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24 Settembre 2017 alle 17:33 #10438
Ciao Stefano, quale è la temperatura nell’ambiente, ma soprattutto, che differenza di temp. c’è rispetto alle prime sessioni di lucidatura .
24 Settembre 2017 alle 19:10 #10440La temperatura dell’ambiente è attorno ai 23°C quindi ad una temperatura ideale per questa pece (Stathis mi ha indicato il range ottimale dai 18 ai 26°C).
Prima che rinfrescasse lavoravo a circa 28/29 gradi ma era un patimento, canali che si chiudevano e micro faceting azzerato in pochi minuti.
Ora il mio modus operandi è:
Apro bene i canali dell’utensile e faccio un micro faceting a reticolo con la lama del cutter.
Riempio un contenitore con acqua calda di rubinetto.
Metto dentro l’utensile per due o tre minuti o comunque fin quando la pece inizia ad ammorbidirsi.
Tiro fuori l’utensile e lo metto sul piano.
Metto un pò di ossido di cerio, preventivamente diluito in acqua (1/8) con due gocce di sapone per piatti, sulla superficie dell’utensile.
Posiziono sopra lo specchio centrandolo correttamente.
Aggiungo circa 10kg di peso e lascio riposare per qualche minuto, giro un pò lo specchio e rimetto i pesi. Attendo che pece e specchio si equilibrino termicamente e che la pece sia tornata a temperatura di lavoro.
Mi assicuro che tutta la faccia sia a contatto, metto una spruzzata di miscela e parto con movimenti centro su centro 1/3D tenendo come riferimento una circonferenza fatta a pennarello sul dorso dello specchio.
Effettuo 8 passate poi ruoto lo specchio in senso anti orario di circa 30° mentre io mi sposto in senso orario di un passo.
Ho rilavorato un’ora e mezza rispetto al post precedente:La cosa che noto è che la microfaccettatura tende a scomparire prima sulla parte esterna dell’utensile, segno che sia la parte a lavorare maggiormente.
Si vede bene in questa foto dell’utensile dopo un paio d’ore di lavoro, i canali piano piano si chiudono e la micro faccettatura tende ad affievolirsi sull’esterno.24 Settembre 2017 alle 19:41 #10441Si, come hai notato tu stesso, non c’è un contatto uniforme patina/specchio. L’adattamento per un utensile da 30 cm non è semplice, anche scaldandolo non è detto che lo si raggiunga. I “quadrotti” di quelle dimensioni sono in grado di sostenere un bel po’ di peso senza deformarsi ( a freddo ), i 10 kg potrebbero non essere sufficienti.
Una volta ricordo che ho guardato il primo tempo di una partita in tv “comodamente” seduto sopra l’utensile/specchio , ed altre invece, ci sono salito sopra con tutti e due i piedi ( peso 87 kG ) per una decina di minuti. Alla fine l’adattamento era perfetto. ma non pensare che la patina cedeva velocemente sotto il peso, bisognava insistere e ripetere l’operazione più volte…24 Settembre 2017 alle 20:58 #10442Cavolo… Eppure ero quasi sicuro fosse perfettamente a contatto. Interponendo la pellicola il contatto avviene in tutti i quadrati, di solito parte dal centro e via via che passano i minuti di pressione si uniforma.
Domani proverò a lasciar più tempo l’utensile in acqua calda e ad aumentare pesi e tempi di pressione. La cosa che mi lascia un pò dubbioso è che il test con il laser per valutare il grado di lucidità pare non portare differenze tra centro e bordo. L’impronta, anche se debole, è ancora visibile con la stessa intensità su tutta la faccia mentre se lavorassi con un cattivo contatto dovrebbe mostrarsi variabile con lo spostarsi lungo diametro. Vabbè, sono già contento di non avere (mi sembra) errori grossolani di lavorazione, si tratterà di trovare il giusto compromesso e lavorare duro qualche altra ora. Non demordo!24 Settembre 2017 alle 21:40 #10443Assolutamente si, stai lavorando benissimo, non ci sono errori grossolani e la figura al Ronchi è molto buona. Qui si parla di qualche centinaio di nanometri di vetro in più o in meno, troppo pochi per essere valutati con una pellicola…
Il segnale che è un problema di adattamento viene direttamente dal Ronchi, in quanto le corse centrali come le stai facendo tu, devono portare alla sfera, ogni anomalia rilevata ti da la misura di dove e quanto deve essere ottimizzato il setup.
Tu sei molto vicino ad avere un setup ottimale per parabolizzare, ma è necessario capire e risolvere questo piccolo problema per puntare direttamente a risultati eccellenti !Una cosa che puoi provare è quella di aumentare la pressione al centro durante le corse 1/3 COC, in questo modo “forzi” l’utensile ad un pieno contatto e , visto che sei sottocorretto, non fai altro che spingere la lavorazione nella direzione desiderata, aumentando cioè la profondità al centro rispetto al bordo.
Se la tecnica è efficace, avrai l’ulteriore conferma dell’adattamento non uniforme.
Ma attenzione a non “abusare” di questa variante, in quanto gli “effetti collaterali” potrebbero essere peggiori del problema che si vuole risolvere.24 Settembre 2017 alle 21:50 #10445L’unico parametro che (visto lo scarso lavoro di abrasione reso) per mia esperienza non troverei adeguato, è la troppo “lunga” diluizione (1:8) dell’ossido di cerio….
Io usavo gli ossidi di cerio o zirconio con la consistenza quasi di una crema che davo a pennello, utilizzando una diluizione “ristretta” con rapporto di 1:2 oppure 1:3 (cioè un cucchiaio da cucina raso di ossido con due o massimo 3 di acqua), e con quella concentrazione e quantità, il prodotto mi bastava comunque per una sera di lavoro (ma un handicap è che con quella concentrazione non si conservava per il giorno dopo, e doveva essere consumato, per evitare una eccessiva diluizione per mantenerlo umido, anche se in un vasetto chiuso).
Con la concentrazione aumenta l’incrostazione del cerio nella pece assieme all’attrito, e col cerio non avevo nemmeno la necessità di aggiungere la goccia di detersivo per piatti per fargli fare schiuma dopo 20 minuti di lavoro (che invece con lo zirconio ci voleva).
Un abrasivo assai diluito (cioè con consistenza ad esempio di un liquido appena lattiginoso “chiaro”) è una carateristica delle leavoraszioni a macchina con ossidi di alluminio (Gordon Waite docet).
24 Settembre 2017 alle 22:05 #10447Ecco, su questa cosa della diluizione avevo anch’io i miei dubbi… è un rapporto che ho letto in diversi report ma che a mio avviso rende poco e nulla. Forse può essere un buon rapporto per lavorare di fino durante la parabolizzazione, ma per la ricerca della sfera qualcosa di più consistente ed efficace credo sia più opportuno. Proverò a ridurre anche il rapporto, grazie dei consigli ragazzi!
24 Settembre 2017 alle 22:44 #10448Sono d’accordo con Giulio, mi era sfuggito questo aspetto e non posso far altro che confermare quanto dice ” il Maestro”
Questa “bufala” del cerio “superdiluito” gira in rete da qualche anno, non so chi ne sia l’artefice ma sicuramente era qualcuno che puntava più al risparmio che all’efficacia… e come dargli torto, visti i prezzi di questi prodotti !Riguardo l’ossido di alluminio, la diluizione elevata è resa necessaria dalla scarsa tenacia di questo materiale, in pratica dopo pochissimo tempo i sui grani sono “smussati”, i bordi dei granuli, che all’origine sono spigolosi e taglienti, dopo poche passate diventano arrotondati e terminano la loro azione abrasiva.
Se si eccede con la concentrazione di ossido di alluminio, mi sono accorto quando l’ho usato, che si crea un “effetto cuscinetto”, dove i granuli scivolano uno sull’altro e lo specchio sembra muoversi sull’utensile come farebbe sul ghiaccio, si avverte la mancanza di qualsiasi attrito anche aumentando la pressione.7 Ottobre 2017 alle 21:39 #10467Ragazzi, mi sono rimesso al lavoro dopo un’attesa forzata dall’aver fatto cadere la scorta di cerio dentro al secchio d’acqua
Sono tornato operativo e oggi ho lavorato un’ora circa, soluzione di acqua e cerio molto più densa, pressatura a caldo salendo sopra con tutto il mio peso per mezz’ora, passate 1/3D centro su centro. Niente da fare, non riesco a vedere miglioramenti. Vi metto solo l’intrafocale tanto è già esplicativa… Io proprio non capisco, il contatto sono sicuro sia perfetto, l’ossido di cerio fa un bel rumore, la schiumetta si genera lungo i canali e tutto sembra essere a posto. Ho provato con più pressione al centro, senza pressione, niente:cry:Cavolo ma almeno variazioni in meglio o in peggio dovrei vederle no?
8 Ottobre 2017 alle 1:29 #10468In effetti una variazione si vede rispetto al precedente Ronchi, ma purtroppo non è in meglio, la tendenza ad “aprire” in periferia è aumentata, il centro rimane sferico ma la periferia sta ulteriormente diminuendo il raggio di curvatura.
Per quanto ti possa sembrare strano ( e ti capisco perchè ho avuto lo stesso problema con un 300 f3.8 ) l’unico modo per ottenere quel tipo di difetto è che il bordo venga raggiunto meno dalla lavorazione rispetto alla zona periferica. In questo modo si crea un profilo a “scodella”, dove la curvatura periferica è più accentuata rispetto al centro. Quindi rimane il problema di adattamento.A questo punto, se anche con la pressione non ottieni nulla, prova ad allungare le corse per qualche sessione, fino ad 1/2 D ( ma puoi allungare ulteriormente se non funziona ). Questo allungamento potrà darti la misura di quanto sia estesa rispetto al diametro la reale zona di contatto.
Attenzione che questo è un metodo molto efficace per ottenere un bel bordo ribattuto, che al momento non hai in quanto il bordo è esattamente al contrario, cioè “rialzato”.
8 Ottobre 2017 alle 8:15 #10469Ok, qui devo capire bene dove risiede il problema. Potrebbe essere un utensile con strato di pece troppo sottile che quindi promuove maggiormente l’adattamento al centro? Ho solo un 3mm di spessore ormai. Nel dubbio converrà che ne rifaccia uno nuovo.
In base a quello che suggerisci ho una figura a scodella, quindi, guardando lo specchio di taglio, il bordo risulta essere più piatto rispetto al centro. Mi chiedo, se allungassi le corse, non appiattirei ulteriormente il bordo fino in casi estremi a renderlo ribattuto? Io pensavo di essere quasi in questa situazione:
Edit:
Dove il bordo tratteggiato è la figura che dovrei avere e quello nero la figura in cui mi trovo. Sono in questa situazione?8 Ottobre 2017 alle 10:57 #10471Rileggendo la tua risposta Massimo credo di aver mal interpretato. Mi sembra di capire che sia il contrario di quello che ho appena disegnato! Ovvero che al centro segue un andamento sferico ma verso i bordi le pareti tendono a risalire di fatto accorciando il ROC! Io pensavo di essere all’opposto visto che nei precedenti post si parlava di ellisse:
ok, pensavo che i nomi delle immagini fossero invertiti, ma se la prima immagine è effettivamente in extra allora ti stai allontanando dalla parabola, al momento sei in una conica tendente all’ellisse con K ( costante conica ) positivo, mentre tu devi raggiungere il valore di K=-1 parabolico e dovrai quindi per forza di cose tornare alla sfera ( K=0 ) per poi deformarla verso la parabola
La sensazione che hai avuto di essere sulla strada della parabola, sarebbe stata corretta se le immagini fossero state “al contrario”, cioè e l’immagine in extra fosse stata quella in intra e viceversa
Comunque ciò non toglie il buon lavoro che stai facendo, questi aspetti sono “tappe obbligate” nella carriera di un grattavetro
Quindi ho pensato che all’esterno il ROC fosse più lungo.
Che confusione! Sarà meglio che faccia colazione8 Ottobre 2017 alle 11:21 #10472Si Stefano, il tuo ultimo ragionamento è corretto:
Osserva attentamente le linee del Ronchi: siamo in intrafocale e nella periferia le linee sono più larghe, ovvero più aperte rispetto al centro. Questo significa che in periferia siamo più vicini al fuoco rispetto al centro.
In altre parole il raggio di curvatura della periferia è più corto rispetto al centro e cioè, il profilo periferico è è più curvo rispetto al centro. Quindi il profilo del tuo specchio al momento è ellittico con K>0.8 Ottobre 2017 alle 11:31 #10474Cavolo, allora quel che mi serve potrebbero essere corse più lunghe oppure TOT. Quel che non capisco è che dovrebbero bastare le normali 1/3D ma nel mio caso non sembrano funzionare per la parte esterna, segno come dici tu di cattivo adattamento. La realtà è che non ho idea di come far adattare meglio l’utensile oltre a starci sopra con 80kg per mezz’ora nonostante la pressatura sia a caldo e non a freddo! Bah, nel dubbio comunque rifaccio l’utensile
8 Ottobre 2017 alle 12:12 #10475Si esatto, con corse più lunghe riusciresti a lavorare meglio la zona esterna, ma solo fino ad un certo momento e cioè, fino a quando l’utensile mantiene lo stesso “difetto”.
Nel momento in cui l’utensile cambierà di nuovo forma ( perchè forzato a lavorare maggiormente la propria zona centrale ) allora anche le corse lunghe non saranno più efficaci per raggiungere la sfera, ma comparirà una nuova anomalia in funzione della nuova forma dell’utensile. Quindi si ritornerà a dover affrontare il problema dell’adattamento.Da tener presente che in realtà il difetto è di piccola entità, l’adattamento è tutto sommato molto vicino a quello ottimale, al punto che la differenza di contatto tra le zone potrebbe essere spiegata anche da una pressione anomala in alcuni punti, dovuta per esempio alla posizione delle mani durante le corse, oppure ad una temperatura non uniforme che si sviluppa durante le corse sull’utensile/specchio.
Sicuramente lo spessore di soli 3 mm non aiuta in questo senso, quindi rifare l’utensile è una buona idea.
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