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12 abril 2017 a 8:13 #9662
Buenos días, sono Franco e mi unisco a Voi in questo ottimo e specifico forum.
La passione “Astronomica” mi pare scontata, accompagnata dalla passione di vivere
in garage. Seguo da tempo il forum +/- da quando ho notato in calce ad un post di Massimo
sul forum Northek, il link. Credo di essere un poco fuori posto perché probabilmente non produrrò
mai uno specchio, ho impiegato troppo tempo per decidermi e con l’età arrivano i problemi.
Ho una spalla in condizioni critiche, di grattare non se ne parla. L’unica possibilità è di
costruire una macchina come fatto da Giuseppe (GIM) e aspetto di vedere il suo post con tutti i dettagli della costruzione.
Nel frattempo sono molto interessato a mettere in produzione il dobson ultra portatile di Giulio, con un approccio meno minimale ed economico, diciamo a metà tra il suo 130 y 250, almeno per il diametro, anche il target di trasporto sarà meno restrittivo.
Ho cannibalizzato un 200 mm reperito sul mercato dell’usato e a breve comincerò a disegnarlo, naturalmente con il benestare di Giulio da cui vorrei prendere alcune idee del suo ottimo progetto.
Mi pare sia tutto, buon lavoro a tutti.
Cool12 abril 2017 a 14:50 #9664hola Franco, un caloroso benvenuto qui nel forum, da parte mia…
No te preocupes, non sei di certo fuori luogo qui, tutti coloro che hanno la passione per l’astronomia, o per l’auto-costruzione di una qualunque parte del telescopio, o che desiderano imparare, discutere, o condividere le proprie esperienze su questo fantastico mondo, sono più che ben accette…Franco, di dove sei? Hai già un telescopio?
Per quanto riguarda l’uso di macchinari come supporto nella realizzazione di specchi per telescopi, ti poso dire, che se cerchi in internet, troverai moltissime informazioni e soluzioni diverse. Per cominciare, ti consiglierei di cercare quella che forse è la più conosciuta, ovvero la “mirror or matic”, la trovi googolando…troverai molte indicazioni, anche dettagliate a riguardo…
Come ti ho già detto poi, ci sono anche altre tipologie di macchine, ogni una pensata per riuscire a fare più o meno lavorazioni, ma per ora comincerei a dare un’occhiata a quanto ti ho suggerito…Sono curioso di leggere gli sviluppi e i dettagli del tuo progetto,
a presto…
Mirco12 abril 2017 a 18:58 #9667Ci tengo a fare gli “onori di casa” e dare un caloroso benvenuto ad un abile e raffinato auto-costruttore , una graditissima visita che porta sicuramente del valore aggiunto alle nostre pagine e non mancherà di suscitare la curiosità e l’interesse di chi ci legge, oltre che il nostro.
Ho avuto l’opportunità , come molti altri, di leggere e di apprezzare le realizzazioni di Franco nel Forum della superlativa Northek , come ad esempio questo progetto di autocostruzione di un pantografo:http://www.northek.it/forum2/index.cfm?page=topic&topicID=873
por lo tanto, di nuovo benvenuto Franco, è un piacere averti qui con noi !
12 abril 2017 a 21:59 #9669Sera Ragazzi, grazie per la calorosa accoglienza.
Mirco al momento sopravvivo in Sudafrica e di telescopi, ahimè, ne ho più di quanti posso usarne, è un problema su cui sto lavorando ma senza risultati, continuano ad aumentare.
Ho dato uno sguardo in rete per le macchine e ogni spunto è buono ma sono rimasto impressionato dai grafici pubblicati da Giuseppe, un risultato che va oltre le aspettative. Per questo sono molto curioso di vedere la sua macchina. Il problema della lucidatura “aleatorio” non è solo per gli specchi anche in altre applicazioni si riscontra e dopo averlo affrontato per anni, nel mio fu lavoro, senza mai averlo completamente risolto mi lascia molto molto incuriosito.Massimo grazie della stima ma così mi fai arrossire, sia chiaro che sono qui per imparare. Naturalmente condividerò tutto quello che riuscirò a mettere insieme così come posto sul forum Northek.
Riguardo il Dobson ultra portatile grazie all’esperienza di Giulio parto con le idee abbastanza chiare ma sono in ritardo rispetto ai tempi previsti per iniziare. Ho un elenco piuttosto lungo di
cose da fare, no sólo por “astronomiche”, che non capisco come mai invece di accorciarsi si allunga.
Naturalmente avere le idee chiare aiuta ma non è garanzia di un buon risultato, occorre validarle.Cool
13 abril 2017 a 12:49 #9670hola Frank
Vorrei associarmi anche io al benvenuto che ti ha accolto qui nella comunità del GRATTAVETRO, quindi visto che anche tu stai aspettando che mi decida a pubblicare qualcosa sulla macchina per lavorare gli specchi, posso dirti che sto ultimando la raccolta del materiale necessario e spero al più presto di pubblicarlo sul sito. Vi avverto subito però che le vostre aspettative in merito mi sembrano quanto meno esagerate. Hai scritto di essere rimasto impressionato dai risultati che ho ottenuto sul 200 mm e devo dire che anche io ho strabuzzato gli occhi le prime volte che li ho visti apparire sul PC. Detto questo vorrei provare a chiarire alcuni punti:
una) Sono certo che non appena vedrete foto e filmati della macchina vi renderete che si tratta di un prodotto molto “artigianale”. Ho avuto modo di vedere il tuo pantografo sul sito della Northek che al contrario ha un aspetto molto professionale.
segundo) Ammesso e non concesso che quei dati siano veritieri (attualmente sto costruendo la struttura del Dobson che lo accoglierà e che spero mi darà finalmente una risposta abbastanza sicura a riguardo) c’è da chiedersi se effettivamente il merito sia della macchina. Inizialmente avevo provato a parabolizzare a mano ma dopo pochi minuti di lavoro mi sono sempre ritrovato oltre la parabola. Quindi dopo essere ritornato per l’ennesima volta alla sfera ho voluto provare a parabolizzare con la macchina. Ho apportato una piccola modifica alla stessa che mi permette di allungare o accorciare il braccio oscillante mentre lo stesso è in movimento e ho iniziato il lavoro ponendo lo specchio, che stava sopra, con il centro quasi sul bordo dell’utensile. Quindi mentre la macchina era in funzione ho accorciato il braccio fino a riportare il centro dello specchio sul centro dell’utensile, quindi ho fatto l’operazione inversa. Tutto ciò per due o tre volte. Alla fine ho controllato lo specchio con Ronchi e poi con Foucault ed risultati sono quelli che avete visto. Merito della macchina? Bravura mia? Oppure semplice botta di c…? Io al momento propendo per la terza soluzione.
do) La macchina funziona alla grande per la sbozzatura e per l’affinamento della superficie con gli abrasivi fino al 1200. La qualità della superficie che si ottiene è solitamente molto buona, la satinatura è finissima e uniforme e lo sferometro dotato di un comparatore centesimale con quadrante da orologio non mostra alcun movimento della lancetta muovendo lo sferometro su tutta la superficie. I problemi spesso sorgono con la lucidatura, problemi che io al momento attribuisco alla patina di pece. Alla fine comunque riesco ad ottenere una superficie brillante e senza microcrateri o rugosità, si lascia lavorare la macchina fino a che si è soddisfatti. Basta aver l’accortezza di far lavorare l’utensile senza grossi pesi, soprattutto a fine lucidatura, che aumentando la pressione sulla superficie di contatto generano problemi di qualità. Discorso diverso per quel che riguarda il raggiungimento della sfera. In alcune occasioni sembra la cosa più semplice del mondo in altre un traguardo impossibile da raggiungere. Mi ripeto al momento attribuisco il tutto alla durezza della pece ed al suo adattamento, ma potrei sbagliarmi. Per inciso la patina del 200 mm era fatta con pece GUGOLZ 55 e non appena le temperature sono salite intorno ai 16°C ha iniziato a lavorare molto bene mentre con il 300 mm sto usando una patina con pece GUGOLZ 64 che risulta ancora troppo dura per le temperature attuali (siamo intorno ai 18°C)
re) La macchina ha il grande pregio di non stancarsi anche dopo ore ed ore continuative di lavoro ma detto questo bisogna sapere che prima di capire anche solo a grandi linee come reagisce alle regolazioni talvolta ci si spazientisce parecchio. Ad ogni modo ora che l’ho costruita sono ben contento di averla ma non la consiglierei a coloro che non hanno alcuna esperienza nella lavorazione di uno specchio.Un saluto a tutti e spero a presto
Giuseppe Mura13 abril 2017 a 21:13 #9671Grazie Giuseppe e complimenti per lo specchio.
Fai con calma, dettagliare in maniera precisa e univoca non è facile e richiede tempo.
Tranquillo credo che nessuno si aspetti l’ottava meraviglia ma una macchina che funziona, che poi è quello che importa, abbellirla e renderla accattivante è una scelta personale e non cambia quei
grafici che hai postato.
Quando ho costruito il “panto” grande mi ero appena trasferito e il garage pareva una landa desolata.
Forse appare professionale perché sono un buon fotografo, hahahaha.
Tornando alla “Macchina” il risultato è quello che conta e se vi è stata o meno la botta di c. c’è un unico sistema per saperlo e si chiama ripetitività. Per questo è importante che fissi per bene tutto quello che hai fatto in senso di procedura così che altri possano provare a ripetere la lavorazione nel modo il più fedele possibile alla tua. Potresti riprovare tu e toglierti ogni dubbio.
In ogni caso qui la fortuna mi pare centri poco, da quanto ho capito hai lavorato duro e fatto esperienza impiegando parecchio tempo e risorse per arrivare a quel risultato e questo non si
può chiamare fortuna.
Se la macchina facesse tutto da sola la lavorazione perderebbe di interesse, al di la del piacere di fare con le proprie mani partendo da zero che è un punto fisso, poter disporre di una macchina
economica che agevola il lavoro permette di aprire a tanti esperimenti altrimenti impossibili.
Pensiamo solo al discorso della temperatura, trattato in alcuni tread sul sito Northek e spesso
sottovalutato dagli utilizzatori e sopratutto dai produttori.
Se si accorciano i tempi di produzione si possono fare tante prove con differenti spessori e sistemi di acclimatamento dello specchio.
Senza dimenticare che in casi tipo il mio sarebbe l’unica possibilità.
Inutile negare, ci piace giocare e non ci piace vincere facile.
Cool13 abril 2017 a 22:39 #9672Sono d’accordo con Franco, in particolare la temperatura è un elemento fondamentale per l’efficienza della patina di pece. Personalmente ho potuto constatare che la differenza di soli due gradi tra sessione diverse alterano sensibilmente i risultati attesi, specialmente nei piccoli ritocchi in fase di parabolizzazione, ( nelle corte focali poi , le variazioni di temperatura diventano pressoché ingestibili ) dove una sessione pianificata con tutto il criterio necessario, può portare a deformazioni non desiderate nonostante le tecniche siano state applicate nel modo corretto e tutte le altre variabili ( adaptación, presión, velocità delle corse ecc… ) siano sotto controllo.
il proprio “trasero” è un altro elemento fondamentale ma, come recita il proverbio, viene in aiuto solamente degli audaci e, aggiungo io, di chi ha le capacità per poterlo valutare, perchè la “botta di c.” per essere tale, deve far centrare un preciso obiettivo in tempi e sforzi minori del previsto, ma il “preciso obiettivo”, non è così immediato saperlo valutare e quantificare, occorre capacità e perizia, altrimenti anche la “dea bendata” passerebbe inosservata…
13 abril 2017 a 23:03 #9673Hola Frank y bienvenido de mi parte también.
Felicitaciones por el hermoso pantógrafo.. También construí uno con un tubo de acero cuadrado lateral de 10 mm…Pero comparado con el tuyo, el mío es realmente feo. Todavía lo tengo en algún lado. Lo he usado mucho con binoculares con zoom Panagor que alcanzan los 45X, imposible de usar a mano alzada.Hubo un momento en el que intentaba mejorar el uso astronómico de algunos de mis binoculares..
Un'altra “descubrimiento” negativo con binoculares lo hice en ese momento haciendo una especie de microscopio (visto en la web) que tenía binoculares apuntando a un espejo (comprado en el cobertizo de excedentes), para poder observar el cielo mirando hacia abajo sin ofender mis maltrechas cervicales .. Pero el espejo de solo 4mm de grosor no soportado por una plancha de madera, no permitió un enfoque satisfactorio, y quedó abandonado.En cuanto a mi proyecto de viaje dobson, es un proyecto no mío sino de Pierre Strock descrito en el sitio “Magnitud78”. Primero ejecuté el proyecto original, que luego en el camino reemplacé el enrejado de tubo de carbono original con esquinas de aluminio “subido” doblar (que hizo la colimación laboriosa y siempre diferente); y apoyo secundario…Todos los defectos relacionados con la contención de tamaño y peso..
Con todo esto estoy muy feliz de que nos hayas encontrado algunas ideas constructivas., que, dada su capacidad técnica, estoy seguro de que mejorará…(y este hecho de mejorar algunas ideas tiene en mi opinión la esencia más positiva del espíritu científico).
Si te ayuda, si me envía un mensaje por correo a la oficina editorial “a” grattavetro.it Puedo enviarte mi dibujo CAD 250 y 130 en formato DWG o DXF. mi’ un dibujo a escala 1:1 con piezas muchas veces no cotizo porque para mi las cuotas no son necesarias imprimiendo las piezas a escala 1:1, luego pegar los diseños con cinta adhesiva de doble cara en las tablas de madera o en las piezas ásperas, que luego recorto y taladro sin necesidad de dibujar nada.
Por último, coincido con Giuseppe en la gran importancia de la dureza del tono para su indispensable adaptación. Trabajando en invierno, también uso el Gugolz #55 que funciona bien a unos 20 °, es decir, no menos de 18 (adaptación decente imposible si no en un baño de agua tibia, pero con pocas posibilidades de que el procesamiento pueda mantener esa temperatura similar a la de la brea), y no mas de 21 (necesidad demasiado frecuente de reabrir los canales de herramientas).
14 abril 2017 a 10:37 #9675hola Giulio, thanks sono ben contento di essermi deciso ad interloquire oltre che a leggere solamente e spero così di apprendere molto altro.
Al di la di quel che appare sono particolarmente pigro e il panto è, forse era pare che Max si sia deciso, finalmente, la soluzione ad un vuoto del mercato. Le finiture non guastano ma sono sempre un di più e se il tuo funzionava vuol dire che lo scopo era raggiunto.Ho visto il sito del Dobson “Originale” e ne faccio tesoro.
Intendo modificare il progetto non perché voglio migliorarlo, nel caso sarei presuntuoso, ma perché il target è differente e devo piegare il tutto sulle mie necessità l’idea del trasportabile che pare banale è quella buona per il mio scopo. Qui ho la fortuna di disporre di un dark sky eccellente ma è nulla a confronto di quando mi reco in zone desertiche e completamente al buio. Il problema nasce dallo spazio disponibile nel 4×4 che pur essendo abbondante viene saturato dal necessario per sopravvivere 8/10 giorni. Quindi mi occorre che sia compatto ma senza eccessivi compromessi sulla stabilità da qui la scelta di un 8″ ancora gestibile come ingombro.
Poi che dire, mi piace pasticciare, fare, rifare e a volte con risultati peggiori di quelli di partenza.Apprezzo l’offerta del disegno e provvedo al messaggio, uso doublecad xt5 free version e mi pare legga i dwg. Per le quote mi arrangio non preoccuparti, la mia estrazione “Meccanica” mi impedisce il copia incolla finirei nel girone dei dannati magari con un risultato migliore del quotato ma sempre dannato sarei ahahahahah.
Ancora una cosa, Giuseppe parlava del suo Dobson in progress mi permetto di segnalare la mia avventura con il dobson da 18″ ( http://www.northek.it/forum2/index.cfm?page=topic&topicID=837 ) che ho trattato nel forum Northek, in particolare il test di flessione del supporto fok e fok che nonostante il brend (fok) si è dimostrato una ciofeca.
Il test è di facilissima esecuzione al costo di pochi spiccioli e non mente, può essere usato anche in fase di costruzione evitando interventi successivi che sono sempre difficili. Avere un lamba 15 con un fok che piega magari di 1 mm sarebbe un bel mal di testa.Anche se conosco la risposta preferisco chiedere: spero non siano inopportune le segnalazioni al forum Northek che rimane comunque un forum commerciale anche se ad un livello decisamente superiore al normale.
Cool
14 abril 2017 a 12:13 #9676Anche se conosco la risposta preferisco chiedere: spero non siano inopportune le segnalazioni al forum Northek che rimane comunque un forum commerciale anche se ad un livello decisamente superiore al normale.
Cool
Colgo l’occasione ed apro una parentesi:
Come ben sai Franco, il forum Northek è un punto di riferimento importante , le pubblicazioni/discussioni nel campo della tecnologia e tecnica astronomica sono di altissimo livello ed offrono una finestra dalla quale anche noi del Grattavetro ci siamo più volte affacciati per ammirare il panorama, il fatto che si tratti di una realtà aziendale è secondo me ancor più apprezzabile, poche aziende sono disposte ad “aprire il cuore” e parlare apertamente di loro soluzioni/tecniche/progetti, per far comprendere lo stato dell’arte e gli aspetti teorici che interessano un prodotto, questa è vera divulgazione, sono informazioni solitamente poco accessibili a chi non ne ha una esperienza diretta, sarebbe bello se lo facessero tutti, sarebbe il “paradiso” degli appassionati autocostruttori ma ci sarebbe anche più consapevolezza nei “consumatori” di queste tecnologie, che spesso invece vanno dietro alle mode del momento o al “sentito dire” .
Perciò un benvenuto ad ogni riferimento a Northek insieme ad un caro saluto a Massimo Boetto, sperando che torni a farci visita, es un poco’ che non lo sentiamo…14 abril 2017 a 12:42 #9677hola Franco. bien, Veo el correo electrónico para enviar los dos dibujos.
A mi regreso a casa el próximo martes, Yo proveo.
Puedes hacer lo que quieras con dibujos en todos los sentidos..
Si, su programa lee el dwg.Estoy fuera de casa en la caravana (ahora estoy en bolonia), así que aprovecho para desearles a ti y a Massimo una feliz Pascua., obviamente extendido a Enrico, Mirco,y rompió los miembros.
Hola a todos
Giulio15 abril 2017 a 6:44 #9679así Massimo, scontato ma così è fugato ogni dubbio.
Provo a pungolare Max, sono sicuro che segue il forum ma so anche che è molto preso.Fai con calma Giulio no rush. Buona vacanza.
Auguri a tutti.6 Mayo 2017 a 12:20 #9741@Frank:
Ha!! He leído y disfrutado tu gran trabajo “poner en orden” del famoso telescopio 18″!!.Ya en mi edicion 1997 del excelente y conocido libro The Dobsonian telecope de Kriege y Berry, dal quale è stato tratto spunto per il progetto del marchio del tuo 1\8″ por fabricantes que – como pasa muy a menudo – diseña pero luego no prueba completamente su producto en el campo, y lo demuestra al no entender, si no es de oídas, ¿Qué función debería realizar incluso solo? (por ejemplo) un aspirador colocado detrás del primario (que es inútil si no se mata el primario en un cárter con un diafragma frontal que elimina o mejor “peines” la capa límite turbulenta convirtiéndola en laminar uniforme).
En ese excelente libro se indicaron – para la realización de las mismas partes del telescopio – algunas soluciones técnicas alternativas. Algunos de los cuales son solo en apariencia “avanzado”, pero de hecho para mí no me convence en absoluto desde el punto de vista de la consiguiente funcionalidad práctica real.
Generalmente no hablo de estética porque tengo un concepto que probablemente no sea muy aceptable. Por que por ejemplo, por mis pensamientos expresados varias veces en mis obras, (proveniente de una afortunada vida técnica de diseño industrial que también ha terminado con los años 80 con laminadores para tubos de acero), También encuentro ese dispositivo que estructuralmente hace bien su trabajo estéticamente muy hermoso, a pesar de estar concebido según el principio fundamental de la mayor sencillez constructiva posible.
En un sentido general, una fórmula química es hermosa para mí., matemáticas, física, o un poema, o un sacacorchos.. que con simple construcción, cumple plenamente su tarea o expresa vastos conceptos.
que dicho, desde mi primera realización que fue la de mi dobson 14″F5 del 2002, Había descartado algunas soluciones propuestas. Por ejemplo:
– la 8 abrazaderas de madera que fijan el truss a la caja principal. (En primer lugar, porque la madera se deforma y se agrieta con el tiempo., segundo porque en ese punto del lienzo no se requiere ligereza, y de hecho no duele un poquito más de peso).
– Incluso el sistema de fijación del enrejado a la caja secundaria nunca me ha convencido. (No encontré práctica la solución de fijación independiente de las tuberías individuales.. Y mucho menos ese sistema de bloqueo por fricción con las palancas de cambio rápido de las ruedas de la bicicleta, involucrando muchas piezas para una solución fea y complicada de una función simple elemental).Tanto es así que en las últimas creaciones me he orientado hacia una especie de enrejado abatible posiblemente de una sola pieza., que permite con 8 perno simple a la caja principal, para obtener de forma automática e inequívoca, una sola superficie de apoyo para la carcasa secundaria que se fija en ella de forma muy rápida y sencilla.
Todas las medidas que producen un agarre de colimación excepcional.6 Mayo 2017 a 13:41 #9743Intermezzo autocritico FUERA DE HILO, a criterio de Belleza o Estética, mencionado en mi publicación anterior:
Con un poco de autocrítica, Me doy cuenta que con mis pensamientos “minimalista” y mi ecuación “simplicidad = belleza” Me encontraría en dificultad objetiva e (…cuasi) en contradicción, al considerar hermosa la pintura de Pablo Picasso en el apogeo de su simplificación “minimalista” que consiste en la famosa imagen de un toro (es decir, el animal y no la figura geométrica).
De hecho él, en su vida artística se embarcó en un camino totalmente “marcha atrás”, partiendo de su propio estilo de pintura muy rico en detalles “casi fotográfico” (ver una de sus primeras obras el famoso lienzo de 1897 “Ciencia y caridad”, o Olga Khokhlova en un retrato de ella de una foto en un sillón por 1918) para tratar de concentrarme en la esencia, y minimizar gradualmente a lo largo de su vida, todas las imágenes. Pintar no lo que vio sino lo que PIENSA fue la quintaesencia del objeto de su pintura. De esta manera hizo emerger gradualmente solo el más simple y más ESENCIAL de los elementos que seguramente identificaban al sujeto. (..que sería esencialmente el proceso de lo que creo “Bello”).
En el caso de la pintura de Toro, Picasso culmina su quintaesencia de minimalismo expresivo.
http://www.ammannato.it/petrussecundus/storie/il-toro.htmlpor lo tanto yo, para ser coherente con mi pensamiento, debería considerarlo una pintura hermosa…pero solo puedo decirlo conociendo su PENSAMIENTO, y ciertamente no para uno “estética” aparte de este.
6 Mayo 2017 a 23:51 #9748hola Giulio, visto che capolavoro il 18″!!!! Quando ci si vende bene si arriva ad osare tanto.
Inutile criticare il costruttore, chi non vuole vedere e sentire continuerà a cantarne le meraviglie.
Sto facendo un pensierino sull’intervenire radicalmente e sostituire tutti i pezzi “Problematici” ripensandoli, anche se non credo di guadagnare nulla in efficienza, così è perfettamente utilizzabile. Avendo un garage ormai pieno dell’attrezzatura necessaria, che non disponevo quando ho sistemato il tele, posso mettere nella lista anche questo sarebbe comunque una soddisfazione personale.
Concordo con il discorso d’esempio della ventola che così non serve a nulla e invece di mettere il pin avrei dovuto toglierla, poi qui tra dentro e fuori raramente ci sono più di due o tre gradi di differenza e di solito è più caldo fuori. Il tutto va comunque visto in un quadro di di “vil moneta” che a mio parere è quel che interessa il costruttore e null’altro, la cura posta nell’oggetto è così poca e furbesca che non si può pensare ad altro.
Se introduciamo l’estetica ci si avventura in un terreno minato, pur essendo pienamente d’accordo con il tuo pensiero riguardo la bellezza di un oggetto meccanico nello specifico va introdotto anche un altro elemento di valutazione, ” tutto quel che non serve al fine, è uno spreco “. Questo concetto va inteso in senso largo, non solo di quel che si vede. Ad esempio se progetto un congegno la cui vita si esaurirà tra dieci anni e questo ne dura venti ho probabilmente commesso un errore di progettazione sprecando risorse. Sto generalizzando se si entra nello specifico non ne usciamo più.
Innegabile però che il tocco di stile qualifica comunque qualsiasi oggetto anche il più semplice e meccanicamente perfetto, com’è un’arma da fuoco c’è spazio per il “Tocco”.
Da meccanico non ho alcuna esitazione nel preferire il metallo al legno ma mantengo un grande rispetto per questo materiale e ti posso garantire che anche in un telescopio, poste le dovute condizioni di utilizzo, trova posto anche in elementi più critici della semplice cassa di contenimento. Nel post su Northek non ho fatto nomi ma qui uno lo posso fare, oltretutto mi pare che abbia dismesso la produzione. Il dobson di paragone da 16″ citato nel tread, che ho in Italia, è un Ariete costruito come si deve con perizia e professionalità, ( mi riferisco in particolare all’utilizzo del legno ). Il traliccio è sostituito da quattro aste in legno a forma di “v” di adeguato spessore e non fanno per nulla rimpiangere un traliccio in alluminio, tanto meno quello del 18″.
Con 16 anni sulle spalle se qualcosa si doveva torcere, crepare o altro l’avrebbe fatto invece qui è ancora tutto come nuovo, l’anno scorso ero in Italia e ho controllato le quattro aste di circa 1,6 m che supportano il secondario proprio nel timore di trovarle imbarcate dopo 4 anni di inutilizzo e invece perfettamente diritte, anche la vernice è rimasta “Intonsa”.
Non è il legno da temere ma i costruttori improvvisati.
Che non sfugga che sto parlando di dobson e solo di quelli.
Nell’ultra compatto che prima o poi dovrei cominciare, cercherò di ridurre al minimo l’uso del legno per il semplice fatto che non ho sufficiente esperienza per un impiego di questo tipo.
In un compatto la collassabilità è essenziale e in legno non avrei la minima idea di come fare.
Confesso che nel secondo post faccio fatica a capire dove vuoi arrivare but don’t warry, se si introduce l’arte, anche solo come paragone, mi estraneo e mi limito a leggere. Per un adepto alla setta dei galileiani, quale sono, digerisco male tutto quel background che normalmente si accredita ad un opera d’arte.
Mi limito ad apprezzarne la bellezza, quando la capisco. Il più delle volte è solo un effetto “pelle”.
Cool. -
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