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  • #11211
    Marco Guidi
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      Ciao ragazzi,
      qualcuno forse mi conoscerà ,mi chiamo Marco Guidi ,sono un astrofotografo HIres http://www.marcoguidihires.com ottenendo riconoscimenti internazionali APOD NASA e pubblicazioni sempre internazionali ; tengo spesso conferenze ai congrasi UAI in merito alla fotografia in alta risoluzione e tematiche annesse.Da poco anche produttore di telescopi http://www.doctelescope.com ,questo avvenuto dopo oltre 10 anni di autocostruzione dei miei trumenti .
      Mi ddefinisco un maniaco dello strehl 0,9 :wacko: :yahoo:
      Mi sono deciso finalmente deciso a dare il via all’autocostruzione delle ottiche quindi proporre un prodotto interamente made in Italy completo .
      Domani inizierò la lavorazione di un blank da 305mm f5 in pirex ed utensile a tutto diametro in vetro comune.
      Ho già il tavolo dedicato perchè me l’ero fatto fare una 15ina di anno orsono avendo prodotto un 250 f5 in pirex che al tempo avevo realizzato sotto la guida di un amico che già negli anni aveva ed ha prodotto vari diametri da 250/300/40/500 e adesso sta realizzando (già in fase di lucidatura) un 80cm f4 ,ritengo questa persona preparata e capace perchè noti produttori italiani hanno visto le sue realizzazioni definendole eccellenti .
      Lo specchio che inizierò domani in reltà è gia all’abrasivo 600 finito quindi il mio lavoro inizierà dall’800 .
      Ho dedicato questo ultimo periodo a ripassarmi tutte le fasi di lavorazione e il grattavetro ha fatto la parte del leone!
      Il mio obiettivo è produrre diametri tra 30 e 50cm con focali variabili da f4 a f5 conoscendo tutte le difficoltà del caso ,mi sono dato un tempo di 2 anni anche se il modo che ho di ragionare e che ho sempre avuo è ”mai finito d’imparare”
      Il pensiero che ho in questo momento è il sistema di controllo , la persona che conosco utilizza il focault con relativa maschera di coudè ho sentito però che il null test è più immediato e più preciso .
      Ho già chiesto per dotarmi di uno specchio piano per utilizzare il sistema di controllo in autocollimazione .
      Ditemi cosa ne pensate
      Credò imparerò molto qui
      Grazie
      Marco

      #11212
      Massimo MarconiMassimo Marconi
      Moderatore
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        Ciao Marco, benvenuto ! E’ un piacere averti qui, speriamo di poterti essere d’aiuto per questa tua nuova avventura.
        Vedo che hai le idee chiare sugli obiettivi che vuoi raggiungere e questo è sicuramente un buon inizio !
        Perciò un “in bocca al lupo” e seguirò con interesse quanto vorrai condividere sulle nostre pagine.

        Per i test, io penso che sia un discorso abbastanza ampio, tutti e nessuno possono andar bene, dipende da tanti fattori, tra i quali la capacità e l’attitudine dell’operatore con un determinato test, in un certo senso è un po’ come chiedere quale software sia migliore per una elaborazione di immagini.

        Forse la cosa migliore è l’utilizzo di più metodi per la stessa superficie da controllare, fermo restando che, da quello che ho visto finora, l’unico che “non mente mai” è lo star test.
        Per chi come te ha la possibilità e di avere uno strumento con una struttura affidabile a disposizione anche prima di aver terminato l’ottica, lo star test è sicuramente da tenere in considerazione come verifica dei risultati ottenuti con altri metodi.

        #11213
        Marco Guidi
        Partecipante
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          Ciao Massimo e grazie per il benvenuto , aggiungo oltre a quello che già ho scritto che il metodo che ho visto essere infallibile più volte è il test di roddier anche eseguito il laboratorio con specchio piano ,ecco perchè sono indirizzato verso questa metodologia,il test di Roddier ,se eseguito secondo i canoni , fornisce parametri estemamente precisi indicando esattamente il valore dell’eventuale difetto questo l’ho verificato con errori di sferica emersi sul cielo e confermati il laboratorio.
          Certo è che al momento questo mi riesce difficile non avendo uno specchio piano ,ma arriverà….

          Marco

          #11214
          Giulio Tiberini
          Moderatore
            • Offline

            Ciao ragazzi,—– Ho dedicato questo ultimo periodo a ripassarmi tutte le fasi di lavorazione e il grattavetro ha fatto la parte del leone!
            Il mio obiettivo è produrre diametri tra 30 e 50cm con focali variabili da f4 a f5 conoscendo tutte le difficoltà del caso ,mi sono dato un tempo di 2 anni anche se il modo che ho di ragionare e che ho sempre avuo è ”mai finito d’imparare”
            Il pensiero che ho in questo momento è il sistema di controllo , la persona che conosco utilizza il focault con relativa maschera di coudè ho sentito però che il null test è più immediato e più preciso .
            Ho già chiesto per dotarmi di uno specchio piano per utilizzare il sistema di controllo in autocollimazione .
            Ditemi cosa ne pensate
            Credò imparerò molto qui
            Grazie
            Marco

            Ciao Marco e benvenuto anche da parte mia.
            Per quanto riguarda le mie conoscenze da grattatore non professionista, seppure sorretto da passione e studio di roba straniera per i fatti miei (vista l’assenza di libri italiani dovuta anche alla scarsità di interessati che l’argomento incontra in Italia) sono sicuro che il metodo di controllo in autocollimazione sia quello che va per la maggiore a livello professionale, e ben adeguato al range di diametri e di frapporti focali che hai in mente.

            Metodo che conosco in modo solo “accademico” , non avendolo mai applicato per via della proibitiva spesa per attrezzarsi con uno specchio piano lambda/16 di diametro almeno pari al massimo diametro che si desidera produrre. Spesa che comprende un banco di prova, ed è giustificabile se è previsto un suo ammortamento da spalmare su un certo numero di specchi da porre in vendita.

            (la planarità a 1/16 di lambda è necessaria per chi prevede di lavorare specchi con rapporti focali non inferiori F4, visto che il rapporto focale fa parte della formula che determina la tolleranza della misurazione autocollimata).

            Americani come Parker dicono che la sensibilità del metodo è eccellente pur utilizzando “poveri” reticoli di Ronchi da 5 linee millimetro, che a noi italiani abituati alle 10 linee, fanno quantomeno stranezza.

            Il test di Foucault secondo me (che sono uno strenuo suo sostenitore) nonostante la sua oggettività intrinseca (data dal dover giudicare a occhio se due ombre sono di uguale intensità) è un aiuto impagabile, ed è l’unico test “quantitativo”, cioè che permette di conoscere “quanti nanometri” di vetro devo togliere, oppure ho ho esagerato a togliere, e sarebbe consigliabile se si vuole raggiuingere buna certa qualità.
            Capisco anche che artigiani lo schivino perchè ormai si sono fatti “l’Occhio” alle correzioni col Ronchi…Ma è inutile che vadano in giro a raccontare storie, perchè a occhio nessuno è in grado di giudicare dei nanometri, che sono quelli che ti dice il Foucault (pur soggettivamente), e sono pure quelli che fanno i lambda/due cifre.

            Cosa che il Ronchi o l’autocollimazione non dicono, fornendo solo una immagine del luogo dell’eventuale difetto, che con le sue curvature suggerisce la qualità dell’ottica, ma che non aiuta con dei numeri a capire quanto esso è profondo e quanto di conseguenza debbano essere lunghe nel tempo le azioni di grattamento idonee a correggerlo.

            Mentre il test di Roddier non lo si può utilizzare in fase di realizzazione dello specchio, perchè applicabile solo all’ottica terminata e non permette di verdere quel che accade sul profilo parabolico della superficie in lavorazione.

            Tutti i nuovi impegni rappresentano delle nuove “salite” che sono un poco più faticose all’inizio, ma il trucco per riuscire è quello di non fare da subito delle invenzioni semplificative, ma fidarsi delle tecniche in uso, solo apprese bene le quali si portanno fare sicuramente ottime personalizzazioni.

            …Tante chiacchiere, ma spero che quì ti troverai bene.
            Ciao
            Giulio

            #11217
            Marco Guidi
            Partecipante
              • Offline

              Mentre il test di Roddier non lo si può utilizzare in fase di realizzazione dello specchio, perchè applicabile solo all’ottica terminata e non permette di verdere quel che accade sul profilo parabolico della superficie in lavorazione.

              Ciao Guilio e grazie anche a te per il benvenuto,hai perfettamente ragione , mi sono imposto di non fare strane invenzioni e di seguire ed iniziare con il focault anche se ho visto vari specchi in autocollimazione ed è vero,dicono dove sia in difetto senza quantificarlo.
              Devo dirti che il roddier è perfettamene utilizzabile con lo specchio piano in autocollimazione con l’uso del laser che simula la stella , ho verificato anche la perfetta corrispondenza con il responso del roddier con immagini riprese con una stella in cielo ,ne ho parlato alla conferenza che ho tenuto al meeteng UAI dell’alta risoluzione,ho anche gli screenshot se interessa.
              L’ottica presentava una sferica di 30nm concentrata a 5,5cm dal bordo esterno ,misura combaciante sia con roddier effettuato sul cielo che con roddier in lavoratorio.
              Quello a cui ambisco sarebbe corredare gli specchi che produrro di tale documentazione, erto non sarà domani ,ma l’intenzione è quella.
              Tornando al 305mm che sto realizzando ,in settimana preparerò la pece visto che ho terminato con l’800 passando alle 10 ore di lucidatura :good:
              A presto
              Marco

              #11218
              Giulio Tiberini
              Moderatore
                • Offline

                Sul Roddier le mie conoscenze sono solo teoriche, e credo che il suo possibile utilizzo parallelo ad altri test in fase di “grattamento” possa essere un’ottima cosa. Infatti l’uso incrociato di più test complementari è fonte di sicurezze non diversamente ottenibili.

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