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14 Dicembre 2015 alle 18:44 #7142
Nello sconforto più totale…
Dunque, Sabato ho realizzato una nuova patina composta da colofonia + 11% di cera d’ api + 2 tappi d’ olio di lino cotto, per la precisione:
Colofonia g 550
Cera d’api g 60
Olio di lino cotto 2 tappi (tappo da bottiglietta in plastica)
(Nella prima patina realizzata avevo aggiunto alla colofonia un 6% di cera d‘ api ed un tappo d’ olio di lino)A differenza dalla prima patina ho tenuto i canali più larghi (8-9 mm circa)
Il contatto fra utensile e specchio mi sembra buono, come anche la durezza della patina ottenuta, considerando che dopo tre ore circa di lavoro i canali si erano ridotti dagli 8 mm iniziali a circa 3mm (cosa che con la prima patina non era mai successo )Giulio, ho provato a interporre, come consigli, un foglio di pellicola fra utensile e specchio per verificare il contatto fra le superfici, ma quando tolgo lo specchio, la pellicola lo segue (non mi rimane attaccata alla pece, è normale?)
Sempre in un tuo post ho letto del fischio acuto prodotto dal vetro “tirando” oltremodo il tempo delle seccate… è successo anche a me, però solo dopo 5’ che lavoravo sulla nuova patina, il vetro fischiava verso il termine di ogni corsa sia avanti che indietro, e mentre ruotavo di un poco lo specchio.
Per far sparire questo effetto ho dovuto aumentare la concentrazione di ossido di cerio nell’ acqua, perché per quanto tendevo a “bagnare “ la patina non riuscivo ad eliminare il fischio..Morale della storia, dopo circa 1 d’ ora di lavoro noto con entusiasmo che quella corona esterna di un paio di centimetri rimasta intonsa è ora lucida; continuo a lavorare per altre due ore sempre a specchio sopra avendo cura di fare adattamento fra una seccata e l’ altra con il peso del corpo, ho cercato di tenere le passate leggermente più corte rispetto il classico 1/3 COC (forse ho sbagliato qui ?) posizione delle mani al centro dello specchio per accompagnare il movimento senza toccare il bordo con le dita (ho letto, non ricordo dove, che anche quel poco di calore prodotto delle dita su di esso potrebbe generare un bordo ribattuto)
Questo è il risultato:
http://s14.postimg.cc/3tgo6f4ip/extra3.jpg
http://s14.postimg.cc/x9wa8uaw1/extra4.jpg
http://s14.postimg.cc/anvk9umjl/extra5.jpg
http://s14.postimg.cc/75jkdglnl/extra6.jpg
http://s14.postimg.cc/3s6qd02ox/intra1.jpg
http://s14.postimg.cc/8yhvo1hgh/intra7.jpg
http://s14.postimg.cc/5u77r90o1/intra9.jpg
http://s14.postimg.cc/4t6z24joh/intra10.jpgIl Test l’ ho fatto in “trasferta” quindi niente turbolenze d’ aria calda.
Per quanto ho provato non sono riuscito ad avere una messa a fuoco migliore di quello che si vede in foto e per questo devo trovare una soluzione.
Mi sembra di capire che invece di migliorare la situazione e avvicinarmi alla sfera non ho fatto altro che accentuare e peggiorare i difetti precedenti
Cosa Dite?14 Dicembre 2015 alle 18:57 #7143Allego anche qualche immagine dell’ utensile al termine delle tre ore di lavoro…
http://s30.postimg.cc/ka1pp750h/bordo.jpg
http://s30.postimg.cc/ecxu8dnvl/centro.jpg
http://s30.postimg.cc/3nk5g4c2p/patina1.jpg14 Dicembre 2015 alle 21:25 #7146Stavo riflettendo riguardo il mio metodo di lavoro per capire cosa poter migliorare…
Un particolare cui non avevo dato molta importanza, nel cambio di direzione del va e vieni con lo specchio sulla patina ho notato che, per una frazione di secondo, lo specchio tende a seguire l’ utensile per poi tornare in posizione seguendo il movimento delle mie mani, generando quindi una sorta di piccola oscillazione. Secondo voi può provocare difetti questa sorta di “rimbalzo”?
Preciso che la velocità del piano rotante era di 5 giri/Min, probabilmente diminuendo la velocità potrei riuscire a ridurre, se non anulare, questa strana situazione….da provare14 Dicembre 2015 alle 23:54 #7147Ciao Enrico, valutare a distanza la durezza della pece è sempre difficile ed è un aspetto che ha tormentato per molto tempo anche me, e solo il tempo mi ha consentito di fare esperienza…
Comunque ad occhio mi verrebbe da dirti che è un po troppo dura (vedendo le percentuali), ma Massimo saprà sicuramente consigliarti meglio di me visto che lui preferiva utilizzare maggiormente la cera d’api (io l’olio di lino e della cera che non è proprio d’api)…
Vedendo le immagini dell’utensile si vede come i canali siano praticamente simmetrici rispetto al centro, nel senso che il centro del quadrato centrale è in corrispondenza del centro dell’utensile invece di essere scentrato, e secondo me questo è il motivo del difetto al centro e delle ondulazioni che vedi nelle linee del Ronchi.
Quindi sicuramente io rifarei i canali in modo da scentrare il centro del tassello centrale con il centro dello specchio.Per quanto riguarda la lavorazione a mano su piano rotante secondo me è normalissimo che nel punto di fine corsa (essendo la velocità delle mani uguale a zero) l’utensile tenda a essere trascinato dello specchio in rotazione. Cerca il più che puoi di contrastare questo movimento senza però dare strattoni anche se secondo me è impossibile eliminare dal tutto questo effetto. Ridurre un po’ i giri potrebbe essere di aiuto…
15 Dicembre 2015 alle 11:44 #7149Complimenti per il setup del Ronchi: Adesso mi pare ottimale!
Commenti (e mie opinioni) a ruota libera:
Il fatto che la pellicola di polietilene tipo da cucina, interposta fra lo specchio e la pece dell’utensile si stacchi dall’utensile preferendo rimanere aderente allo spoecchio, può essere dovuto a due fatti non proprio positivi:
1) Alla tua interposizione anche della retina a quadretti, la quale è una complicazione che limita l’adattamento irrobustendo il sostegno della pece.Direi quindi che è cosa da sperimentare, ma io al proposito suggerirei di provare a semplificare non mettendo quella retina (suggerisco questo perchè io non ho mai provveduto alla zigrinatura superficiale dei quadretti di pece, e mi sono sempre trovato bene).
2) Alla pece troppo dura, che quindi ha la sua propria difficoltà o impossibilità ad adattarsi.
Questo perchè la pressione iniziale la si fa avvenire ad una temperatura “di lavoro” della pece, cioè alla quale la pece deve cominciare a cedere per adattarsi e lavorare correttamente.
Il fatto che essa ceda si desume anche dal divenire un poco appiccicosa. Quindi se non si appiccica è pure segno che non cede.Attenzione perchè la sua appiccicosità in presenza di adattamento può in genere addirittura diventare fastidiosa con pericolo di incollaggio, e quindi di solito l’adattamento si fa bagnando tutto lo specchio e l’utensile con una diffusa spennellata di liquido abrasivo.
——————
Guardando l’utensile e il test di Ronchi vedo anch’io, come ha già suggerito Mirco, che il problema che affligge il tuo centro specchio è facilmante generato dal tuo utensile che ha un errore dato dalla simmetria di posizionamento quadretti di pece, che occorre sempre evitare.Credo ti convenga rifare l’utensile badando di eliminare quella simmetria (se vuoi puoi vedere una immagine di tracciatura sul seguente articolo):
———————-Sempre guardando l’utensile, mi stupisce che dopo una sessione di lavoro siano ancora intatti i segni della rete di zigrinatura superficiale dei quedretti; ed anche che i bordi dei quadretti siano rimasti così ben arrotondati non mostrando la minima espansione/cedimento.
La qual cosa (secondo mia esperienza pur con una pece diversa) confermerebbe che la tua pece è dura.
———————–La posizione delle mani ad inizio lucidatura non è fondamentale (se non per prendere una corretta abitudine di lavoro indispensabile per il “dopo”), se non appoggi oltre il peso delle mani mentre lavori, ma diventa importantissimo che man mano che ti avvicinerai al “dopo” della parabolizzazione sia esattamente all’opposto di come adesso fai. Cioè col progresso della lavorazione (ed il conseguente ridursi delle tolleranze fino a pochi nanometri), dovrai vedere di trascinare lo specchio possibilmente solo per il bordo.
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Io ti suggerirei anche di semplificarti il lavoro di lucidatura e parabolizzazione da neofita, abbandonando l’uso della tavola girevole, la quale è utilissima per risparmiare tempo e fatica nella sbozzatura e nella affinatura della sfera, ma dal momento della lucidatura in poi, (da neofita) non ti da più nessun vantaggio,…ma anzi (a mio avviso) la tavola girevole viene a complicare il tuo lavoro quando esso non richiede più sforzo fisico, ma quando le azioni devono diventare lente proprio per il controllo e la comprensione di quel che si sta facendo.Sempre secondo me, l’assenza di tangibile vantaggio è perchè conunque tu devi essere presente a muovere avanti e indietro lo specchio o l’utensile, e il piatto girevole ti risparmia solo il tuo camminare attorno al tavolo, introducendo però le difficoltà di impedirti di mantenere le tue corse ben rettilinee, velocizzando non poco l’accrescere degli errori che a mano libera sarebbero nulli o molto più contenuti, e facilitando il tuo indesiderato debordo nel senso destra-sinistra, che nella impossibilità di poterlo contrastare per bene, ti porterà a combattere col bordo ribattuto allo specchio.
Naturalmente queste sono solo mie opinioni personali, tendenti a suggerirti di metterti il più possibile nelle migliori condizioni di lavoro standard documentate dai “sacri testi” a garanzia di un buon lavoro importante.
15 Dicembre 2015 alle 15:12 #7152Ciao Enrico, un aspetto che devi tenere a mente è che le considerazioni che vengono fatte per una lavorazione standard con specchio o utensile fermi sul banco di lavoro (quindi no tavolo rotante) sono diverse rispetto a quelle con lavorazione a macchina.
La rotazione del tavolo introduce una velocità angolare differenziale tra utensile e specchio che fa si che lavorando con corse 1/3 COC non si ottenga una sfera. Ecco perché Giulio ti suggeriva di lavorare su di un tavolo fisso e non rotante.Se vuoi lavorare con tavolo rotante devi cambiare tipologia di passate, ma qui entri in un campo davvero particolare e su cui devi fare molte prove e valutazioni personali perché in giro non si trovano molte informazioni.
Guardando le immagini del Ronchi le linee sembrano seguire l’andamento di un paraboloide il che significa che stai scavando maggiormente al centro e nella periferia (generando la tipica gobba a dromedario nel profilo dello specchio). In più c’è un bordo limitato in ampiezza che è molto rialzato, il che secondo me è frutto del fatto che l’utensile è un poco più piccolo dello specchio (o che la zona di contatto è comunque più piccola dello specchio).
Ho fatto una simulazione delle tue condizioni di lavoro con il software “Mirror Polishing Simulation” (lo trovi googolando), anche se non è possibile non far ruotare il disco che sta sopra, ma modificando opportunamente i parametri si può in qualche maniera ovviare a ciò. Il risultato della simulazione è questo:
Come puoi vedere il profilo risultate è proprio quello a gobba di dromedario con centro e periferia scavate rispetto alla zona al 70%. Tieni presente che tu devi guardare la zona mancante del profilo disegnato e non quello a istogrammi in quanto tu lo specchio lo stai tenendo in mano (sopra) anziché sotto (come prevede il software). Giocando con i parametri sembrerebbe che la soluzione stesse nell’allungare le corse portando la corsa totale da 88mm (1/3 D) a 130mm.
Se vuoi prova a vedere in questo modo, altrimenti ti suggerisco anche io di lavorare su di un banco fisso. Il tavolo rotante lo potrai ri-utilizzare in seguite se mai dovrai procedere con la lavorazione a sub-diametro, oppure ti devi attrezzare per una lavorazione fixed-post:
Ciao e buon lavoro…
15 Dicembre 2015 alle 19:39 #7154Occhio che le prime 4 immagini del Ronchi sono in Extrafocale… il centro continua a lavorare poco ed il bordo ribattuto se ne andrà non appena si genera la profondità mancante.
Riguardo la patina io utilizzerei ( per t amb. 18° ) la cera d’api almeno al 30% con due tappi di olio di lino e pochissima trementina15 Dicembre 2015 alle 22:09 #7155Sei sicuro Massimo che prime 4 immagini siano in extrafocale? A me sembrano in intra…Enrico dacci questo dato che è fondamentale per la comprensione della forma della superficie…
15 Dicembre 2015 alle 22:12 #7156Ah sì è vero, c’è scritto sulle foto…Me ne sono accorto solo ora…
15 Dicembre 2015 alle 22:14 #7157Sicuro no, ho solo letto quel che c’è scritto sul titolo delle immagini…
19 Dicembre 2015 alle 12:09 #7165Cavoli che errore grossolano, il cubetto centrale ha un asse coincidente con il centro dell’ utensile, probabilmente ho sbagliato a seguire la tracciatura preventivamente disegnata per eseguire i canali senza poi controllare alla fine e dando per scontato il risultato….bravo Enrico!
Bene, altro tentativo, provo a rifare una patina più morbida, curando maggiormente l’ esecuzione dei canali e aggiungendo il 30% di cera d’api come consiglia Massimo, e vediamo se riuscirò ad ottenere un adattamento migliore.
Poi pensavo, visto che sono cocciuto, di fare alcune passate utilizzando ancora il piano rotante, provando a fare adattamento senza interporre la zanzariera e vedere se la situazione migliora, diversamente mollo il piano rotante e provo con il classico metodo a mano…vediamo
Visto l’andamento delle linee del Ronchi, può essere corretto secondo voi provare ad accorciare le passate rispetto il classico 1/3 lavorando con utensile sotto e specchio sopra?
Mirco, Interessantissimo il SW di simulazione, provo a scaricarlo per giocarci un pochino!
Per quel che riguarda le foto del test di ronchi, sì la posizione del reticolo è quella indicata nel titolo dell’ immagine stessa, quindi le prime quattro sono in extrafocale e le ultime quattro in intrafocale.
Grazie mille, come sempre, per i preziosi consigli che sapete dispensare
8 Febbraio 2016 alle 11:23 #7448Ciao ragazzi,
Vi aggiorno sul proseguimento dei lavori che procedono a rilento ma in un qualche modo…procedono…Ho rifatto per l’ ennesima volta la patina di pece con le percentuali consigliate da Massimo curando con attenzione l’ esecuzione dei canali, sin da subito ho potuto apprezzare una notevole differenza di durezza che si dimostra essere molto più tenera rispetto alle precedenti aiutandomi non poco nel adattamento che ora, secondo me, sembra essere ottimale.
Durante la varie prove (esattamente il 26/12) ho commesso un errore grossolano di adattamento che mi ha rovesciato le carte in tavola portandomi ad una situazione esattamente opposta a quella di partenza, cioè buco al centro e bordo rialzato.
Ho voluto continuare il lavoro utilizzando il piano rotante, provando questa volta a simulare le passate con il SW consigliato da Mirco il cui risultato, riguardo la mia situazione, mi ha portato ad optare per delle passate sempre COC specchio sopra allungando le corse fino ad 1/2 D facendo sempre attenzione a minimizzare lo spostamento laterale.
La forma sembra che pian piano si stia regolarizzando verso la sfera, il difetto al centro sta diminuendo come anche il bordo rialzato, rimane tuttavia un’ irregolarità dei bordi delle linee del Ronchi ed un alone “lattiginoso” della superfice.
Penso che arrivato a questo punto sia il caso di mollare il piano rotante per approdare verso la sfera con la lavorazione classica, cosa dite?
Ho anche terminato la costruzione del tester di Foucault con il quale ho già provato a fare qualche esperimento per prenderci un po’ “la mano” (a breve posterò anche qualche foto)
Di seguito, la situazione ad oggi con il test di Ronchi:
[/url]8 Febbraio 2016 alle 11:24 #74498 Febbraio 2016 alle 14:01 #7450Ciao Enrico, si, io ti consiglierei di abbandonare la lavorazione su piano rotante e di continuare con la lavorazione classica con corse 1/3 COC…
8 Febbraio 2016 alle 16:28 #7451Stai lavorando bene Enrico, con criterio, cercando di capire i problemi che si presentano in tutte le loro sfaccettature e di trovarne le soluzioni , questa è l’essenza della lavorazione, l’esperienza che stai maturando è fondamentale per tutto il resto del percorso, i risultati arriveranno, ne sono sicuro, uno specchio che viene bene a “prima botta” è solo pura fortuna e soprattutto non ti insegna niente…
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