Dal 2003 la mia auto è una Ford Fiesta, sulla quale, previo abbassamento schienali posteriori, carico anche il più grande dei miei dobson autocostruiti, che è un 14” F5, fabbricato seguendo quote proporzionali tratte dalla nota “Bibbia” di Kriege/berry “The Dobsonian telescope” previa conversione da anglosassoni a metriche,
Il peso del blocco inferiore del mio 360 F5 (roker + mirror box + contrappesi..ecc) è di circa 28kg.
Peso massimo assolutamente da convertire in carriola, in modo da poterlo movimentare da solo, in sicurezza, escludendo eccessivi sforzi fisici.
La “carriolatura” avvenne anch’essa con modalità tratte dalla citata “bibbia”, facendo però in modo che i DUE MANICI della carriola fossero funzionali al trasporto, pur rimanendo di lunghezza tale da poter restare montati al telescopio all’interno del baule della Fiesta (o del gavone del camper furgonato Adria-Win che uso per le osservazioni in montagna), sempre pronti per l’operazione di scarico.
Il mio desiderio era pure che LE RAMPE DI CARICO avessero una pendenza intorno ai soli 20 gradi, per il massimo conforto di manovra, pur tuttavia permettendo ad esse di trovare posto RIPIEGATE all’interno del baule dell’auto (e del camper), accanto al dobson trasportato.
Decisione quest’ultima dovuta al compromesso intuibile che le RAMPE maggiormente inclinate sono effettivamente più corte…ma richiedono un maggiore sforzo fisico nel caricamento, oltre a risultare meno stabili. E con gli spazi di una utilitaria si rendeva quindi necessario ricorrere alla loro ripiegabilità, per non dover montare una bagagliera sul tetto dell’Auto per trasportarle intere.
L’esigenza è stata soddisfatta costruendo le due rampe, ciascuna con normali assi da mensola in legno di pino lamellare con sezione da 15×2 cm, rinforzate lungo un lato da un longherone in angolare d’acciaio a “elle” (di quelli con i fori per uso scaffalature, da mm 55x35x2mm) fissato con 8 bulloni da m5x30mm equamente divisi nella lunghezza.
Una ulteriore complicanza comune a tutte le utilitarie, è però che esse non presentano il piano di carico del baule “a livello” con la base del portellone posteriore, quindi:
La PREDISPOSIZIONE al caricamento del dobson nella Fiesta è avvenuta con la costruzione di una pedana interna di doppiofondo alta 15 cm (vedi foto), da inserire/togliere nel baule dell’auto in occasione del trasporto, appunto per rialzarne il fondo iniziale fino al filo inferiore dell’apertura del portellone, che si trova a ben 57cm dal suolo.
Le mie due rampe sono lunghe aperte, ciascuna 176cm, per una pendenza di 22 gradi, e sono formate da un tratto di 136cm, più un tratto terminale da 40 cm che tocca il suolo, ed è ripiegabile su se stesso per mezzo di una robusta classica cerniera metallica.
Ripiegate sono quindi lunghe 136cm e sono stivabili nel baule della Fiesta (e del Van), a fianco del telescopio.
Una diversa divisione della lunghezza dei due tratti pieghevoli (come ho realizzato nella versione numero 2 delle stesse rampe pieghevoli esattamente a metà) non comporta problemi costruttivi, ma solo una immancabile maggiore inclinazione fra di essi nei pressi dello snodo, dovuta ai pur piccoli giochi meccanici della costruzione “fai da te”.
L’angolare metallico tipo scaffalature utilizzato, assolve a tre funzioni indispensabili:
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- Assicura la resistenza meccanica e la rigidità delle rampe. E qualora il peso del telescopio fosse stato il doppio del mio, avrei optato per raddoppiare tali longheroni installandone uno per lato, invece del loro impiego da me realizzato su un solo lato di ciascuna rampa.
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- Assicura il supporto inferiore longitudinale sulla intera lunghezza della tavola di legno su cui passano le ruote della carriola del dobson.
- Tale angolare sporgendo verso l’alto assicura una guida di contenimento laterale delle ruote, (ovviamente sul solo lato della rampa dove l’angolare è presente). Ed infatti, il mio montaggio ha previsto la presenza degli angolari dallo stesso lato per ambedue le rampe, cosicché, è molto facile mantenere le ruote conto di essi per sfruttare la loro guida continua.
Inoltre con tale angolare metallico si realizza facilmente il gancio di attacco al bordo del baule dell’auto (foto 6), ritagliandolo a piattina per 5 o 6 cm, e ripiegando tale piattina di quei ~20 gradi per tornare orizzontale, e inserendo infine in uno dei fori, un lungo bullone diametro 8mm rivestito di un pezzo di tubo del gas (il tubo azzurro di gomma).
La rampa ovviamente appoggia sulla guarnizione di gomma perimetrale del portellone.
Ma il particolare costruttivo maggiormente interessante per la sicurezza e la funzionalità dello snodo di ripiegamento, è dato dalla SUA FORCELLA DI GUIDA installata a un estremo della “semi-rampa” lunga, che guida e accoglie al suo interno l’estremo dell’angolare dell’altra mezza-rampa corta. Snodo che viene immobilizzato in modo sicuro a scaricare in un tutt’uno meccanico, la forza di flessione generata dal carico.
In altre parole: (Vedi foto 3 – 4 – 5) All’estremo della rampa dove vi è la cerniera di piegamento, sono sporgenti due ritagli del medesimo angolare lunghi 15cm, imbullonati a sandwich, cioè a destra e a sinistra del longherone centrale da 136cm che sta all’interno e 5 cm più arretrato. Questo sandwich metallico costituisce una sicura forchetta di guida all’incastro del longherone terminale pieghevole, il cui angolare sarà obbligato, a rampa dispiegata, ad infilarsi in mezzo a tale sandwich metallico di guida, combaciando di testa col longherone affacciato, e assicurando con ciò un allineamento inamovibile della giuntura dei due pezzi consecutivi di rampa, anche sotto carico.
Mi rendo conto che occorrono queste moltissime parole per spiegare concetti che sono invece intuitivi alla semplice vista (in questo caso) delle 10 fotografie che seguono.