Questo articolo è dedicato a coloro che come me, per imparare bene il proprio star hopping e per comodità negli star partyes pubblici, fanno talvolta uso dei comodi cerchi digitali di puntamento passivo, o possiedono telescopi “Go_To”, e pertanto sanno che per rendere massima l’accuratezza di puntamento occorre mettere in perfetta “Bolla” il Dobson.
L’operazione di taratura dei puntamenti passivi su telescopi altazimutali, prevede la regolazione della precisa verticale dello strumento, che precede l’acquisizione della posizione di due stelle note, in modo tale che, con quei soli tre dati, il computer di bordo è in grado di guidare i nostri puntamenti su qualsiasi oggetto di coordinate note.
La perfetta verticale si raggiunge fissando una bolla d’aria sul coperchio del mirrorbox, e facendo poi ruotare il telescopio per fermarsi a turno con tale bolla sulla verticale di ciascuno dei tre piedi, che dovranno essere regolabili in altezza e regolati singolarmente, fintanto che dalla completa rotazione di 360° della base del telescopio non si abbiano più a notare spostamenti orizzontali della bolla.
I piedi dei dobson sono di solito fissi, bassi e scomodi da raggiungere e devono offrire una generosa superficie di appoggio a terra per far fronte alla consistenza di qualsiasi terreno.
Il mio dob era nato con i tre canonici piedi cilindrici alti 50mm in tondo di legno, ex barra reggi-tende da finestra diametro 32mm, MA…il renderli regolabili, o sostituirli con altri regolabili, mi poneva il problema importante che l’altezza del telescopio NON doveva aumentare, pena problemi di caricamento sulla mia Ford Fiesta, e pure nel gavone del camper.
Guardando un giorno un idraulico installare un raccordo “T Plasson” a tre vie per tubazioni in polietilene (digita nel web “T Plasson” per vederne l’immagine), mi venne l’idea di tutt’altra applicazione del medesimo oggetto, che vi mostro qui “deviato” nella spartana ma funzionale realizzazione dei ben tre grandi “piedi regolabili”.
I tre nuovi piedi regolabili, sono infatti realizzati segando opportunamente un raccordo idraulico a T di tipo “PLASSON” per tubi in polietilene, in modo da ricavarne i tre pezzi necessari.
I nuovi piedi fabbricati in questo modo, si sovrappongono inglobando completamente ed esattamente quelli in legno massiccio originali, se tondi e di diametro compatibile con il lume interno del raccordo, e pertanto ne hanno la medesima altezza.
Ma la loro vite di regolazione in plastica a profilo rettangolare (che in pratica è una ghiera di grande diametro), è così robusta ed efficiente che permette una gamma di regolazioni fino al doppio dell’altezza del piedino in legno originale.
Il materiale necessario per fare tutti e tre i piedi consiste in UN solo raccordo a T in robusto polipropilene, tipo “Oppo” oppure “Plasson” (vedi su internet le figure e le informazioni) per tubi in polietilene, del costo di ~ 5 euro, (vedi fig 1), che verrà segato in tre parti per ricavarne appunto i tre piedi.
I raccordi di questo genere possiedono la ghiera di chiusura del tubo che ha una robusta filettatura a profilo rettangolare, di passo grosso da circa 6 millimetri al giro, che rende facile, comoda, veloce, sicura, stabile e a prova di sporco la regolazione manuale “sul campo” dell’altezza del telescopio.
Acquistato il raccordo a T (figura 1) presso i grandi brico-center o negozi di idraulica, gli si tagliano a mano e bene in squadra i tre bocchettoni secondo il disegno di figura 2, col seghetto (vedi fig 3).
- Il taglio numero 1 del disegno di figura 2 è facoltativo per ottenere piedini più bassi come quelli del mio telescopio fotografato. Il nuovo piedino va a rivestire esternamente il piedino esistente fisso in tondo di legno avente diametro esterno identico al diametro nominale interno del tubo per acqua cui era destinato, e che identifica il raccordo plastico.
- Il piede regolabile è avvitato sul piede fisso interno a mezzo di una sola vite a testa fresata, la cui fresatura al trapano è ricavata a mano libera nel corpo della filettatura “maschio” in plastica della parte interna del raccordo, come si vede in fig.4.
- I tre piedoni terminati si presentano come in fig.5
- la figura 6 mostra l’usura insignificante anche dopo sette anni di trascinamenti del dobson 14″ F5 sui terreni più disparati.
FINE.
Note:
1) I diametri nominali più comuni di questi raccordi plastici per acqua potabile (diametri che identificano la luce interna) sono: 20; 25; 32mm. (meno usati seppure esistenti sono pure i diametri 40; 50; 63; 75; 90 e 110mm)
2) Le foto del telescopio 360 F5 si riferiscono al raccordo T diametro nominale 32 mm, cioè identico al diametro esterno dei tre piedini originali in tondo di legno, sui quali in nuovi “piedoni” sono stati infilati e fissati con una sola vite.
3) Le misure del diametro delle ghiere di regolazione (che corrisponde al diametro di appoggio al suolo del piede regolabile) e della altezza dal suolo complessiva del piedino chiuso (minima altezza di regolazione) , o svitato (massima altezza di regolazione) sono le seguenti:
Ø nominale raccordo T ——- Ø ghiera ——- Altezza piedino
20mm ————————— 42mm ——–22mm minimo e 45-50 mm massimo
25mm ————————— 52mm ——– 27mm minimo e 55-60 mm massimo
32mm ————————— 64mm ——– 45mm minimo e 75-80 mm massimo