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25 Febbraio 2020 alle 12:47 #11685
Ciao Luca,
Felice di rileggerti
Credo che il disco in alluminio di 10mm come supporto, possa andare bene, anche se non saprei dirti con certezza se è adeguatamente rigido. Io mi sono sempre trovato molto bene o con dei dischi di marmo (me li tagliava il vicino di casa, costo contenuto ma sono molto pesanti) oppure con dei disci di gesso da dentista, molto economici, belli rigidi e leggeri. Secondo me la soluzione ideale.
Per la pece, anchio a suo tempo avevo fatto un sacco di prove, non è semplice trovare il mix giusto. Ma visti i suoi lavori, direi che Massimo è riuscito a trovare degli ottimi mix, e il suggerimento che ti ha dato è ottimo. Oppure se la preferisci già pronta all’uso, basta che compri della Gugolz.
Ciao e a presto
Mirco25 Febbraio 2020 alle 20:01 #11686Grazie Mirco!
Proprio adesso ho finito l’utensile.
Ho seguito alla lettera i consigli di Massimo.
Vedremo come si evolve tutto domani ormai.
Devo dire che questo mix di ingredienti mi ha fatto trovare impreparato su alcuni passi, ma tutto sommato mi sembra che la consistenza dell’impasto risulta della giusta durezza.
Confido nei vostri consigli!
Vi aggiorno domani sui i risultati ottenuti!A presto
26 Febbraio 2020 alle 12:44 #11687Salve ragazzi aggiorno il lavoro di ieri sera.
Dunque l’impasto come avevo già esplicitato mi sembra della consistenza giusta.
Ho bisogno però di rifare tutto la colata perché qualcosa è andato storto.
Forse ho calcolato male i tempi, ho aspettato troppo a poggiare l’utensile di pece sul vetro(per paura che la temperatura fosse troppo alta causando la rottura del vetro) ed ho ottenuto un utensile completo solo sulle parti esterne mentre la parte interna/centrale è rimasta liscia.Tenderei anche ad escludere la zavorra usata sull’utensile (20 kg), mi sembra un peso più che sufficiente e comunque l’avevo già usato la volta prima ed era andata bene.
Considerato che torno a fondere tutto il mix di ingredienti bisogna aggiungere nuovamente olio di lino e trementina?
Per creare i tasselli sulla struttura dell’utensile ho usato una rete.
Però a lavoro finito in alcuni punti mi resta attaccata causando la rottura parziale di qualche tassello.
Ho pensato di ungere leggermente la rete con dell’olio di lino, rischio di compromettere l’impasto?Grazie!
A presto!26 Febbraio 2020 alle 19:42 #11688Ciao Luca,
Eeeee era successo anche a me. Se vuoi prima di fondere nuovamente la pece, prova a imnergela dentro l’acqua calda, così rammolisce un pochino e puoi riprovare a fare l’adattamento.
Ungi pure la rete con l’olio.26 Febbraio 2020 alle 22:05 #11689Si, il colore della patina adesso mi piace, dovrebbe andar bene e sono d’accordo con Mirco, proverei con l’acqua calda. Se la consistenza/durezza è corretta la patina a freddo non si deforma nemmeno se ci sali sopra con tutti e due i piedi ( io l’ho fatto svariate volte ) però basta scaldarla un pochino e si riesce ad avere un buon adattamento. Quello che ti è successo è normalissimo, al punto che io, nemmeno ci provo più a dargli la forma subito dopo colata della fusione, specialmente su un utensile di 30-40 cm.
E’ difficile cogliere il momento giusto e la maggior parte delle volte è fatica sprecata perché la temperatura della patina si raffredda velocemente sulle zone a contatto, e quindi non si riesce a farle cedere di quel che serve, tanto poi il vero adattamento patina/specchio lo ottieni con la patina tiepida .
Una volta raggiunto un Mix soddifacente, non c’è bisogno di aggiungere altro anche se viene fuso nuovamente.
Oltre l’olio, come dice Mirco, la rete ed anche lo specchio possono essere bagnati con acqua saponata per evitare qualsiasi incollaggio.27 Febbraio 2020 alle 15:07 #11690Ciao Geminimac
Comprendo le tue qualità di perseveranza nella fervida inventiva, che vedo anche confermata, oltre che dal modo di grattare con carta abrasiva anzichè correttamente con polvere abrasiva (creando astigmatismo multifocale e solchi impossibili da eliminare, invece dei più facili crateri puntiformi lasciati dalla polvere), anche dal tipo, forma e caratteristiche inusuali della troppo piccola quadrettatura; troppo poca profondità dei solchi impossibile da mantenere aperti in lavorazione; troppo piccola asimmetria della quadrettatura dell’utensile in pece che hai realizzato.Le tue sono qualità preziose che potresti utilizzare con profitto per inventare altre vie nuove, solamente prendendo come guida la completa conoscenza dei motivi che regolamentano la “strada vecchia” di realizzazione ottimale di specchi per telescopi. Strada super-collaudata da oltre un secolo di storia astrofila, in cui la tecnologia è rimasta e rimane ancora oggi quella manuale.
Solo con la conoscenza ed il rispetto dei molti motivi che determinano quei “paletti”idispensabili, potresti affrontare l’azzardo di nuovi esperimenti potenzialmente migliorativi.
Detto questo, non potendoti consigliare diversamente senza citare interi capitoli di nozioni che fanno parte di quella vecchia strada, il mio consiglio è di scaricarti i 5 capitoli fondamentali: due per il “grattamento del vetro” (capitoli 2 – 2bis); e tre per il progetto di un telescopio Cassegrain Coudè (capitoli 6 – 7 – 8) con misure scalabili a qualsiasi diametro, perchè proporzionali al diametro dello specchio primario.
Sono capitoli fondamentali, con illustrazioni del libro di Jean Texereau, scaricabili gratuitamente da questo sito: http://www.astrosurf.com/texereau/
Capitoli che se non conosci il francese, potresti tradurre in italiano usando “Google Traduttore”, scegliendo la lingua origine francese, da tradurre in quella italiana, e poi cliccando su “Documento”, in modo da indicare uno per volta i capitoli PDF scaricati in francese.
Lanciando la traduzione avrai a video il testo tradotto che potrai salvare e stampare, guardando però le moltissime figure sul PDF originale.
27 Febbraio 2020 alle 19:41 #11692Capitoli che se non conosci il francese, potresti tradurre in italiano usando “Google Traduttore”, scegliendo la lingua origine francese, da tradurre in quella italiana, e poi cliccando su “Documento”, in modo da indicare uno per volta i capitoli PDF scaricati in francese.
Oppure, molto più semplicemente, puoi trovare le stesse cose qui sul Grattavetro, con traduzione di testi e video dal Francese a cura di Giulio Tiberini
(Giulio ne ha scritti talmente tanti di testi tecnici e divulgativi, e non solo qui sul Grattavetro, che diventa difficile ricordarli tutti anche per l’autore… )
Luca scusami, la quadrettatura mi era sfuggita, ha ragione Giulio… in effetti è troppo piccola ed anche i solchi devono essere più larghi e profondi per permettere alla patina di cedere e di adattarsi alla forma, altrimenti come dicevo prima, rimane rigida anche con applicazione di un peso elevato, sorry…
28 Febbraio 2020 alle 18:27 #11693Luca scusami, la quadrettatura mi era sfuggita, ha ragione Giulio… in effetti è troppo piccola ed anche i solchi devono essere più larghi e profondi per permettere alla patina di cedere e di adattarsi alla forma, altrimenti come dicevo prima, rimane rigida anche con applicazione di un peso elevato, sorry…
@Massimo
Non fa niente tanto dovevo rimettermi all’opera questi sono solo tentativi prima di realizzare il giusto utensile per la lucidaturaCiao Giulio è un piacere risentirti!
Sei davvero un universo di nozioni.
Detto questo mi sono messo all’opera su tutto quello che mi hai postato ma mi sono letto solo la parte riguardante la realizzazione della patina con relativi tasselli.
É la cosa dove mi voglio adesso focalizzare e che più mi serve per vedere se effettivamente il lavoro svolto finora ha funzionato.
Devo dire che nelle figure si vede un’utensile di pece con dei tasselli enormi e un grosso spazio a separarli.
Ho dato uno sguardo anche al tuo 3-d “Utensile con caramelle di pece”, anche li si vede realizzare un utensile con grossi quadretti distanziati almeno 10 mm.
Nel 3-d di Mirco invece vedo usare una griglia con grossi spazi nei quadretti, forse sarebbe una soluzione rapida, non saprei.
Mi dovrò riorganizzare e studiare qualcosa di nuovo rispetto a quello che avevo in mente.
Purtroppo nel mio caso non credo di riuscire a mettere su un utensile con tasselli attaccati, sono sprovvisto del secondo specchio-utensile e realizzare una forma in gesso come è consigliato richiederebbe molto più tempo.
Comunque mai dire mai!Appena posso aggiorno!
Grazie per i consigli
saluti
Luca
15 Marzo 2020 alle 19:46 #11696Salve ragazzi,
non so quanto sia positivo scrivere in un periodo cosi buio per l’Italia ma io purtroppo ho bisogno di aggiornare i progressi fatti (negativi o positivi che siano) per quanto riguarda l’utensile in pece.
In queste due settimane ho fatto vari tentativi per realizzare un utensile che si avvicinasse più possibile al lavoro di lucidatura.
Inizialmente ho provato a realizzare la patina sfruttando un reticolo un po più grosso di quello usato inizialmente ma ho fallito miseramente.
Poi riguardando uno dei video presenti nel post di Giulio “Utensile con caramelle di pece” ho provato a seguire quella strada.
L’autore del video (Gordon Waite)crea il calco della curva colando la pece sopra lo specchio coperto da un foglio di alluminio, dopo una volta solidificata la incide formando dei quadretti.
Non avendo il secondo specchio lavorato convesso ho dovuto realizzare anche io una cosa del genere, ho sfruttato l’utensile in legno usato per la lavorazione e mi sono ricavato il calco pressando l’utensile su una forma quadrata di cemento liquido cosi da ottenere la giusta curva corrispondente, una volta asciutta ho coperto la parte concava con del cellophane e dentro ho colato la pece e poi sopra alla pece ci ho attaccato il supporto in alluminio .
In seguito a pece indurita ho attaccato sopra la curva dei quadretti di pece.Dopodiché ho provato a fare l’adattamento dell’utensile sopra allo specchio come di consueto.
Ho usato intercalare tra specchio e utensile della carta forno.Il problema riscontrato in questa parte della procedura è stato il fatto che i quadretti di pece non fossero tutti della stessa altezza (non so se considerarla una cosa normale), quindi ho dovuto scaldare l’utensile varie volte prima di arrivare ad un perfetto adattamento dello stesso.
Alla fine comunque penso sia andata bene come si vede dalla foto dell’adattamento.
Certo sono partito da quadrati quasi perfetti (4cm x 4 cm) ed adesso mi ritrovo dei quadrati irregolari, anche se non credo sia un problema visto che nel video di Gordon i quadrati creati non sono per niente regolari.Se tutto ha funzionato ammodo dovrei cominciare ad eseguire una prima lavorazione di lucidatura.
Prima di iniziare ho bisogno chiarire alcuni aspetti:
1) Le micro sfaccettature sui quadretti sono indispensabili e se si devono essere ricreate tutte le volte che si consumano?
2) Per quanto riguarda il mix lucidatura avevo letto da qualche parte che bisognava usare 2 parti di acqua ed una di ossido.
3) Un altro dubbio che ho è se devo esercitare pressione sull’utensile durante la lucidatura o semplicemente farlo scorrere sullo specchio.Grazie!
un saluto a tutti!Luca
18 Marzo 2020 alle 1:20 #11697Ciao Luca, da una foto è quasi impossibile dire se l’adattamento è buono, considera che una differenza di contatto patina/specchio di un decimo di mm centro/bordo non è un buon adattamento. Un paio di modi per verificarlo:
A- Si deve osservare il consumo dei quadrotti ( la superficie diventa bianca a contatto con il cerio ), se dopo una sessione il consumo è uniforme e la colorazione tende a schiarirsi su tutta la superficie allora è ok, altrimenti puoi vedere quali sono le zone che non sono a contatto perchè mantengono la colorazione originale.B- se lo specchio è lucido e trasparente sul retro, puoi provare a mettere lo specchio sopra e utensile sotto, dopo aver messo la miscela acqua + cerio con un pennellino sui quadrotti. I quadrotti a contatto non creano bollicine di aria se non ai bordi del quadrotto stesso, mentre quelli che sono poco a contatto, formano una bolla d’aria centrale che si muove quando muovi lo specchio ( come le bolle d’aria delle livelle ).
per rispondere alle tue domande:
1-Non sono indispensabili ma aiutano a distribuire l’abrasivo uniformemente, evitano surriscaldamenti della patina durante le corse, aiutano a migliorare la scorrevolezza riducendo l’attrito e quindi la forza necessaria per muovere l’utensile sullo specchio.
2-Troppa acqua riduce l’efficacia, troppo abrasivo anche… La densità della miscela deve essere simile ad una crema molto fluida. La miscela giusta si trova facilmente, la si prepara a parte in una barattolino, se è troppo densa si aggiunge acqua, se poco si aggiunge abrasivo. Utilizzando un pennello per metterla sul vetro o sulla patina, deve essere simile alla miscela con acqua dei colori “acquerello”.
3-solo in alcuni casi particolari e quando c’è una esigenza di lavorazione che lo richiede, normalmente è sufficiente il peso stesso dell’utensile. Anzi, bisogna fare attenzione a non esercitare pressione sul bordo durante le corse. Se proprio c’è bisogno di un po’ di pressione aggiuntiva, allora va applicata sempre al centro e con moderazione.18 Marzo 2020 alle 9:41 #11698Ciao Massimo,
quindi considerato che dopo l’adattamento l’utensile presenta alcuni tasselli più piccoli rispetto ad altri corro il rischio di eseguire una lucidatura sbagliata?
Mi tocca rifare l’utensile?
Nella media per eseguire una buona lucidatura quanto tempo si impiega di solito?Grazie.
A presto!
Luca
18 Marzo 2020 alle 11:02 #11699Ma no, le dimensioni dei tasselli non contano, non devono essere uguali, casomai non devono essere più “bassi” o più “alti” rispetto alla superficie di contatto.
Nella media per eseguire una buona lucidatura quanto tempo si impiega di solito?
è meglio se non te lo dico
18 Marzo 2020 alle 11:21 #11700Ok grazie!
18 Marzo 2020 alle 22:19 #11701Ciao geminimac.
Le tue domande che leggo sono un classico dei dubbi di chi si accinge alla lucidatura.Ti consiglio di leggere l’articolo tutorial che in questo sito contiene le relative risposte
Questo perchè per risponderti quì in modo completo, dovrei riportarne interamente il contenuto, a cominciare dalla diluizione dell’ossido di Cerio.
A proposito invece delle scanalature dell’utensile; Non preoccuparti della loro forma. Quel che conta è la superficie di contatto.
Leggerai anche di questo, quando si scheggia un quadretto.
Le scanalature dovrai sempre ripristinarle senza problemi, per esempio nel tuo caso con un saldatore da stagno.
Questo perchè quando lo scioglimento dei quedretti di pece li salda fra loro alla base (oppure quando l’utensile è realizzato per fusione della pece in unica superficie, ricavando le scanalature per impressione con una rete plastica) se si usasse un coltello e un battente per far saltare la pece (come si fa usualmente sui quadretti singoli) siccome la pece salta con estrema facilità, si correrebbe il rischio di rompere molti quadretti adiacenti rovinando l’utensile in modo troppo esteso.
E per il buon fine del lavoro senza astigmatismo, è sempre sconsigliato dover rifare l’utensile in corso d’opera, a cominciare dall’indovinare la durezza della pece tale da non essere troppo dura (e creare errori di zona per la sua troppa indeformabilità); o viceversa troppo molle per afflosciarsi assottigliandosi troppo velocemente.
La normalità è poter arrivare alla fine della parabolizzazione con uno spessore minimo dei quadretti di 2 o 3mm, che favorisce la miglior forma della superficie, quando in quel frangente ci si trova ad aver a che fare con i pochissimi nanometri che fanno la differenza della qualità ottica.Nozioni che ho letto, utilizzato e ricordato anche negli articoli che precedono quello indicato.
Ciao. Buon lavoro
19 Marzo 2020 alle 1:45 #11703Grazie Giulio!
Ho dato uno sguardo a quello che mi hai postato, mi sembra un buon punto di riferimento per i miei dubbi.
Domani mattina farò delle prove con l’utensile per capire se sono riuscito a fare un buon adattamento diversamente dovrò fare delle correzioni al supporto.A presto
Luca
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