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  • #6336
    massimoboetto
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      Bonjour,
      vedo che qui non ha postato nessuno, quindi ho preferito mettere qua per non inquinarVi altri thread.

      Volevo parlarvi di un argomento legato (erroneamente) alla rugosità superficiale delle ottiche, dove molti hanno scritto poco sapendo e poco conoscendo. Si è cercato di imporre il pensiero che la luce diffusa (correttamente) riduce il contrasto in alcuni oggetti celesti.

      Nella realtà ho svolto accurati test al riguardo.

      Ci sono due ordini di problemi:
      1) la rugosità superficiale determinata con i parametri S/D (80-60, 60/40,40/20 ECC) che effettivamente può ridurre il contrasto creando uno sparpagliamento della luce (in modo abbastanza marginale direi, visto che ho pure constatato che questo sparpagliamento tra una ottica cinese (80/60 e una ottica lucidata bene 40/20 è molto livellato a causa del seeing,e solo quando quest’ultimo è più che ottimo si vede la differenza);

      2) l’annerimento del tubo e dei vari pezzi interni.

      Se devo dire la mia considero MOLTO più importante l’annerimento che non la rugosità (ovviamente senza cadere in iperboli….). Attualmente ho sperimentato una verniciatura opaca a quasi tutte le lunghezze d’onda, tanto che dopo 15 minuti di posa sotto un cielo nero non si osservano ancora gli spikes intorno alle stelle, questo in collaborazione con un cliente volenteroso e competente.

      Ho poi fatto dei test con un cassegrain da 250 trattato con questa opacizzazione e uno con il classico vellutino. Non c’è storia a naso il contrasto aumenta almeno del 20%.

      donc, dando per scontato che un’ottica ben levigata è un plus (infatti con Norman abbiamo stipulato un accordo per scendere da 60/40 a 40/20), quanti sono a conoscenza della fondamentale importanza dell’annerimento del percorso di luce ?

      Si sappia che alcuni costruttori (Feather Touch per fare un nome altisonante) hanno l’interno delle messe a fuoco e delle prolunghe, anodizzato brillante……..infatti qualche fantasmino ogni tanto vola……

      Massimo :courrier:

      #6337
      Massimo MarconiMassimo Marconi
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        mon Dieu ! interessantissimo !
        Due domande :
        1- Mi piacerebbe saperne di più su questi parametri di misura della rugosità superficiale (sono forse questi ? : http://www.innovativeorganics.com/uploadedFiles/SGinnovativeorganics/Documents/Reference_Materials/Scratch-DigOptical-Specs.pdf )

        Presumo che siano standard industriali o quantomeno abbiano dei precisi riferimenti normativi e di produzione.
        Se così fosse sarebbe interessante capire a quali norme vengono sottoposte le produzioni ottiche industriali , più che altro per capire come si giunge a quantificare il valore delle deformazioni superficiali. A livello amatoriale infatti, la rugosità viene valutata “œil” , principalmente esaminando la figura ottenuta con la lama di Foucault. Questo non significa che non si riesca a raggiungere una buona qualità di lucido o anche di super-lucido, ma solo che non si è in grado di quantificarne il valore.

        2-Mi sembra di capire che questa verniciatura sia il risultato di una sperimentazione, quindi dello studio di un prodotto finalizzato ad uno specifico utilizzo, non credo che si stia parlando del barattolino di vernice opaca comprato al brico:-)

        #6338
        massimoboetto
        Participant
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          bonjour Massimo,
          il link che riporti è corretto. Industrialmente esistono dei sistemi di riscontro sia con degli stick appositi, sia con metodi di misura al banco. Non si pensi infatti che la produzione di ottiche industriali (non astronomiche, ma magari per il settore laser dove la super lucidatura o ultra lucidatura è la norma) si faccia con i metodi artigianali che noi astrofili siamo abituati a vedere. Di norma si usano microscopi che scannerizzano le superfici e ne fotografano e misurano i microsolchi o le deformazioni.

          Il grosso problema è che , par exemple, con i sistemi a cnc per la lavorazione delle superfici ottiche, difficilmente si scende sotto il livello delle lucidature commerciali cioin virtudella necessità di non impegnare troppo una macchina per l’elevato costo orario (non di mano d’opera ma di macchina proprio). Viceversa per dare coda al ragionamento le stesse macchine producono superfici per ottica laser con S/D 10-5. Si sappia solo che una superficie con questo parametro, piana e del diametro di 50 mm costa oltre 4000 euro.

          Per quanto sopra, e non volendo scrivere un pistolotto noioso, resto sempre un pochino titubante quando mi vengono presentati certi numeri. Per esperienza ho imparato che un buon test lo devo fare sul cielo con seeing perfetto, così per noi amatori, altrimenti sono bei discorsi ma molto accademici…….lo specchio non lavora mai in ambiente neutro.

          La vernice è quella che si usa in ambito professionale, difficilissima da applicare, dove si deve avere una buona perizia e strumentazione di buon livello (una leggerissima differenza di pressione nell’aerografo rovina il lavoro), rispettando tutti gli standard di sicurezza (penso che i topi nel raggio di 100 m muoiano…… :wacko: ). A questo punto qualcuno dirà: ma quanto costa questa brodaglia? mezzo kg. 500 euro. E una volta aperta l’avanzo si butta in poche settimane. Et’ dunque evidente che non è alla portata dell’amatore sia per il costo ma anche per tutto il resto (difficile anche averla), e potrei dire che in un tubo da 280 mm lungo un metro incide per circa 180 euro. :cri:

          Massimo

          #6339
          Jules Tiberini
          Modérateur
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            Molto interessante l’argomento, e il fatto che, a livelli professionali di costruzioni ottiche di qualità eccelsa (…dedite ad un uso, (J'espère que vous pourrez trouver des commentaires des plus de cinq mille visiteurs mensuels de ces pages), prettamente fotografico?), diventi importantissima e prevalente la necessità di contrastare ogni fotone spurio proveniente da qualunque superficie del percorso ottico.

            Siamo passati dalla “farina da polenta” miscelata a vernice nera opaca, citata (ricordo bene, e mi venne da sorridere!), ed usata agli albori della tecnica, da un noto costruttore di ottiche italiane per il rivestimento interno dei rifrattori; a vernici ben più sofisticate ed efficienti, oltre che durature.

            La rugosità della superficie in effetti è un problema di facile soluzione solo per chi si realizza da sé l’ottica per un uso prettamente visuale.
            Per tutti gli altri acquirenti di ottiche industriali economiche, dove il tempo è denaro, il problema diventa molto visibile nello strascico di un residuo di luce diffusa e scarso contrasto, solo quando si riceva (cito un thread di esempio su dobsoniani), il proprio specchio di ritorno da una rifigurazione da parte di un buon artigiano, che solitamente, e per ragioni economiche, affronta il problema agendo manualmente non su tutta la superficie, ma solo localmente dove serve, con utensili sub diametro.
            C’est pour ca que, diaframmando la zona intonsa da quella rilucidata, salta fuori che il contrasto della tacca di diffrazione, in questa ultima, migliora vistosamente a favore dei punto luminoso centrale.

            #6342
            massimoboetto
            Participant
              • Hors ligne

              Si ma attenzione. Se io produco un’ottica anche eccelsa in XX ore e per renderla molto più levigata devo lavorarla XXX ore e magari trascuro tutto il resto, posso dire che le X ore in più sono sprecate?

              Il mio accenno si riferisce ad ottiche per uso non astronomico, ma non fotografico (trasmissione di segnale), ma vi cito per esempio che una azienda molto qualificata a cui viene sottoposto il problema con specifiche da manuale porta il costo di un pezzo xx da 2000 euro a 18000 euro.

              Se posso migliorare CONSIDEREVOLMENTE tanto da constatarlo visualmente in cielo e non al banco, con una spesa leggermente alta ma affrontabile per tutti, io penso che questa sia una strada da percorrere. Oggi i tempi del costruttore di ottiche (che oramai stanno su mezza mano in diminuzione) non possono più essere quelli di 10 années environ, purtroppo le tenaglie del fisco e la competitività del mercato non consentono più di affrontare certi temi in modo romantico…….

              Se uno lavora per se e da se, allora puodedicare alla finitura superficiale anche 100 ou 1000 heures, tanto hanno costo zero. Ma non credo che si possa pretendere questo da chicchessia costruttore senza il giusto corrispettivo economico.

              Massimo

              #6351
              Bartolomei Mirco
              Modérateur
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                bonjour Massimo, discussion intéressante ce. Précisément dans le projet que je réalise sur la construction du primaire, J'évalue l'étendue de toute légère rugosité de surface avant de déclarer le miroir terminé. Ce que j'ai lu jusqu'à présent sera certainement utile pour évaluer l'étendue de la “défaut” quelque chose qui n'était pas tout à fait clair pour moi auparavant car je ne comprenais pas pleinement les conséquences réelles de la rugosité. De plus, je comprends maintenant à quel point il est important d'effectuer un bon noircissement de l'intérieur du télescope qui sinon pourrait me conduire à croire que j'ai un mauvais miroir alors qu'il ne l'est pas.. :bien:

                mon Dieu 500 euro pour un demi-kilo de peinture !!! :wacko:
                Il faut augmenter considérablement la qualité globale du télescope pour justifier une telle dépense je suppose…

                Si je ne me trompe pas, l'intérieur du télescope Hubble a été recouvert d'un état de nanotubes de carbone pour noircir la surface. Apparemment, pour le moment, il n'y a rien de plus noir et antireflet que celui-ci…

                #6362
                Bartolomei Mirco
                Modérateur
                  • Hors ligne

                  Oui, exactement, Je me suis bien souvenu.
                  C'est le matériau le plus noir jamais créé: vantablack
                  Cela ne fait que le refléter 0.035% de la lumière incidente à 700nm. Et’ si noir même s'il y a des plis à sa surface, l'œil humain ne peut pas les voir et lui apparaît comme une simple figure en deux dimensions. Si tu penses à ça, au niveau de la vision, c'est le plus proche que nous ayons jamais créé d'un trou noir… B-)
                  Ce serait idéal pour nos télescopes, dommage que le prix soit exorbitant :wacko: :wacko: :wacko:
                  Mieux vaut penser à une alternative moins chère… :-)

                  Cependant, le problème du noircissement du tube est plus important que je ne le pensais.
                  Juste pour donner un exemple concret, voici la différence entre l'utilisation de la peinture noire Z306 (l'un des meilleurs créés par la NASA spécifiquement à ces fins) et un revêtement de nanotubes de carbone:

                  Voir le message sur imgur.com

                  On le voit très bien sur la photo, ainsi que le profil de réflectivité différent des deux couvercles, également la nette amélioration du contraste dans les deux images. Je ne pensais pas que cela pouvait affecter autant. :rayure:
                  Évidemment, à nos niveaux, nous ne pouvons pas nous attendre à obtenir des résultats similaires, mais en ramenant tout en proportion, l'importance de minimiser les effets de la lumière diffuse est claire.
                  Donc, au niveau amateur ou bricolage, que faut-il utiliser? des idées?

                  #6365
                  massimoboetto
                  Participant
                    • Hors ligne

                    Il telescopio performerà al massimo come il punto più debole del suo progetto.

                    Ne consegue che se si decide di fare un telescopio in un certo modo, ogni componente dovrà mantenere quel tipo di qualità tecnica. Per spiegarmi meglio: inutile costruire una super ottica super lucidata, una super cella ecc. e poi mettere una messa a fuoco da 70 euro. Molte performances del tubo si perderanno proprio nei fuori asse della messa a fuoco.

                    Se notate la differenza tra la vernice e i nanotubi è molto ampia, pensate un poquando intrugliano con vernici che non sono nemmeno state studiate per questi impieghi quanto si perde in termini di prestazione finale.

                    Il floccato in nanotubi (che non è nemmeno difficile da fare) et un petit’ esuberante per l’astrofilo (mai avremo le condizioni che hanno in strumenti professionali). Inoltre la sua applicazione richiede molta perizia già in fase di progettazione (tipici gli angoli per esempio).

                    Le alternative economiche sono economiche secondo il metro di ciascuno, ci sono vie intermedie che costano un poma sono praticabili e decisamente visibili durante l’uso.

                    Massimo

                    #6366
                    massimoboetto
                    Participant
                      • Hors ligne

                      mon Dieu 500 euro pour un demi-kilo de peinture !!! :wacko:
                      Deve incrementare notevolmente la qualità complessiva del telescopio per giustificare una tale spesa presumo…

                      Evidentemente si. E se ne rende conto chi lo usa in cieli molto bui dove la differenza è stratosferica anche su oggetti molto deboli.

                      Massimo

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