sia complessa e di difficile realizzazione la costruzione di un sistema Cassegrain ( che funzioni ) , con la sua moltitudine di vincoli e parametri costruttivi da realizzarsi con precisione estrema e dispositivi per il loro controllo.8 Agosto 2015 alle 22:37 #6583Si rimane stupiti osservando il grado di finezza e realizzazione meccanica dei telescopi professionali del sig.Massimo Boetto.
Ma noi possiamo realizzare anche meccanicamente un Cassengrain che “funzioni”?
Si assolutamente Nel libro di Jean Texereau:les telescopes du type cassengrain,nel capitolo
sulla parte meccanica è spiegato dettagliatamente la fase realizzativa finale,è curioso osservare
il salto di materiali e tecniche meccaniche odierne che quando il libro è stato scritto non esistevano, con materiali meno nobili ma rispettando una maggiore finezza meccanica rispetto a un”semplice” newton,non dovresti avere problemi. Se sei riuscito a realizzare questo stupendo specchio non vedo cosa ti possa fermare!9 Agosto 2015 alle 10:44 #6585Grazie per l’incoraggiamento Maurizio ! Come hai ben capito, sono più preoccupato per la realizzazione meccanica che per quella ottica. Al momento sto ancora lavorando al cad cercando di definire un progetto che sia funzionale e nello stesso tempo “sostenibile” anche dai miei limitati mezzi costruttivi, La strada è perciò ancora lunga, nel frattempo, come giustamente suggerisci, la cosa migliore è quella di studiare nel dettaglio le varie soluzioni che nel tempo sono state trovate.
10 Agosto 2015 alle 19:37 #6591Massimo sono molto vicino a questo progetto e alla sua evoluzione.
come pensi di realizzare il secondario?Penso che dovresti realizzare
una macchina x piccole superfici ottiche niente di particolare
un motoriduttore x girare a 10giri al minuto una boccola x fissare il dischetto10 Agosto 2015 alle 20:31 #6592Maurizio, mi piacerebbe molto, ma la mia conoscenza e capacità nella costruzione di macchine è pressoché nulla, magari quando te o qualche altro grattavetro più “ingegnere” di me pubblicherà un progettino dettagliato, ci farò un pensierino, vorrei riuscire a fare almeno un “misero” piano rotante
Quindi per ora tutto rigorosamente manuale, “specchietti” compresi !
22 Settembre 2015 alle 15:09 #6799Tanto per dire, oggi la realizzazione di sistemi motorizzati asserviti a plc e vari sistemi collaterali, ha un costo abbastanza modesto e funzionale. Il difficile è la messa a punto (processi di lavoro , ecc.). Le moderne elettroniche abbattono fortemente i costi, mentre per la parte meccanica (piani di rotazione, sistemi ad immersione, ecc) i costi sono piuttosto elevati.
Ciao
Massimo26 Settembre 2015 alle 12:22 #6828La meccanica specie se per strumenti professionali di alta precisione, può arrivare a costi altissimi.
Per l’elettronica invece (con un esempio di applicazione per uso amatoriale, di tavola girevole entro i 1500watt alias 2 cavalli di potenza): Oggi la realizzazione di un semplice piano rotante (che avevo pensato di fare ma poi ho soprasseduto perchè per i modesti lavori che faccio e che FORSE farò, mi piace approfittare per “fare ginnastica” con un po’ di sana fatica muscolare, grattando a mano), Piano rotante che equivale alla macchina “fixed post” (tipo quella di Gordon Waite), avrei certo scelto l’utilizzo di un moderno inverter vettoriale, che trasforma la tensione monofase in trifase con frequenza, e quindi velocità del motore variabile da zero al massimo, e con un controllo dello scorrimento che permette una precisione nella velocità di rotazione del motore contenuta nell’ 1% ed che può far fornire al motore la coppia massima anche a bassissimi giri, (ovviamente installando una ventilazione assistita per il motore che venga fatto girare a carico con velocità inferiori all’80% della velocità nominale)……Tutto questo ben di Dio di regolabilità (a parte il costo del motoriduttore trifase da 1 Kw, con i=1400/30 giri, che comunque non è elevato), senza disporre in casa propria di una linea elettrica trifase, per poco più di cento euro!! Quando sicuramente la parte meccanica supererebbe quel costo.
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