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29 September 2016 at 19:15 #8567
Io ho una diversa opinione a riguardo, anche se sono un visualista ( l’ultima foto l’ho fatta su pellicola B/N circa venticinque anni fa… ) credo che la fotografia rappresenti un’arte in generale e, nello specifico, una passione importante per nulla semplice o banale, che necessita di studio , applicazione ed esperienza per ottenere dei risultati.
Is’ vero che la Nasa farà sempre le foto migliori, God forbid, ma non credo che sia quello lo scopo di chi dedica il proprio impegno all’imaging astronomico.
Penso che visualista ed astrofotografo siano due diverse filosofie di confrontarsi con l’universo, apparentemente contrapposte, ma unite da una comune intenzione, quello cioè di cogliere l’attimo, un istante unico ed irripetibile pur nella sua apparente eterna immobilità.
Come tenere traccia di quei momenti è qualcosa di personale, a ognuno la sua scelta, but anyway, non credo che la migliore fotografia fatta da Hubble possa far rivivere le emozioni di una propria creazione, allo stesso modo che nessuno specchio ultracorretto lavorato ad 1 miliardesimo di lambda potrà regalarci la stessa emozione dell’osservare con un ottica costruita con le proprie mani, sicuramente si vedrà meglio, ma nel nostro specchio ( con tutti i suoi errori ) c’è parte di noi e del nostro lavoro, c’è la nostra creatività, le stesse cose che ci sono dietro ad una “simple” immagine di un astrofotografo o in qualunque altra opera creativa.
29 September 2016 at 19:32 #8568Prossimo tentativo Giulio, ma sono maledettamente titubante è un newton da 500 f 1900 un rapporto focale di f3,8, mai tentato prima una parabola così corta, e so cosa vuol dire, non mi preoccupa il lavoro fino alla grana 400 anche se la freccia è di 8,25 e ci sarà da scavare un paio di kg di vetro, il difficile sarà la lucidatura e parabolizzazione. Con una curva cosi accentuata mi sa che avrò problemi anche con l’adattamento della pece, metti pure che uso il rossetto e quindi vado piu tranquillo ma se non imparo ad usare il tester il risultato sarà meno scontato che con un f6 che praticamente facevo ad occhi chiusi, max 3/4 controlli con il ronchi e via ad alluminare.
Eppoi dovrò rivedere tutto il metodo di lavorazione, mi sono sempre affidato più alla memoria fisica che a diari pulizia e ordine, se mi avessi visto mentre lavoravo sembravo piu uno gnomo sbucato dalla foresta tutto sporco e disadorno che un ottico, il mio laboratorio era una frazione di scantinato impolverato e ingombro di ogni sorta di scatole atrezzi e metalli, una vera schifezza hahahahaha.29 September 2016 at 19:43 #8569Ciao Massimo non avevo visto il tuo intervento, sono daccordo con te in linea di massima, ma nella vita si fanno scelte che influenzano non solo il presente ma anche in prospettiva il futuro. Anni fa decisi che la fotografia era per me irraggiungibile economicamente e da allora mi sono concentrato sul visuale, ancora oggi sono rimasto su quei binari impostati 40 e passa anni fa e non ho perso l’entusiasmo, niente da dire per chi decide di applicarsi sulla fotografia ma come nel rapporto con la natura l’attimo viene interrotto dalla concentrazione su atrezzatura e aspettative per la riuscita, insomma sono un monaco zen!
30 September 2016 at 10:41 #8572Indeed a mirror so (500F3,8) It is already quite athletic and challenging since the initial excavation of the curve.
The use of only Ronchi or Foucault can only go well with focal beyond the F5, even if it is much better to use them all and two the usual suspects for technical reasons that makes you see Ronchi qualitatively and to outline the shape of the entire surface, while Foucault currency you so quantity and a precise diameter, taking for granted that the whole surface is identical to that diameter because formed with the work done with all the trappings that assure that precision given by the statistic of the large number of forward ran back for which many tiny errors in a sense are invariably eliminated from many in the opposite direction.But when you come down to focal so short you are obliged to use both tests, because the depth of the curve requires you to use sub-diameter tools that acting only locally created with more ease of area defects that need to be removed every time.
The most difficult test of Foucault that occurred to me was on the mirror 60cm F3.8 of a friend astronomer Asti. I used a mask Couder 8 areas and running longitudinal meter Foucault is already developing on a total length of 18mm draw
But the biggest challenge was to be able to properly evaluate (the distance of 4 meters and 56cm) the centering of the shadows, which it was made difficult by the very slight impression that they could come either from the right or left and not closed circular diaphragm as it should be, and this was clearly due to the low number (of the 8) areas of the mask Couder, each of which included a surface width already too broad, and therefore already subject to variations minimissime curvature but such as to be well detected by the high sensitivity of the Foucault test, but for this source of insecurity of the most exact piosizione the center of curvature detected.
Some claim that a short focal length mirror also less than that of the mirror you have in mind, It is feasible until the end using the Foucault test (and Ronchi), and not ending it (as claimed by other more “precisini”) with a more specific test of caustic applied to the apparent low lambda / 4 that gives you the Foucault with a Foucault tester variant mechanically more complicated and precise.
Who is right? It is not known until done testing.
30 September 2016 at 11:29 #8576Already, rispetto agli atomi siamo elefanti imbranati, ma piano piano ci arrivo grazie a te Giulio che sei cosi metodico e preciso. Oggi ho contattato il mio vetraio vediamo cosa mi spara, comunque non so ancora se fonderlo a menisco oppure spessorarlo con un 60 mm di foamglass, potrei lavorare la parte posteriore con la fresa a cnc in forma nido d’ape fino a 10 mm dallo specchio per ridurre i tempi di acclimatazione. Peso di circa 7 kg forse un po poco nonostante il tubo corto.
Per i test ronchi e foucault combinati c’era un bel progetto su coelum ma non funzionano piu i link, peccato che non l’ho scaricato ricercherò su stellafane o dintorni, gli americani sono piu maneggioni di noi.
So che questo non è il posto adatto ma per chi cerca materiali:
A Milano si trova il vetro calciosodico da 25 mm, high-pressure cutting and chamfer chamfered edge, and also a historical company that has abrasives, if you go in person you can buy smaller quantities of classic bags 25 kg. grain from 24 to the 1500 , green silicon carbide. pure white to Corydon 99% from 24 to the 1200.
professional aluminizing, anche per grossi diametri un altra ditta sempre di Milano(1000mm diametro).30 September 2016 at 13:43 #8580With reference to the shaping of the glass to thermal softening shaped meniscus, the greatest difficulty for the continuation of machining think is in reporting the back of the mirror to a monoblock form of parallel plane to the concave front face of the meniscus. What do I think (of course so on two feet by inexperienced and ignorant in that the union glass technology to the glass foam) It is not so easy to achieve in a stable and lasting, also in the light of the frequent reversal of position to be carried on the work table between the tool and mirror, in the process of maturing and polishing.
Another thing might be for a process that does not require, Perhaps that is machine.
But we are speaking in very abstract terms of an experimental field unknown, where even the same experiments in it practicable would have a heavy cost in terms of cost and likelihood of successful job.
30 September 2016 at 14:55 #8581A 500 mm a F3.8 andrebbe lavorato dall’inizio alla fine con sub-diametri, in ogni caso oltre i 400 mm l’inversione delle posizioni la vedo poco praticabile…
30 September 2016 at 17:25 #8582La forma a menisco non la userei abbinata al foamglass, farei un supersottile. Invece piano parallelo la incollerei a freddo con una colla bicomponente a bassissima dilatazione, che oggi esiste con un coefficiente simile al calciosodico, impastata ( tipo cemento) con una quantità di microsfere di vetro atta a raggiungere una densità adeguata a consentire al vetro pieno di assestarsi sul foam. solo la parte posteriore ovvero quella che appoggerebbe sulla cella sarebbe lavorata a nido d’ape.
Ho pensato a questa soluzione per evitare celle complesse e la deformazione dello specchio in lavorazione dato che al centro avrebbe poco più che 16 mm thick. Il panetto così composto avrebbe uno spessore complessivo di 85 mm al bordo, lasciandolo cosi pieno non entrerebbe mai in temperatura.
Alcuni li incollarono a caldo ma la sperimentazione era destinata all’utilizzo aerospaziale.
Tantè che gli specchi erano talmente leggeri da galleggiare sull’acqua. A me non interessa rendere uno specchio per dob ultraleggero, un peso complessivo di circa 10 kg è fin troppo poco, mi interessa invece che il “panetto” sia più rigido e indeformabile possibile, e questa soluzione è fattibile e interessante bisogna vedere se il tutto agisce come se fosse un pezzo unico e nei bruschi cali di temperatura che avvengono in inverno dopo il tramonto non si deformi. Ho buone speranze.30 September 2016 at 17:51 #8583Con le idee ci siamo, non sono mie, mi sono informato in vari siti ed ora il problema è il reperimento dei materiali. Durante la lavorazione, lavorerei sia con sub diametro che pieno, questa volta vorrei provare con l’utensile o meglio gli utensili in gres e mastice misto colla piastrelle vedo che all’estero è usata spesso questa soluzione per grossi diametri.
Non vedo però il problema che ha menzionato Massimo, invertire utensile/specchio con un peso intorno ai 10 kg è fattibile e anzi la presa viste le dimensioni non è un problema. Scappa di mano più facilmente uno spessore di 30mm che un corposo 85mm e credo che sia anche piu controllabile durante le passate 1/2.30 September 2016 at 18:48 #8587Si Lelio, con quelle dimensioni e peso è sicuramente fattibile l’inversione di posizione, quello che mi ispira poca fiducia non è tanto il peso, quanto l’utensile a pieno diametro necessario per l’inversione, specialmente nella fase di lucidatura e parabolizzazione.
in quest’ultima fase poi, penso che il pieno diametro con F<4 e con dimensioni > di 400 mm, crea più problemi di quanti ne risolve, sia come adattamento della pece che come costruzione della figura.
1 October 2016 at 7:21 #8588Thanks Massimo, avevo riscontrato il problema dell’adattamento della pece gia sul mio 280 mm, ripensandoci ora ricordo che per entrare in temperatura faticava e lo scaldavo a bagno in un secchio di acqua calda, ma nonostante ciò il suono non era giusto e la distribuzione del rossetto sullo specchio non era uniforme. Questo significa che c’è uno scollamento dalla forma ideale, inoltre notavo differenze di suono tra l’inizio della passata e la fine, quindi si verificavano vibrazioni?
Non l’ho mai capito, comunque dopo un po tutto andava a posto, nelle fasi finali feci i controlli e rifinitura della parabola in unica sessione di mezza giornata per paura di danneggiarla alla ripresa del lavoro. Per il controllo immergevo lo specchio nell’acqua calda per rendere uniforme le letture ed evitare pause di lavorazione troppo lunghe, quindi due secchi acqua a volontà, phon a portata di mano per asciugare la superficie del vetro…. una faticaccia.1 October 2016 at 9:59 #8589I must say I had beginner's luck buying the pitch pipe Gugolz #55, instead of using rosin which had well Reginato sent me with the purchase of blank + tool of my 250F5.
The preferential use of Gugolz # 55 was only for the reason that it had a softer predetermined quenching for the specific melting temperatures range between 52 ° and 55 ° c. And I at that time, from beginner to the first practical test, and a local “fresco”, I was interested in eliminating one of the many complicating variables determined from experimental research work of the right mettle of pitch.
He played very well even lucky enough to work in the winter where, however, my boiler is 17 or 18 degrees, that in fact I found to be Pochini, and that even with the pitch “soft” I started working just fine leading them to 20- 21°.
In my case the noise arose only by the whistle of the pitch thrown near the drying, but I slowed the work to keep her whistle (for fear of vibrations maybe infinitesimal?……Who knows!).
To my nature (and in my case long theoretical preparation in an attempt to reduce the insecurities before acting with practice) I always wanted to avoid any kind of heating / expansion that was not even the complete tool block + mirror, also applying this only for the pressing at the beginning of each session processing.
This decrease for another beginner uncertainty, because of preference using the Foucault test, I always feared falsarmi his readings, that at nanometer level vary significantly with temperature.
(Given that the Foucault is a type of very precise test in supplying the quantity of nanometers in excess or in defect on the different areas of the mirror, resulting from the direct comparison with the theoretical parabola taken as a reference).1 October 2016 at 12:15 #8594The pitch, da quello che ho visto e misurato, va utilizzata in un ambiente a temperatura controllata e stabile, e nello stesso periodo dell’anno.
Per una determinata miscela, il range di temperatura di utilizzo non supera i 3-4 degrees ( una patina realizzata per lavorare a 20° lavora correttamente tra 18°-22° ), oltre questi valori la patina lavora uguale, solo con progressiva minore efficacia fino ad essere inutilizzabile per Temperature oltre +- 6 gradi da quella ottimale.
Moreover, con temperature non ottimali, l’adattamento diventa difficoltoso ed instabile, specialmente in grandi utensili dove il dislivello tra bordo e centro è importante.
Io mi sono costruito un set di utensili a sub-diametro testati ed ottimizzati per varie temperature di esercizio, da usare su qualunque specchio.Un utensile a piccolo diametro ( 50-80 mm ) ha una freccia che difficilmente supera il mm anche sulle focali più spinte, rendendo l’adattamento molto più immediato su diversi specchi , agevolato dal fatto che la semplice pressione di una mano distribuisce una notevole forza su di una piccola superficie, per ottenere la stessa spinta per unità di superficie in un utensile di 500 mm ci vorrebbe una pressa.
Altro aspetto fondamentale, in una parabola a F3.8 di un 500 mm la differenza tra i ROC centrale e periferico è di circa 8 mm. il che significa che ci sono da togliere circa 0,02 mm di vetro al centro con pece e ossido di ferro/cerio. Un utensile a pieno diametro questa differenza “la sente”, nel senso che non riuscirà ad avere lo stesso adattamento superficiale comunque lo si muova sullo specchio, a meno che non si eserciti ulteriore pressione durante la lavorazione per forzare il contatto , ma questo porterà inevitabilmente a errori zonali/rugosità durante la parabolizzazione.
Per questi motivi ritengo che l’inversione di specchio e utensile non sia consigliabile in questo caso, in quanto se da un lato permette in teoria di stabilizzare un raggio di curvatura, dall’altro necessita di un utensile a pieno diametro che porterà, come dicevo prima, più problemi di quanti ne risolve.
1 October 2016 at 12:18 #8595hello Giulio, 40 anni fa quando cominciai il mio primo specchietto da 150mm si andava di pece mista a cera d’api e un goccio di trementina, by eye, anzi ad unghia del pollice si testava la superficie prima con un campioncino di pochi cm2, poi se andava bene a preparare il tampone di lucidatura a diametro pieno con il cartoncino bristol avvolto intorno allo specchio, ed attenzione alla stagione! Mi ricordo ancora quanto sono rimasto incredulo dopo solo 1/2 ora di lavoro con il rossetto e il primo ronchi test…. entusiasmo a mille!
Allora internet “minga” conoscenti che avessero esperienza, a Saronno, il che voleva dire una giornata di pullman tra andare e venire e osservare senza toccare “tassativo”! Ma qualcosa capivi e di notte ti rimettevi al lavoro. Ma al contrario di adesso che tutto è alla portata di tutti e i tempi sono brevissimi facevi di ogni esperienza tesoro, ti rimaneva impresso indelebilmente e sopratutto non c’erano tante teorie ma molta pratica e sensibilità, rubare il lavoro era tassativo come ricercare la fonte di eterna giovinezza.
Ferioli diceva: se fa schhhh continuo senza fischi o strappi seppur minimi stai facendo giusto altrimenti ricomincia tutto daccapo.1 October 2016 at 12:59 #8600Ferioli diceva: se fa schhhh continuo senza fischi o strappi seppur minimi stai facendo giusto altrimenti ricomincia tutto daccapo.
Parole sante ! è quando tutto questo non accade che la teoria è importante e permette di capire il perchè, senza andare per tentativi casuali.
Alla fine il bello del grattare vetri è che se ne potrebbe parlare per anni senza mai ripetere le stesse cose, poi ognuno ha il suo approccio preferito e questa è un’altra bella cosa perchè permette il confronto tra stili diversi.
A me piace indagare su quello che faccio e cercare di capire il perchè e anche dei piccoli dettagli, forse alla fine non sono nemmeno necessari e potrebbe essere solo perdita di tempo, ma lo faccio perché mi piace farlo
Il poterne parlare poi con qualcuno che magari la pensa in modo diverso è ancora più stimolante ed entusiasmante !
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