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29 Dicembre 2014 alle 17:50 #5327
Durante queste festività di fine anno sono stato colto da un aggravarsi della grattavetrite.
Perciò, in piena crisi di astinenza da abrasivi, ho deciso di iniziare a lavorare sul primario del progetto che ho in mente da un po’ di tempo:
L’obiettivo finale è la costruzione di un Cassegrain in configurazione Ritchey-Chrétien “Dobsonizzato”, del quale pubblicherò il progetto non appena avrò finito di sistemare alcuni particolari costruttivi, per ora penso alle ottiche, iniziando dal primario.
La lavorazione di un sistema Cassegrain è una delle mie maggiori ambizioni da grattavetro, da quando ho iniziato questa avventura, inoltre mi piace l’idea di sperimentare una soluzione Cassegrain per un Dobson che, da quanto ne so, è stata realizzata solo da pochi “temerari” e mai in configurazione RC, è chiaro che non ho nessuna pretesa di “innovazione” , ci mancherebbe, solo il gusto di esplorare un sentiero oscuro e poco frequentato, per vedere dove porterà…Terrò aggiornato il topic inserendo di volta in volta tutti gli aggiornamenti della lavorazione, partendo ovviamente dai parametri di progetto dell’ottica fino alle fasi finali della “iperbolizzazione”, poi penseremo al secondario…
Ogni suggerimento/critica/consiglio sarà sicuramente prezioso visto che il know-how di questa particolare impresa costruttiva è per me ancora tutto da costruire, insieme allo specchio…
29 Dicembre 2014 alle 18:32 #5328Sarà sicuramente una lunga e difficile avventura, ma oramai il dado è tratto
infatti ho deciso ( è stata una decisione sofferta ) di “riciclare” lo specchio da 300 del mio attuale Dobson dal quale utilizzerò anche alcune parti per la costruzione del nuovo telescopio, inoltre il terzo Dobson parcheggiato in casa avrebbe inevitabilmente sancito la fine del mio ultra-decennale rapporto coniugale !intanto Ecco i dati della configurazione ottica:
Primario: iperbolico , diametro 300 mm F 2.5, freccia 7.35 mm ,costante conica -1.11
secondario:iperbolico convesso, diametro 106 mm, raggio di curvatura 750 mm, costante conica -5.12
focale complessiva del sistema 2250 mm F7.5Se nel frattempo qualcuno si fosse chiesto come si fa a togliere l’alluminatura da uno specchio, posso assicurare che con il carborundum 80 viene via che è una meraviglia !!!
Ecco infatti come si presenta lo specchio dopo 3 sessioni di cordale a grana 80.chiaramente il bordo non viene raggiunto dalla lavorazione con la cordale, c’è da scavare ancora due millimetri abbondanti fino al quasi raggiungimento della freccia ed al cambio di grana/passata.
31 Dicembre 2014 alle 16:37 #5330Massimo ti faccio i miei auguri per il proseguo di questa tua iniziativa (neanche da dire che qui stai passando a tutt’altro livello rispetto ad un newton) che seguirò con molto interesse visto che prima o poi inizierò sicuramente anche io una sfida di questo genere. Nella quale voglio però cominciare ad usare in maniera molto più consistente la lavorazione a macchina…
Caspita, certo che riuscire a parabolizzaree bene un f4 è già una bella sfida, non oso pensare iperbolizzare un f2.5.
Sub-diametri obbligatori direi, vero?
Una domanda, che metodo pensi di utilizzare per testare il secondario?
31 Dicembre 2014 alle 17:57 #5332Grazie per gli auguri Mirco, ne avrò bisogno…
Si, sub obbligatori, anche se cercherò di arrivare al fino al lucido con il pieno diametro.
Per i test sul secondario, la scelta è quasi obbligata, utilizzerò il metodo delle analisi delle frange di interferenza tramite calibro concavo descritto nella “Bibbia” dei Lecleire, di cui Giulio, oltre ad avermi fornito la versione originale si è anche preoccupato di farmi la traduzione in Italiano che come sapete, non esiste !!! Mitico Giulio !
Comunque ci sarà tempo per il secondario, per ora sono ancora nella fase di studio dei sacri testi..Aggiornamento lavorazione:
Raggiunti i 6 mm di profondità ( ero partito dai 4,85 mm del 300 F3.8) , con 17 seccate di cordale “ipercompressa” ( il peso del corpo sul palmo della mano al centro dello specchio, molto vicino al bordo dell’utensile, abrasivo un cucchiaino quasi “a secco” , solo tre spruzzate di nebulizzatore, le lente passate generavano un rumore elevato, quasi fastidioso, risultando tuttavia molto efficaci !
Durante le passate, a causa della profondità raggiunta, lo specchio inizia ad assumere una posizione molto inclinata, al punto che ho dovuto mettere un disco di compensato sotto l’utensile per impedire al bordo dello specchio di toccare il piano di appoggio, quando viene tolto da sopra l’utensile.
Nel bordo è ancora presente una corona che mantiene la sua alluminatura:Direi che ad “occhio e croce” con questa profondità siamo ad un rapporto focale di 3.2, ancora 1,3 mm e ci siamo…
5 Gennaio 2015 alle 19:20 #5337Massimo sei proprio partito deciso!!
Beh, chi ben comincia…finisce meglio ( perchè l’opera in questo caso non è così breve).Io conosco solo molto superficialmente le varianti Cassegrain; Ritchey Chretien; Dall Kirkham e Pressman Camichel, per aver letto qualcosa qua e là.
Vuol dire che il tuo lavoro sarà un buon motivo per approfondire l’argomento…E io mio “tifo” è assicuratoL’unica cosa che ricordo raccomandata è la foratura del primario prima della sua favorazione, se non si pensa ad un fuoco deviato da un terziario.
5 Gennaio 2015 alle 19:56 #5338Grazie per il tifo Giulio, pensavo di forare lo specchio dopo gli abrasivi fini prima della lucidatura, “tappando” successivamente il foro per proseguire la lavorazione. Sono sicuro che la foratura con il Waterjet non sottopone il vetro a stress meccanici particolari, e assicura un taglio netto e privo di deformazioni al bordo.
In ogni caso il diametro del foro sarà più piccolo della zona “nascosta” dal paraluce del secondario il quale avrà un diametro di 135 mm, mentre il secondario sarà di 106 mm per un CPL risultante di 31 mm .
Considerando che il foro del primario non supererà gli 80 mm, c’è un buon margine di tolleranza per le deformazioni al bordo interno che potrebbero comparire anche durante l’iperbolizzazione.Ho raggiunto i 7 mm di profondità, per una focale equivalente ( una volta regolarizzata la forma ) di circa 785 mm ( contro i 750 di progetto ) per un diametro al netto dello smusso di 297 mm.
Penso di fermarmi qui con lo scavo e la cordale, non voglio rischiare di “andare lungo” e generare una focale più corta di F2.5 , procedendo con gli abrasivi dovrei avvicinarmi molto a quella richiesta.
Inoltre non serve che il primario sia assolutamente preciso ( f2.5 o f2.6 fa poca differenza ), è infatti il secondario che dovrà essere portato alla focale esatta in funzione della focale del primario.
Quindi il progetto stesso verrà ottimizzato una volta completato e misurato il primario, ottenendo i valori esatti per diametro/focale/costante conica del secondario e relativa distanza dal primario. Tutti questi valori dovranno invece essere realizzati con la massima precisione.per gli amanti della statistica:
scavati 2,2 mm complessivi con la cordale a grana 80, con 45 seccate.6 Gennaio 2015 alle 15:16 #5340…..scavati 2,2 mm complessivi con la cordale a grana 80, con 45 seccate.
Mooolto interessante (e presumo “atletico”..).
Sull’argomento mi faccio molte domande tecniche, cercando risposte adeguate. Una delle quali è: Quale sia l’importanza della “costante di deformazione b” nel foglio o nel programma di valutazione dei test di Foucault.
Il testo del Texereau a tal proposito è interessante, ma non vedo il nesso che il mio povero unico neurone vorrebbe trovare.
Spiego meglio il mio dramma attuale: Se in Foucault io ho una parabola di riferimento che risponde alla formula Hm^2/R; A quale formula dovrà corrispondere una iperbole di riferimento?(..Magari è pure una cosa semplice…Ma la mia “ignoranza parla sempre ad alta voce” , e quindi mi impedisce di concentrarmi in modo utile, suggerendomi nuove perplessità ).
6 Gennaio 2015 alle 15:59 #5344Giulio, effettivamente io credo che sia molto più semplice di come possa sembrare ( se ho ben compreso la tua domanda ), mi spiego meglio:
Qualunque software, o calcolo manuale, deve partire da una equazione della conica in forma parametrica nella quale la costante relativa, definisce una ellisse per “-1<c<0” , parabola per c=-1 ed iperbole per “c<-1”Nel momento in cui vogliamo costruire la nostra parabola impostiamo il valore della costante esattamente a -1, (l’equazione risultante si semplifica nella forma canonica della parabola ), analizziamo i risultati dei test foucault e avremo un certo errore definito in frazioni di lambda.
Questo errore non è altro che ( come sai meglio di me ) lo scostamento dalla nostra parabola teorica. Se per ipotesi abbiamo “scavato” troppo, la curva risultante sarà definita da una costante conica che non sarà piu c=-1 ma c=-1-(errore).
Se ad esempio risulterà C=-1.01 saremo già nel campo iperbolico delle coniche nonostante avremo un errore veramente trascurabile ed uno specchio quasi perfetto.
Per costruire la nostra iperbole, non dobbiamo far altro che sostituire nel software/calcolo manuale di foucault, il valore previsto da progetto per la costante conica della nostra iperbole, nel mio caso c=-1.112, e misurare l’errore nei test come avremmo fatto normalmente nella parabola.
6 Gennaio 2015 alle 16:25 #5347Effettivamente così avrebbe un senso. Viste anche le infinitesime differenze che al lato pratico si presenterebbero come deviazione dalla parabola.
Grazie Massimo. vedo un po’ più di luce!9 Gennaio 2015 alle 21:15 #5366Regolarizzata la forma con il passaggio alla grana 120, 25 seccate per eliminare la “bolla” centrale e raggiungere il bordo nel quale si andava via via assottigliando la corona con il residuo di alluminatura.
Approfittiamo per dare una “ripassatina” alla cordale per chi si fosse sintonizzato con l’arte grattavetraria soltanto ora :
Durante le passate cordali il centro dello specchio viene approfondito in modo anomalo, in quanto tutta la pressione è concentrata su di esso, allo stesso modo il bordo dell’utensile subisce un abbassamento forzato generando una forma molto lontana dalla sfera su tutte e due le superfici,
Avremo quindi che lo specchio avrà una improvvisa depressione centrale mentre l’utensile manterrà un centro “piatto” ed una importante depressione ai bordi.
Sovrapponendo i due vetri avremo che i punti di contatto sono spalmati sulla zona intermedia che non possiede ancora una curvatura adeguata, mentre bordo e centro non coincidono.Applicando la passata 1/3 COC si riesce a regolarizzare la forma di specchio ed utensile verso quella sferica , mantenendo la freccia raggiunta di profondità al centro.
Quindi, tornando allo specchio in lavorazione, ho regolarizzato la forma con la grana 120 in quanto lo specchio possedeva una sua curvatura originale ad F3.8 dalla quale sono stati scavati altri due millimetri per raggiungere la profondità desiderata.
Se fossi partito da vetri piani, questa regolarizzazione sarebbe dovuta avvenire in gran parte tramite l’utilizzo della grana 80.Le 25 seccate hanno comunque aggiunto altri 0.15 mm alla profondità che ha raggiunto i 7.2 mm (scarsi) per un raggio di curvatura , misurato con il “metodo Deabis” di 1540 mm, molto vicino ai 1500 di progetto. Credo che con le grane successive si potrà guadagnare un altro decimo di mm portando così il raggio di curvatura ancora più vicino, se non uguale, a quello di progetto.
Inoltre ho rigenerato gli smussi che si erano un po’ assottigliati, ora hanno una estensione di circa 2 mm per un diametro effettivo dello specchio di 297.5 mm.
Ecco come si presenta ora lo specchio , dopo le prime tre seccate con la 220:9 Gennaio 2015 alle 21:22 #5367Bella superficie!.
Hai ancora la bolla centrale (differenza di curvatura fra specchio e utensile) , o l’hai eliminata con la grana 120?9 Gennaio 2015 alle 21:33 #5368La bolla è “scomparsa” verso la 21a seccata con la 120, lasciando il posto a una serie di microbolle “striate” sparse in modo uniforme, che sono diventate ancora più “micro” dopo il passaggio con la 220.
Ora che mi ci fai pensare Giulio, nei prossimi giorni voglio fare delle foto durante la lavorazione con abrasivi per fare qualche valutazione insieme sull’esame della regolarità della forma attraverso l’analisi delle “bolle”.10 Gennaio 2015 alle 12:44 #5369La trovo una buonissima idea:
Certamente le testimonianze sull’andamento della regolarizzazione e scomparsa delle bolle, è estremamente interessante, perchè chi lavora uno specchio, quando arriva a quel punto iniziale ma importante della sua fatica, si domanda molto spesso quanto tempo ci vuole per vedere un risultato che sia confortante sulla buona qualità dei propri sforzi.10 Gennaio 2015 alle 23:18 #5370Ciao Massimo, Proprio bello quel disco tutto smerigliato…vedo con piacere che i lavori procedono spediti…
Metteresti una foto in cui si vede bene l’entità della freccia di 7 mm…mi piacciono un sacco quel tipo di foto…11 Gennaio 2015 alle 2:11 #5374Non riesco a fare una foto in cui si vede bene la curvatura, perciò ho fatto un video
Ad un certo punto ho usato un calibro prendendo la misura su di una sigaretta, ( le sigarette hanno esattamente un diametro di 7 mm ), il calibro è stato poi portato alla misura di 7,2 mm, infatti la sigaretta ci sta un po’ “larga”.
Visto che ti piacciono queste tipologie di foto/video, potresti verificare la misura della profondità misurando i tempi di una oscillazione e calcolando l’altezza necessaria rispetto al centro dello specchio, per fornire al rotolo di nastro l’energia potenziale per percorrere in quel determinato delta T un diametro dello specchio. ( semplice calcolo di cinematica di Fisica 1)
Se poi, vogliamo essere più precisi, potrei fornirti i coefficienti di attrito di rotolamento del nastro ( il vetro lo sai..) le sue dimensioni ed il peso, e potrai calcolarti il momento di inerzia e verificare ulteriormente la profondità sul totale delle oscillazioni smorzate fino alla quiete . ( calcolo un po’ più complesso di meccanica razionale )ovviamente…sto scherzando!
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