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  • #12001
    Massimo MarconiMassimo Marconi
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      Un amico astrofilo, un eccellente auto-costruttore ( che è stato anche un buon grattavetro ) aveva in un armadio da circa 15 anni uno specchio ancora da alluminare, non era il suo, era stato semplicemente lasciato lì, come ricordo di una lavorazione di un 400 F4 di “vetraccio” 19 mm, fatta completamente a mano ( compreso il taglio del vetro ) che purtroppo non aveva avuto un buon esito e che si era fermata nella fase finale.
      Il blank era poco rifinito, la lavorazione si fermava a quasi 1 cm dal bordo ed in modo asimmetrico, graffi sulla superficie e la figura ( ho il ronchi-phone portatile :whistle: ) era messa piuttosto male.
      Conoscendomi, avrà capito che il solo vedere uno specchio abbandonato e dimenticato da tutti era per me motivo di profondo dispiacere e ha detto: “tienilo tu” :-)
      Perciò, ho portato a casa il blank randagio, l’ho pulito a fondo e gli ho dato una buona “cuccia” dove sistemarsi insieme agli altri “cuccioli” :yes: :yahoo:
      Mi piace l’idea di dare una “seconda possibilità” alle cose, e vorrei che questo pezzo di vetro possa finalmente vedere la luce insieme a qualche osservatore che ne sia soddisfatto , come una sorta di simbolica “rivincita” in nome di tutto ciò che viene scartato e abbandonato perchè ritenuto non adeguato, non di valore… ma il valore non è una proprietà di default delle cose, ma è il frutto della passione e del lavoro di chi le costruisce.

      Quindi, ho iniziato a lavorarlo per estendere la curva a tutta la superficie ( ora ha un diametro effettivo di 396 mm ) e scavando per aggiungere profondità, quanto basta per portarlo alla focale di 1300 mm, in modo da poter utilizzare tutto il set di utensili già adattati per il 600 a menisco che ha questa focale, per svolgere i due lavori in contemporanea e con gli stessi strumenti di lavorazione ed analisi già impostati.

      Ora sono alla smerigliatura con la grana 400, il raggio di curvatura sembra corretto, la prossima settimana conto di iniziare a lucidarlo e speriamo di tirar fuori un bel parabolico… così vediamo come vanno queste focali corte e sottili anche in configurazione Newton. :good:

      Nella foto lo specchio durante la lavorazione con la 120 e con il bordo non ancora rifinito.

      #12002
      Giulio Tiberini
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        Bene.
        Filosofeggiando, io sono sempre stato per mia natura possibilista specie nelle cose tecniche, che da sempre sono il mio mestiere.
        Ricordo che in fabbrica, per un assunto generale e storico, era ritenuto che nè noi ne la concorrenza, si serebbe potuto realizzare un certo prodotto….finchè noi ci siamo riusciti aprendoci un nuovo mercato.

        Credo ben quindi che non si possa escludere a priori una godibile utilizzazione di un telescopio di grande apertura e corta focale, solo perchè non si può raggiungere uno Strehl elevato con lavorazione manuale.

        è quindi importante poter verificare “in economia” quali limiti si presenterebbero nell’uso visuale; sia causati -per gli “alti” ingrandimenti- dalla qualità della superficie lavorata con utensili sub diametro; e sia -per i bassi ingrandimenti- causati dalla curvatura di campo data dalla notevole profondità della freccia.

        Da possibilista “con i piedi per terra”, potrei certo sbagliare, ma in conclusione ho sempre in mente il fatto che mi è capitato, che con una grande apertura sia più facile vedere oggetti altrimenti invisibili…. come ad esempio successe con l’NGC 2359 “L’elmo di Thor”, che fa una abissale differenza indipendentemente dagli ingrandimenti, se lo cerchi con un 300mm o con un 600mm.

        #12004
        Massimo MarconiMassimo Marconi
        Moderatore
          • Offline

          È chiaro che un f3.2 Newton andrà utilizzato con un riduttore di coma, anche uno specchio “perfetto” con quella focale possiede un campo corretto piccolissimo.
          Giulio, perché dici che con la lavorazione manuale non si può raggiungere uno Strehl elevato ? :scratch:

          #12009
          Giulio Tiberini
          Moderatore
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            Non dico che non si possa, ma come sappiamo è molto difficile raggiungere quella precisione della curva parabolica su tutta la superficie con utensili non a pieno diametro, specie su grandi diametri di specchio. Cosa che con macchinari professionali si fa sui grandi e grandissimi specchi.

            Ma poi… nella mia visione possibilista del mio livello dilettantistico, non mi interesserebbe nemmeno raggiungere un laboriosissimo strehl elevato.
            O quantomeno nella scala dell’interesse, credo prevalga la fuibilità dell’apertura, perchè penso che della qualità della lavorazione sarebbe istruttivo controllare l’andamento durante la lavorazione (come ho fatto io per mia curiosità), mettendo lo specchio non alluminato (così com’è in fase di parabolizzazione) dentro la struttura del suo telescopio, per vedere su Luna e Giove, con occhio il progresso del lavoro.

            In quel caso si capirebbe forse anche abbastanza bene quanti ingrandimenti possa tollerare lo stato della lavorazione in corso, perchè lo strehl elevato potrebbe essere un di più non strettamente indispensabile….Non so se (da possibilista) mi sono spiegato

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