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13 Febbraio 2018 alle 13:24 #10744
Eccomi di nuovo operativo! Ho avuto mille impegni ma ora posso tornare a dedicarmi al telescopio (che vorrei finire entro l’estate).
Sono dunque rimasto con lo specchio sferico e un tester di foucault poco affidabile. L’utensile di pece è fermo da 3 mesetti ma essendo le temperature piuttosto fredde si è mantenuto intatto alla vista. Oltre chiaramente a lavarlo, tenerlo in acqua calda e ripressare varie volte per fargli riprendere la giusta impronta, consigliate di spazzolare la superficie o avere altri accorgimenti?13 Febbraio 2018 alle 14:27 #10745Ciao Stefano. Bentornato!
Non credo ci sia bisogno di spazzolare l’utensile se non ha preso dei colpi.
Basta la verifica dei canali e il buon adattamento con la compressione vicino alla sua temperatura ottimale di lavoro, e poi il solito “olio di gomito”😉13 Febbraio 2018 alle 15:02 #10747Ciao Stefano, welcome back !
16 Febbraio 2018 alle 15:12 #10750E’ dura ripartire dopo una pausa! Devo rifare mente locale. Ho riletto la discussione nelle ultime pagine e dunque sono fermo al punto in cui devo stamparmi una o più immagini di riferimento ron Ronwin2.0.
Praticamente imposto in opzioni mm anziche inches, metto diametro 300, focale 1806, 4.92 linee per mm dovrebbero corrispondere a 125 lpi che è il reticolo che uso, l’offset è la distanza in positivo o negativo dal punto focale giusto? Posso mettere un paio di valori arbitrali o è meglio qualche distanza specifica?
Una volta che mi sono stampato le immagini di riscontro come mi conviene compararle? Scusate le domande ma dopo due o tre mesi mi sono arrugginito e ho perso il filo del discorso16 Febbraio 2018 alle 16:08 #10751Ciao Stefano. Non ti posso aiutare col Ronchi perchè l’ho usato pochissimo, senza software di aiuto, e non come guida alla lavorazione, ma come semplice vista-controllo dello stato di uniformità della intera superficie dello specchio.
Controllo che peraltro ho scoperto nel mio caso non essere necessario, forse perchè cercavo di rimanere il più possibile ligio alle regole di lavorazione del texereau, mia unica guida ai tempi del mio inizio, e nel timore di allontanarmi da esse su un terreno che agli inizi è tutt’altro che liscio e comodo, ma che era senza aiuti esterni possibili.16 Febbraio 2018 alle 17:32 #10752Beh in effetti potrei avvicinarmici un pò ad occhio e poi passare direttamente a foucault e li si che dovrai aiutarmi Giulio!!!
17 Febbraio 2018 alle 13:20 #10753Stai sicuro che col Foucault lo farò ben volentieri!
17 Febbraio 2018 alle 14:34 #10754Stefano, riguardo al Ronchi la procedura ed il significato dei parametri è quello che tu hai descritto.
Il valore dell’offset permette di visualizzare una o più bande a seconda delle esigenze del momento, quindi il valore è sempre una scelta di chi esegue il test.
Un’altro parametro da poter utilizzare, durante la fase di parabolizzazione, è il valore della costante conica ( K=0 sfera , K=-1 parabola ) nei valori intermedi, durante le fasi intermedie, per avere un’idea del punto raggiunto con la lavorazione.
L’unica cosa che mi sento di raccomandare, nel momento in cui si confrontano simulazioni del software con immagini del test, è che il valore delle linee/mm ( ad es.: 4 linee/mm nel software indica 4 linee scure + 4 linee trasparenti per una larghezza della singola linea di 0,125 mm ) sia verificato ed esattamente uguale a quello impostato sul software, altrimenti le immagini non sono confrontabili.
6 Luglio 2018 alle 22:39 #11044Stefanooooo! Batti un colpo” .
Come ti vA?6 Luglio 2018 alle 23:01 #11045Ciao Giulio, sono fermo, sembrerà strano ma il tester per il foucault non mi è riuscito di costruirlo a modino, ho perso troppo tempo con quello stampato in 3d, poi non riuscivo a metterci una camera per postare i test e mi è preso lo sconforto. Stavo pensando a voi un paio di settimane fa mentre guardavo il mio vetro… mi manca sta benedetta parabolizzazione ma essendo un maledetto perfezionista se non sono nelle condizioni ottimali di fare le cose anzi non le faccio.
Aiutatemi!8 Luglio 2018 alle 8:37 #11046Mi rileggo bene tutto e poi ti azzardo qualche suggerimento
8 Luglio 2018 alle 16:29 #11049Ciao Stefano.
Mi sono riletto tutto l’argomento, ma devo dire che nel tuo lavoro ho trovato solo il comportamento scientifico critico, direi professionale ideale, che sarebbe altamente desiderabile per qualsiasi neofita.
Tutt’al più con un eccesso di preoccupazione che forse questo tuo carattere ti ha procurato nei confronti della facilità (solo teorica) di usare il Ronchi, contrapposta alla difficoltà (solo teorica) di utilizzare il più “decisionista” Foucault.Tenderei persino a consiglierti di mantenere il Ronchi, come oltre oceano hanno sempre fatto di preferenza molti ATM autocostruttori.
Questo perchè, se non sbaglio ti trovi già con uno sferoide che però presenta ancora un (benemerito segno di buon lavoro), bordo rialzato.
Ma quel bordo rialzato essendo valutato su uno sferoide, vorrebbe dire che su una parabola ti troveresti sia con un centro che con un bordo rialzati poco più dei 1350 nanometri necessari alla parabolizzazione, che potresti raggiungere con sicurezza scavando di più il centro, con un poco di lavoro in più. ma tranquillo, senza toccare il bordo.
Secondo me uno dei tuoi problemi potrebbe essere stato la temperaura dell’ambiente di lavoro assai variabile e tendente al caldo, o la larghezza “stretta” dei solchi fra i vari quadretti di pece di meno di 8mm che richiede una più frequente riapertura dei canali.
Comunque nella condizione attuale, ti potrei consigliare di mettere il tuo specchio così com’è ben lucido ma non alluminato, dentro la struttura di un dobson provvisorio, e di guardare il cielo… (come appoggiando lo specchio su una sedia tenendo in mano la secondary cage di un altro telescopioo, o peggio un secondario e un oculare con due mani), Sono sicuro che tu, con lo spirito autocritico sceintifico giusto che quì hai mostrato, vedresti già qualcosa di sicuramente incoraggiante… visto che la meta non è lontana.
28 Luglio 2018 alle 16:38 #11124Grazie Giulio, mi sei di conforto
Il problema è che non ho più nulla con cui provare il vetro… niente oculari ne tantomeno la struttura. Potrei partire a creare la struttura come se avessi già terminato lo specchio cosi con la scusa di provarlo per rifinirlo al meglio mi ritroverei già con il telescopio finito una volta terminata la parabolizzazione e successiva alluminatura, tanto ormai focale e compagnia bella non dovrebbero variare significativamente. Dopo continuerò con il ronchi al meglio che potrò e magari troverò anche la forza di ributtarmi nel foucault
Che ne pensi? Un saluto!P.S. Anche perchè adesso le temperature sarebbero troppo elevate per lavorare al meglio con la pece.
28 Luglio 2018 alle 17:33 #11126Penso che costruire con calma la struttura sia una buona idea.
28 Luglio 2018 alle 18:02 #11127Pensando invece alla difficoltá di adattamento, e alla durata troppo breve della fase lavorativa ottimale efficace della pece, penso di aver avuto la fortuna del principiante, abituandomi a costruire l’utensile con scanalature iniziali larghe 8 mm, con la pece Gugolz#55 con la quale lavoro d’inverno a 20 gradi scarsi di temperatura ambiente, in un ambiente con temperatura costante.
Questo perchè durezza della pece, temperatura di lavoro, larghezza scanalature ed assenza di pressione sull’utensile, sono le variabili da cui deriva una giusta durata dell’utensile, e il conseguente buon lavoro.
In altre parole, lo spessore iniziale della pece di 10mm, che ti permetta un largo margine di tempo utile fra una manutenzione scanalature e l’altra, ti da modo di impratichirti col suo andamento.
infine col suo buon lavoro, la pece si assottiglierá a circa 3mm verso la fine della parabolizzazione.
Spessore sottile e ottimale perchè pure “meno flessibile” dei 10mm iniziali; ideale per conseguire il massimo rendimento e precisione della tolleranza di lavorazione finale dello specchio, sempre escludendo di aggiungere peso al suo trascinamento perchè i nanomeri in gioco alla fine lavorazione sono pochissimi
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