• Questo topic ha 10 risposte, 3 partecipanti ed è stato aggiornato l'ultima volta 8 anni fa da marco95.
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  • #8864
    marco95
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      salve a tutti, sono nuovo nel forum quindi mi scuso in anticipo per qualsiasi cavolata possa dire! inanzitutto però vorrei ringraziare tutti per l’aiuto.
      vorrei porre alcune domande “di base”: da ciò che ho capito guardando il filmato di Dobson per rendere la calotta sferica vengono utilizzati due vetri PIANI, uno da scavare ed uno per scavare, ma dobson preme con le mani il vetro “scavatore” ai lati dello stesso e non al centro, come può quindi questo vetro scavare quello che diventerà lo specchio?

      #8866
      Giulio Tiberini
      Moderatore
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        Ciao Marco95.
        Il tuo ragionamento è giusto e il dubbio è comprensibile…Ma attenzione che John NON tiene in mano il vetro “scavatore” (cioè l’utensile), ma manovra avanti e indietro il vetro “da scavare” che è lo specchio.

        Il quale, con la pressione delle sue mani poste su un diametro circa al 70% del totale, si andrà consumando nella sua parte centrale della faccia inferiore, contro il bordo superiore dell’utensile scavatore che sta sulla panca, diventando via via concavo lo specchio e convesso l’utensile.

        Ti toglierai ogni dubbio rivedendo per 5 minuti il filmato a partire dal minuto 5 e ascoltando la descrizione. :good:

        #8868
        Massimo MarconiMassimo Marconi
        Moderatore
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          Ahah ! se bisogna scusarsi in anticipo per ogni cavolata detta ( o pensata ) io non dovrei fare altro tutto il giorno che.. chiedere scusa ! :yahoo:

          Screzi a parte, benvenuto Marco :bye: , se guardi anche questo articolo, c’è un disegno che rende bene l’idea del perchè il vetro superiore diventa lo specchio concavo e quello inferiore l’utensile convesso:

          Generazione della profondità e costruzione della focale.

          #8871
          marco95
          Partecipante
            • Offline

            quindi se non sbaglio, il procedimento usato da Dobson e quello usato in questo video (https://www.youtube.com/watch?v=pQ2emcoswKY&index=3&list=PLvQ11CcwJy0d5vKch44KthskeibiItXxf) posso essere considerati “complementari”: uno dei due può essere considerato più preciso e performante dell’altro?

            #8872
            Giulio Tiberini
            Moderatore
              • Offline

              Sono due lavori diversi.
              John comincia lo specchio ricavando la curva e quindi tiene lo specchio in mano e ne strofina il centro dul bordo utensile sottostante, applicando delle corse che sono cosiddette Cordali, come troverai descritte in articoli in questo blog, e come potrai vedere anche da questo filmato:
              https://www.grattavetro.it/tutorial-video-costruzione-di-uno-specchio-parabolico-200f6/.

              Invece nel filmato del tuo link, Matteo ha acquistato il vetro già smerigliato alla curvatura definitiva e deve solo affinare la curva con abrasivi via via più fini.

              Un consiglio però che ti devo dare è il seguente:
              Siccome ci sono parecchi trucchi ed accorgimenti da mettere in pratica anche solo nel semplice tratto di lavorazione mostrata dal filmato del tuo link. E mi riferisco ad esempio a importanti istruzioni omesse per:

              – non scheggiare lo specchio;
              – a non dimenticare crateri grossolani che con le grane fini non sono poi più eliminabili;
              – a non mettere troppo abrasivo che finisce per macinare se stesso in modo più efficiente di come macina il vetro;
              – a non mettere che quache goccia d’acqua per non farti portare via l’abrasivo;
              – a saper come fare a generare la curva ma anche a lavorare a ritroso per mantenerla invariata;
              Ti consiglio quindi, oltre al vedere filmato in bianco e nero del quale ti ho messo il link, anche di leggere qualche diario di realizzazione.

              Questo perchè il prendere riferimento dai filmati di un principiante che con grande buona volontà fa vedere quel che fa per la prima volta in vita sua, è , come la sua, una azione altrettanto temeraria che sotto moltissimi aspetti mette potenzialmente in condizione di pericolo una tua futura positiva realizzazione.

              La morale in tutte le cose è che per poter insegnare qualcosa a qualcuno ci vuole un minimo di autorevolezza data dall’esperienza dell’insegnante nella sua materia di insegnamento.

              #8875
              marco95
              Partecipante
                • Offline

                grazie mille per l’aiuto :good:

                #9121
                marco95
                Partecipante
                  • Offline

                  salve di nuovo a tutti!
                  dopo mesi di ricerca sono riuscito a trovare un’azienda che mi potrebbe produrre un vetro astronomico; il problema è che lo spessore massimo che possono costruire con il borosilicato è di 19mm, mi è stato allora proposto un “vetro al quarzo” (in questo caso arrivano a spessori di 100mm); questo tipo di vetro è lavorabile e quindi utilizzabile come vetro astronomico?

                  #9122
                  Giulio Tiberini
                  Moderatore
                    • Offline

                    Infatti il massimo spessore che normalmente oggigiorno viene utilizzato su larga scala per costruzioni in vetro normale di piani calpestabili in vetro e particolari di edilizia, (ma vedo che ti hanno offerto anche il borosilicato che è più costoso) è il 20 (o 19)mm.

                    L’acquisto di un vetro ottico sofisticato e specifico come il borosilicato, o pyrex oppure quarzo… cioè diverso dal vetro normale, conporta una spesa notevolissima che rende ancora meno conveniente la realizzazione dello specchio. Specie se esso è il primo che uno tenta di realizzare.
                    Una regola tecnica dice che lo spessore del vetro dipende dal diametro dello specchio che si desidera realizzare, e la difficoltà di realizzazione cresce esponenzialmente con l’aumentare del diametro e con la diminuzione del rapporto focale. In altre parole, più lo specchio è grande e più è profondo nel suo scavo, e più è difficile.

                    Quindi la regola aurea ed il consiglio per una persona che intraprende per la prima volta la strada della realizzazione sarebbe quello di scegliere un diametro di 300mm che rappresenta anche il limite massimo per l’utilizzo dello spessore 19 o 20mm del vetro, il quale può così essere del tipo calcio sodico cioè normale, e può essere acquistato dalle vetrerie industriali al prezzo di circa 100 euro per due dischi (uno per l’utensile e uno per lo specchio).
                    La qualità del vetro borosilicato conviene solo ai fabbricanti di specchi perchè non devono attendeere ore dopo la lavorazione per far raffreddare e quindi recuperare la forma allo specchio prima di eseguire i controlli di correzione ottica.

                    Ma dal punto di vista dell’astrofilo, uno specchio “caldo” perchè conservato in casa e portato all’esterno dentro un telescopio, creerà una turbiolenza identica che renderà ugualmente pessima la visione finchè non avrà raggiunto l’equilibrio termico con l’ambiente, sia che esso sia realizzato in vetro normale e sia in vetro sofisticatissimo e costoso.

                    Ti conviene cercare il risparmio in una vetreria industriale (cioè quelle che lavorano quegli spessori per l’edilizia).

                    #9126
                    marco95
                    Partecipante
                      • Offline

                      grazie per la risposta, comunque ho fatto la domanda perchè ho contattato un’azienda cinese che tagliava vetri astronomici in quarzo/borosilicato per prezzi stracciati, alla fine il prezzo “di facciata” era solo simbolico, in realtà è saltato fuori che costavano molto di più di ciò che mostravano; comunque il mio obiettivo era un 350mm dello spessore di 30mm, ma da cià che mi hai detto per un 300mm si può scendere fino a 20mm di spessore, anche se questo risulta un caso limite perchè non lascerebbe spazio a correzioni: quindi pongo questa domanda, un 300mm con spessore 25mm è abbastanza? l’astronomia mi ha sempre affascinato e sto entrando in questo mondo da puro ignorante semplicemente perchè voglio avere la possibilità di osservare le nebulose/ammassi più vicini. per esempio, un 300mm è abbastanza “grosso” da permettermi di vedere nebulose come quella di orione? perchè io ho uno shmidt-cassegrain da 150mm e sinceramente non sono riuscito a vedere nemmeno andromeda :-(

                      #9127
                      Giulio Tiberini
                      Moderatore
                        • Offline

                        Ciao Marco.
                        Il mio 360F5 è spesso 30mm, e un 300mm con spessore 20mm è un telescopio eccezionale che non presenta i limiti di lavorabilità che immagini, per il motivo che ti dico più oltre, e che in molti casi è considerabile quasi definitivo, ma questo dipende dal tuo pensiero.

                        Per me il definitivo è stato il 360F5mm come compromesso fra ingombro e trasportabilità e mie aspirazioni, Ma ognuno sa il fatto suo ed ha le sue aspirazioni.

                        Ti dico questo perchè la nebulosa di Orione e la galassia di Andromeda sono visibili già con il mio rifrattorino 80F5, col quale si vede anche il globulare M13 ma solo come una macchietta sfocata tonda e lattiginosa. Mentre con un 300mm vedresti un M13 spettacolare, come “un albero di natale” illuminato di mille stelline / lucine viste dall’alto.

                        Quindi il tuo dubbio di visibilità mi suggerisce di consigliarti di verificare la strabiliante quantità di oggetti del profondo cielo visibili con un diametro 300mm uscendo qualche volta con un gruppo di astrofili del circolo più vicino a casa tua.
                        (Ma di dove sei tu? Sei lontano da Asti?)

                        Un aneddoto che racconto spesso io, si riferisce alla visione di M97 (la nota nebulosa gufo), che col rifrattorino 80F5 era un “cava occhi” che dovevo “stanare” con un filtro interferenziale UHC per poterlo distaccare dal grigiore del fondo cielo….Col 300, la prima volta che lo cercai anche senza filtro UHC, quando gli passai sopra, mi si presentò con la delicatezza di “un pugno in un occhio”…Nel senso che al suo passaggio ti viene istintivo fare un passo indietro togliendo l’occhio dall’oculare, tanto è evidente.

                        Tornando alla tecnica: Uno spessore di 19mm per uno specchio diametro 300mm non presenta i limiti di lavorabilità che immagini, ma solo necessita di una cella a 9 punti di supporto, perchè più lo specchio è sottile e più potenzialmente potrebbe flettere di qualche nanometro mentere inclini il telescopio…ed essendo la tolleranza di lavorazione per uno specchio di qualità lambda/4 di 68,75 nanometri (milionesimi di mm), la cella ha lo scopo di mantenerlo ben supportato per evitare che che esso fletta e vada fuori tolleranza di qualità.

                        Qualche numero: Ad esempio per realizzare un 300F5 devi scavare una sfera che al centro ha una freccia profonda 3,75mm. Quindi se hai uno spessore di 19mm e sottrai 3,75mm rimangono 15mm di spessore residuo.
                        Successivamente, la sfera lucidata dovrai poi “svasarla” in forma perfettamente parabolica, che vuol dire asportare ancora uno strato di vetro che ha il suo massimo spessore al bordo, con 2,34 micron.

                        La formula per il calcolo della freccia da scavare nel vetro
                        Freccia = raggio specchio al quadrato diviso 2R

                        Dove 2R è il doppio del raggio di curvatura della sfera, che a sua volta è pari al doppio della focale.

                        Quindi un 300F5 ha una lunghezza focale 300×5=1500mm e un raggio di curvatura della sfera di 2×1500=3000mm, quindi la freccia per un 300F5 è: freccia = (150×150)/2×3000) = 3,75mm

                        #9134
                        marco95
                        Partecipante
                          • Offline

                          ti ringrazio moltissimo :good:

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