- Questo topic ha 17 risposte, 3 partecipanti ed è stato aggiornato l'ultima volta 7 anni, 4 mesi fa da Giulio Tiberini.
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14 Luglio 2017 alle 21:52 #9978
Non riesco a comprendere perchè le focali corte siano ambite anche in visuale… Mettiamo che io abbia uno specchio da 300mm e sia indeciso sulla focale. Tralasciando il discorso della comodità o meno dell’altezza a cui si troverà l’oculare, non è sempre meglio una focale più lunga? Visto che in una corta ci sono problemi di coma, di ostruzione superiore, di minor contrasto e di difficoltà di lavorazione, quali sono i vantaggi della focale corta oltre all’ingombro, altezza oculare e ingrandimento minimo minore? La luminosità è la solita, anzi, avendo meno ostruzione dovrebbe averne un briciolo di più la focale lunga… dove sbaglio?
14 Luglio 2017 alle 22:30 #9979Non sbagli, anzi secondo me hai pienamente ragione , pregi e difetti di una focale corta li hai ottimamente elencati , oltre quelli non ne vedo altri… ma credo che ci siano diverse “scuole di pensiero” a riguardo, vediamo chi la pensa diversamente
14 Luglio 2017 alle 23:41 #9983I ragionamenti sono tutti corretti. Resta il fatto che tutte le carstteristiche derivanti dalla scelta della focale assumono un peso diverso a seconda delle esigenze e preferenze di ognuno, e quindi la scelta della focale è un conpromesso altamente soggettivo.
Nel mio caso, per il primo dobson, il mio personale compromesso per la costruzione fu per me per un “definitivo” 360F5 tipo obsession, perchè consideravo importanti alcune cose come il peso contenuto e pre-calcolato delle parti del mio progetto in visione di una trasportabilitá / movimentabilitá al limite delle mie possibilitá anche future. Cioè un telescopio che pure escludesse l’uso di sgabello per raggiungrre l’oculare; il che faceva il paio con l’ingrandimento minore , utile per i larghi campi che mi piaccono assai, senza rinunciare al planetario favorito dalla “grande” apertura.Ma poi costruii anche il 250f5 a valigetta e il 300f6 ed in fine il 130f7 da zainetto….Quindi il 360f5 non risultò esere per nulla definitivo. ….Tutt’al più è oggi che mi trovo in condizioni “definitive” avendo disponible una gamma di scelta ottimale per tutte le mie esigenze osservative stazionarie e di viaggio con qualsiasi mezzo, dalla escursione a piedi nei rifugi,alle vacanze in paesi lontani.
Considerando che fu proprio per l’uso astronomico che nel 2000 acquistai il mio primo “camperino” wolksvagen westfalia jocker per vacanze “mordi e fuggi” ed altre più estese, utile per pernottamenti in luoghi montani e bui senza necessitá di prenotazioni15 Luglio 2017 alle 0:21 #9988Ok, quindi si può affermare che, togliendo le necessità dell’osservatore, in visuale, uno strumento a focale maggiore sarebbe uno strumento oggettivamente preferibile ma che soggettivamente può non esserlo per x fattori. Per semplificare, se uno non ha bisogno di campi molto aperti o di geometrie particolari da dover rispettare, non ha alcun senso puntare a focali veloci.
Chiaro che per i grossi diametri diventa un obbligo stare bassi… fare un dob da 60cm f7 diventerebbe geometricamente un pò problematico
Tuttavia ho notato che cambia un valore cambiando la focale, a parità di altre condizioni. Mentre la risoluzione angolare rimane la stessa, il calcolo della risoluzione lineare da un valore maggiore con la focale più bassa. Come mai? Sono cose riscontrabili visivamente?15 Luglio 2017 alle 11:28 #10004Direi che più che fare un dobson “lungo”, è critico l’utilizzo di un tale strumento sul campo, perchè necessita di scale per accedere al’oculare, oppure di configurazioni con specchio terziario, accettandone la maggiore ostruzione.
Quanto alla visibilitá di quel limite lineare, ho molti dubbi che esso sia visibile finchè non si spinge l’ingrandimento oltre un limite ragionevole che non generi lo scurimento della immagine dovuto alla inquadratura con l’oculare di una superficie riflettente microscopica (…. e auindi buia).
15 Luglio 2017 alle 12:40 #10006Ecco, una cosa OT, studiando l’ostruzione dovuta al secondario e al suo supporto ho notato che il problema principale non sta tanto nella riduzione della luce quanto nella rifrazione della stessa soprattutto sullo spider che genera quelle croci di luce sull’immagine. Stavo pensando, ma se al posto dello spider o di altri accrocchi, per sorreggere il secondario, usassi un disco di vetro con ottima trasparenza, ottima spianatura, di pochi mm di spessore e l’ausilio di un paraluce per evitare fonti di luce provenienti fuori dal campo dell’ottica, a quali problemi potrei andare in contro?
15 Luglio 2017 alle 13:48 #10009Per eliminare quegli artefatti di diffrazione è sufficiente mettere un supporto del secondario non rettilineo, cioè come un anello metallico colegato ad un estremo del diametro alla cassa del secondario, e all’altro estremo al supporto del secondario.
Tuttavia quel disturbo è sovrastimato ed assai limitato, come descritto in un articolo su un libro americano (che ho a casa) e che ti posso poi inviare.
15 Luglio 2017 alle 14:11 #10011Grazie, lo leggerei volentieri… ho visto in effetti le immagini di forme differenti di supporto che minimizzano questo effetto. Ad ogni modo, l’esperimento del vetro potrebbe funzionare o a tuo avviso potrebbe dare problemi?
15 Luglio 2017 alle 14:41 #10012Funzionerebbe certamente con una cosiddetta “finestra ottica”.
Non potresti usae una comune lastra nè sottile nè spessa per problemi di mancato piano-parallelismo delle due faccie,
oltre agli stress localizzati, e quindi ti troveresti a dover realizzare la finestra ottica , che come tutti i piani ottici è difficilissima da realizzare, e molto costosa all’acquisto se estesa.15 Luglio 2017 alle 21:27 #10014in pratica la installazione di un suporto a lastra trasparente per il secondario, che impedendo efficacemente i blandi disturbi della diffrazione della crociera di supporto classico, ma che per il fatto stesso di essere attraversata da tutta la luce del percorso ottico del telescopio, ti creasse un sicuro gratuito disturbo come indesiderato scadimento della qualitá ottica del primario, sarebbe un rischio tropo controproducente e senza senso pratico.
15 Luglio 2017 alle 21:43 #10015piuttosto per un riflettore Newton di lunga focale ma completamente senza ostruzione sarebbe interesante la costruzione di uno SchiefSpiegler…. doppia parola tedesca che signidica qualcosa come specchio inclinato.
vedi qui:
15 Luglio 2017 alle 22:02 #10016
Alla fine poi ho preso un blank da 300mm e 25 di spessore di vetro borofloat 33, quindi dovrò farmi gli utensili… Il mio dubbio rimane per l’appunto la focale. Ero ormai sicuro di fare un f5 ma forse un f6 non sarebbe una brutta scelta, mi permetterebbe più ingrandimenti se decidessi di fare anche un po’ di planetario. E sul deep non mi cambierebbe nulla. Indeciso.15 Luglio 2017 alle 22:16 #10017Sono d’accordo con te. Oltretutto un f6 è più facile da parabolizzare , inoltre se desse fastiduio la eventuale lunghezza eccessiva, essa potrebbe essere ridotta di una quindicina di cm con lo stratagemma del “low reading” come ho fatto io sul mio 300f6
Dobson “light” 300F6 – Fase 2: Trasformazione in “Low-Riding”
16 Luglio 2017 alle 11:12 #10020Questa mi sembra proprio una buona soluzione per sfruttare una focale maggiore! Da quello che scrivi non paiono esserci problemi ottici o meccanici. Allora mi chiedo, come mai non viene utilizzata commercialmente questa soluzione?
16 Luglio 2017 alle 11:43 #10021I motivi sono molti, due del quali in primis:
1) i fabbricanti di telescopi seguono l’onda del mercato generico di massa che fornisce numeri più grandi di acquirenti rispetto a quelli di alcuni settori “di nicchia”.
2) i fabbricanti di telescpi economici non sono astrofili utilizatori dei prodotti che vendono, e lo si vede dal fatto che spesso forniscono accessori per “sentito dire” , cioè dei quali non hanno capito la reale utile funzione , ma che loro implementano ugualmente nella loro produzione come “soluzioni” che alla resa dei conti non sono all’altezza dela loro funzione (vedi il caso dei ventilatori sul primario).
Esiste però la tendenza degli astrofili “addetti ai lavori” che riporta soluzioni d’avanguardia. E non mi riferisco certo a quel mio lavoro, ma al lavoro degli autori di un libro americano sulla costruzione dei telescopi di grande diametro ma “alleggeriti”, nei quali uno dei problemi oltre l’equilibratura e la trasportabilitá, è anche la possibile correzione di una lunghezza focale “scomoda” senza andare nella maggiore ostruzione dell’inserimento di uno specchio secondario grande e di un terziario per ottenere un “fuoco Nasmyth” basso e comodo. -
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