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2 agosto 2017 a 10:52 #10231
Marco95 non farti intimorire! Ciò che oggi ti fa sentire ignorante non lo farà domani se c’è la voglia di imparare… Buttati!
2 agosto 2017 a 11:30 #10232Marco, io non la chiamerei ignoranza, l’ignoranza appartiene a colui che non si accorge di quanto ci sia da scoprire oltre il proprio naso.
Sono proprio le cose che ancora non si conoscono che possono stimolare la curiosità, perché la sensazione di stupore e meraviglia arriva nel momento in cui si acquisiscono nuove conoscenze e ci si accorge di aver compreso qualcosa in più dell’universo in cui viviamo.por suerte, non si finirà mai di scoprire ed imparare, di intraprendere nuovi viaggi e nuove avventure. Se così non fosse, la vita sarebbe una noia mortale.
2 agosto 2017 a 15:11 #10235L’impressione di inadeguatezza che si ha di fronte ad una certa massa di novità ancora da metabolizzare, è normale che ci faccia sentire momentaneamente disarmati, perchè le scelte progettuali di qualsiasi tipo ed in qualsiasi campo, agiscono a catena su un grandissimo numero di implicazioni, correlate in modo più o meno pesante.
Non bisogna quindi scoraggiarsi, perchè in fondo, conoscendo il fine per il quale si lavora, basta prendere in considerazione decisioni che tengano buoni i principali effetti desiderati, o compromessi che minimizzino i principali indesiderati, semplicemente ignorando quelli i cui effetti siano valutati e ritenuti poco influenti o trascurabili rispetto al fine principale.
Questa che può sembrare una ingenua considerazione come quelle “politically correct” che spesso applicano pure alcuni politici che rimangono poi bloccati dall’impossibilità veramente democratica di “accontetnate tutti”, ma è una considerazione che guida alla necessità di spezzettare la complessità di un grosso problema, in molti piccoli e più semplici problemi.
Quindi il consiglio che ti do volentieri per il tuo progetto, alla luce del fatto che è impossibile “avere tutto”, è quello di prendere in esame le caratteristiche tecniche principali dsiderate, e di perseguirle.
Strada facendo vedrai che i possibili problemi specifici collaterali che vengono a galla, spesso sono loro stressi di scarsa entità, e non sono determinanti che in casistiche di nicchia assai ristretta, che non facevano parte delle esigenze che ti mossero sulla strada intrapresa.
en conclusión: Vai avanti sereno col tuo progetto che crescerà assieme e di pari passo alla tua esperienza!!
3 agosto 2017 a 10:55 #10238Concordo pienamente con Giulio.
Quando si inizia una nuova avventura come la tua Marco, le paura di non riuscire e la sensazione di sentirsi impreparati sono più che normali. Gli imprevisti sono sempre dietro l’angolo ed il dubbio sul cosa e sul come fare sarà un tarlo che ti accompagnerà durante tutta questa avventura. Chi come noi si imbarca in simili imprese lo fa proprio per il gusto di riuscire a superare gli ostacoli che si presentano e per apprendere cose nuove, nonché per la soddisfazione di poter dire “questo l’ho fatto io” . Se fosse tutto facile probabilmente non prenderemmo neppure in considerazione un’impresa simile perché ci annoierebbe. Sarebbe di sicuro più semplice mettere mano al portafoglio e comprare tutto già pronto.
Ricordati che alla fine il lavoro paga sempre, anche se in questo caso riempiendoti solo di soddisfazione.
Giusto poi per farti capire a quali e quanti contrattempi vanno incontro quelli che come noi vogliono fare tutto da se, ma soprattutto per farci due risate allego alcune foto.https://s1.postimg.cc/t0k4rys3z/20170729_210519.jpg
https://s1.postimg.cc/xzvjnqctr/20170729_210513.jpgCredo si noti bene il supporto del cercatore che per così dire non è esattamente in asse con la struttura del telescopio da 200mm. Quel pezzo come tanti altri della struttura del telescopio l’ho disegnato con un CAD e poi stampato con la stampante 3D che si vede sullo sfondo. Dopo aver assemblato il tutto ho portato il telescopio alla casa al mare per iniziare a dare uno sguardo al cielo. Ebbene le prime notti qualcosa sono riuscito a vedere ma nel giro di qualche giorno il sole ed il caldo incredibile che in questi giorni ci attanaglia hanno rammollito e deformato molti pezzi in plastica fra cui oltre al supporto del cercatore anche alcuni sostegni del secondario che ormai pende sbilenco. Dovrò quindi ristampare tutti i pezzi in ABS invece del PLA che inizia a rammollire a 60°C circa. Dagli errori si impara…….
3 agosto 2017 a 14:35 #10241Mi pare di vedere in primo piano anche il focheggiatore elicoidale in plastica: Pregunto…hai stampato anch’esso?, ….e se si, è possibile anche stampare la filettatura passo 3mm?
(Assomiglia molto al mio tornito in nylon nero, con filettatura passo 3mm a due principi..(e a tre, in un altro caso) per avere un avanzamento di 6 oppure 9mm al giro).
Questa storia delle satampanti 3D comincia ad essere assai intrigante !!
Complimenti comunque a te Giuseppe per i tuoi esperimenti!!
3 agosto 2017 a 14:40 #10243vi ringrazio per il supporto, comunque GiM anche io all’inizio ho cominciato a disegnare tutti i pezzi pensando di farli stampare in 3D, solo che poi ho scoperto i prezzi……
3 agosto 2017 a 18:59 #10245Il focheggiatore che appare nella foto non l’ho fatto io ma è un pezzo di idraulica. Si tratta di uno di quei raccordi da piazzare sul foro di uscita che si pratica sui serbatoi in polietilene. La parte fissata sul legno del telescopio si fissa sulla parte esterna del serbatoio avvitandolo sul pezzo che funge da porta oculari che risulta posizionato all’interno con la filettatura che fuoriesce. L’unico pezzo stampato è il tubo nero con una sorta di flangia che riduce il diametro del pezzo grigio al valore canonico di 31,8mm degli oculari. Detto tubo scorre con una certa resistenza e ciò mi assicura di poterlo usare per focheggiare in maniera abbastanza grossolana mentre la messa a fuoco fine la faccio con la rotazione dei pezzi sfruttando la filettatura. Quest’ultima per renderla più precisa e più scorrevole l’ho rivestita con del nastro di teflon.
Per quel che riguarda la tua domanda Giulio, posso dirti che fra coloro che usano le stampanti 3D il motto è: se lo puoi disegnare lo puoi anche stampare.
Il primo vero problema è dunque riuscire a disegnare il pezzo con un CAD. Fatto ciò bisogna poi vedere se il grado di finitura del pezzo risulta compatibile con le proprie esigenze. Con la mia stampante, comprata in kit e da me assemblata ed anche parecchio modificata in alcune parti proprio per migliorarne le prestazioni, ho stampato tantissime cose, alcune riuscite molto bene altre che lasciavano desiderare. Ad esempio ho provato diverse volte a stampare la torre Eiffel e pur essendoci riuscito il grado di finitura non mi ha soddisfatto. Gli attacchi che fissano i tubi di alluminio del telescopio così come il supporto del cercatore invece li ho disegnati e stampati con grande soddisfazione in quanto hanno svolto il loro compito alla grande. Il problema del rammollimento è relativo in quanto basterà rifarli in ABS. Se siete interessati appena mi sarà possibile farò le foto dei pezzi per mostrarvi le soluzioni che ho adottato per la costruzione della struttura.
Quanto ai costi posso dirvi che una bobina di filo da 1 kg in PLA o ABS costa tra i 25 y 30 euro, ma con 1 kg di materiale vi assicuro di pezzi se ne possono stampare davvero un bel po’, basta avere pazienza perché alcune stampe via assicuro possono richiedere anche decine di ore e probabilmente è per questo che i prezzi richiesti per la stampa sono alti anche se francamente non so neppure di che cifre stiamo parlando.4 agosto 2017 a 11:25 #10250Hola a todos…
y, la stampante 3D io la consiglierei sicuramente, penso sia il miglior acquisto che ho fatto negli ultimi anni…Per carità, bisogna saperla settare bene, saper utilizzare programmi CAD per la modellazione 3D e avere un minimo di critica ingeneristica per poter creare dei componenti leggeri ma allo stesso tempo resistenti, però per il resto è davvero utilissima…io ci stampo di tutto..Per dare un’idea dei prezzi, basti pensare che per pezzo il cui tempo di stampa era di circa 5-6 mineral, il preventivo fattomi on-line da una ditta era di circa 300-350 bastante cauteloso y conservador, mentre la mia stampante l’ho pagata in totale 205 euro. E’ arrivata in kit e l’ho dovuta montare interamente, però non è stato un problema e ad oggi ne sono pienamente soddisfatto…
4 agosto 2017 a 11:29 #10251hola Marco,
ho appena letto che hai fatto anche delle simulazioni agli elementi finiti, della struttura del blank che vorresti ottenere…Mostreresti qualche risultato?
O i risultati delle varie configurazioni che hai testato (se ne hai provate più di una)?
gracias, sarebbe davvero molto interessante…4 agosto 2017 a 12:03 #10252Per quanto riguardano le tensioni all’interno del blank, l’articolo che ti ha postato Giulio è validissimo…
Queste sono le prove che avevo fatto sul mio blank una volta uscito dal forno:
Per ottenere le immagini delle tensioni interne, ho messo il blank davanti allo schermo completamente bianco della TV di casa (va bene TV, schermo del PC, ecc… ma non lo schermo delle vecchie TV a tubo catodico)
Lo schermo completamente bianco l’ho ottenuto mandando un video di un paio di minuti trovato su youtube.
Dopo di che basta guardare attraverso degli occhialini per i film 3D, che ti danno anche al cinema, per vedere gli stati di tensione nel vetro. Devi capire qual è il verso giusto in cui mettere gli occhiali però.
Me explico.
se guardi la prima immagine ti accorgerai subito che lo schermo sullo sfondo (quello della TV) è bianco e si intravedono solo su 4 posizioni a 90° una dalle altre le tensioni interne, ma questa non è la posizione corretta dove posizionare gli occhiali.
Se inizi a ruotare gli occhiali, vedrai sempre lo schermo bianco e quelle 4 zone colorate girare assieme ad essi, fino a che non arrivi in un punto, in cui lo schermo della TV passa improvvisamente da bianco a nero, come nell’immagine sottostante.
Ecco questa è la posizione corretta con cui osservare le tensioni.
Nel caso specifico, come vedi c’è una specie di croce scura al centro, che penso sia dovuto a qualche fenomeno che non dipende dal blank perché rimane identica, nella stessa posizione, anche se ruoto il blank.
Quello che è di interesse invece, è quella zona circolare blu-azzurra che si estende fino a 3/4 diámetro (tensioni costanti o non presenti in questa zona) la quale poi, sfuma prima attraverso il bianco fino ad arrivare al giallino. Questo mi indica, che quella variazione cromatica, è dovuta a delle tensioni interne, però ad essere sinceri, non saprei valutarne l’entità. Può essere benissimo che le tensioni siano piccole ed entro un limite ben più che accettabile.
Per ottenere le immagini che hai visto, ho dovuto posizionare gli occhiali al rovescio, ovvero con le stanghette rivolte verso l’avanti, perché se li mettevo “dritti”, ovvero con le stanghette rivolte verso l’osservatore vedevo sempre un’immagine di questo tipo:
e non riuscivo mai a trovare la posizione per cui lo schermo dietro risultasse nero.Hasta pronto y buen trabajo…ciaooo
4 agosto 2017 a 13:30 #10255algunos! ho provato due configurazioni e appena mi rimandano il pc con win dall’assistenza ve li metto, con linux non riesco a fare niente ora. comunque mirco hai per caso provato a vedere se il tuo blank si è rotto proprio in corrispondenza di una di quelle tensioni?
4 agosto 2017 a 13:49 #10256hola Marco,
a dire il vero da quando si è rotto non ho più voluto saperne nulla, non l’ho ancora neanche buttato via, è ancora là sui suoi supporti…
sin embargo, in prima analisi, non sembra che la rottura sia stata dovuta a quelle tensioni residue…4 agosto 2017 a 15:57 #10257http://assetabeta.altervista.org/Tecniche/vetro/850/stampo.html
se a qualcuno interessa ho trovato questo articolo per quanto riguarda le vetrofusione, appena ritorno a casa voglio provare a costruire un forno Raku con un termometro a sonda; vengono usati per la cottura della ceramica ed arrivano, se fatti bene, circa a 1000 grados. la costruzione è veramente semplice e poco costosa, inoltre il borosilicato fonde a temperature minori del calciosodico quindi non dovrebbe essere un problema.
4 agosto 2017 a 18:57 #10258Nei fuggiti anni ’80, da buon elettronico/elettrotecnico, costruii una piccola muffola eletrica, con camera 300x300x200 da 18 litri per la cottura delle decorazioni della ceramica in secondo fuoco, dei lavori della mia consorte.
Ricordo che fu un lavoro assai impegnativo per tanti aspetti:
Tipo la impossibilità di trovare a quei tempi, i materassini di fibra ceramica che sono gli isolanti più efficaci; …(e quindi ci volle uno spessore maggiore di lana di roccia, per non usare il crisotilo che invece in molti forni industriali purtroppo allora si usava, e che per le punte aguzze come un solo atomo delle sue fibre eventualmente inspirate, parece “confondere” le reazioni delle difese immunitarie dell’organismo, che costruisce in 40 anni attorno all’intruso il noto mesotelioma pleurico).La progettazione delle resistenze in filo da 1,5mm di nichel-cromel-alumel (se non lo confondo con la termocoppia), le quali per portare la camera del forno a 900° dovevano sostenere una ben calcolata densità di corrente, che le scaldasse a temperatura ambiente, ad una temperatura del loro filo tale che sommata a quella portata nell’ambiente del forno non fondessero.
Era un carrello che pesava un centinaio che kg che sopravvisse a due traslochi, poi lo demolii al terzo.
en breve…. una avventura assai impegnativa del passato.
4 agosto 2017 a 19:57 #10260questo tipo di forno funziona a gas e non a corrente;
cercherò di farlo alto solo 50cm e con un cappotto di 5cm di malta refrattaria al quale a sua volta appoggerò uno strato di lana di ceramica; dovrebbe garantirmi una discesa della temperatura molto molto lenta…con suerte.complimenti per il progetto però
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